GIOVANNA CASADIO :: INTERVISTA –Referendum, Onida: “Con il taglio le Camere potranno funzionare meglio anche senza correttivi” –REPUBBLICA DEL 24 AGOSTO 2020

 

 

REPUBBLICA DEL 24 AGOSTO 2020

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Valerio Onida

 

 

Intervista

Referendum, Onida: “Con il taglio le Camere potranno funzionare meglio anche senza correttivi”

24 AGOSTO 2020

L’ex presidente della Corte costituzionale: “Votai no alla riforma di Berlusconi e di Renzi. Il bicameralismo paritario va ripensato, ma quello attuale è un quesito semplice”

DI GIOVANNA CASADIO

ROMA-  “Non sono forti le ragioni del No. E ritengo che con il taglio dei parlamentari le Camere potrebbero funzionare meglio”.

A sorpresa Valerio Onida, ex presidente della Corte costituzionale, tra i più tenaci avversari della riforma costituzionale di Renzi nel 2016, si schiera ora per il Sì.

 Professor Onida, lei quindi è favorevole al taglio delle poltrone…

 “Taglio delle poltrone è un’espressione che odio”.

Trecentoquarantacinque parlamentari in meno: è diventato grillino? 

“È vero che questa è una riforma proposta dai 5 Stelle  e non è che tutto quello che viene dai grillini sia per forza di segno negativo. Ma essendo stata approvata, da ultimo,  praticamente all’unanimità dalla Camera dei deputati, e quindi da tutte le forze politiche in campo, di maggioranza e di opposizione, penso che dire No senza una validissima ragione di merito, sia improprio. Il No aggraverebbe il fossato di sfiducia che già c’è tra cittadini e istituzioni”.

Gustavo Zagrebelsky sulle pagine di Repubblica è intervenuto illustrando le ragioni del No, del Sì e dell’astensione, denunciando la diatriba tutta politica.

 “Zagrebelsky conferma che non è una questione drasticamente divisiva e che non sono in gioco grandi valori. Neppure io la sento come una battaglia ideale importante”.

Per i sostenitori del No, un Parlamento dimagrito funzionerà peggio.

 “Non funzionerà peggio, anzi potrebbe funzionare meglio se si coglie questa occasione per mettere mano a tanti aspetti dei regolamenti e delle prassi parlamentari. Oggi le Camere non funzionano bene, con dibattiti spesso ripetitivi in cui, invece di dialogare e confrontarsi seriamente sul merito delle proposte, ci si dedica per lo più a polemizzare con gli avversari politici”.

Tagliare serve a risparmiare sui costi della politica: è questa una motivazione del Sì. 

“Questa è una motivazione fasulla. Non vale niente. Non si risparmia sulle istituzioni. Ma è un argomento usato purtroppo non solo dai 5Stelle, bensì da tutte le forze politiche. Ricordo la riforma Delrio per abolire l’elezione diretta dei consiglieri provinciali”.

Quindi quale è la ragione principale del suo Sì al taglio dei parlamentari? 

“Sarebbe un atto di estrema sfiducia smentire una riforma approvata praticamente all’unanimità dalle forze parlamentari. Inoltre le presunte conseguenze negative della riforma che vengono oggi agitate, non mi sembrano tali.  Non quella della necessità di concentrare il lavoro delle Camere (e del Senato, meno numeroso) in un minor numero di commissioni o di fare lavorare gli stessi parlamentari in più commissioni”. Un’assemblea di duecento membri può lavorare benissimo”.

Nonostante manchino i correttivi istituzionali promessi? 

“I correttivi non sono indispensabili. Prendiamo la questione dell’elezione del Capo dello Stato. Non mi convince l’obiezione che riducendosi il numero dei parlamentari e rimanendo, nell’assemblea che elegge il Capo dello Stato, tre rappresentanti per ogni Regione, il peso di questi aumenterebbe indebitamente. Infatti la Costituzione ha concepito il corpo elettorale del Presidente come più ampio del solo Parlamento, trattandosi di eleggere colui che per 7 anni rappresenterà l’unità nazionale”.

Ammetterà che al Senato alcune Regioni saranno sotto rappresentate. 

“No. Ci sono, anche oggi, delle differenze fra Regioni perché il Senato è eletto su base regionale, e ogni Regione ha come minimo sette senatori (diventerebbero tre). Quindi il numero di senatori da eleggere non è perfettamente proporzionale alla popolazione della Regione. Ma l’obiezione per cui la Basilicata ad esempio, sarebbe discriminata rispetto al Trentino Alto Adige a cui resterebbero 6 senatori da eleggere, mentre ai lucani solo 3, non tiene conto che nel nostro sistema è previsto che alcune realtà territoriali come le due Province Autonome di Trento e Bolzano siano meritevoli di essere specificamente rappresentate”.

Senza  una nuova legge elettorale, lo scompenso è però certo. 

“Quale scompenso? Bene che si discuta di nuova legge elettorale, ma indipendentemente dal Sì al taglio dei parlamentari”.

Repubblica si è schierata per il No al referendum, con l’argomento stringente del disequilibrio costituzionale che si verrebbe a creare. Non ne riconosce la buona ragione? E non crede che la Costituzione ne uscirebbe mutilata con il Sì? 

“Non capisco l’argomento dello squilibrio costituzionale. Perché un Parlamento meno numeroso, ma con gli stessi poteri, dovrebbe essere meno influente? Non è così. Dipende da come il Parlamento funziona e lavora e dai rapporti tra il Parlamento e gli altri organi istituzionali. Quindi nessuna “mutilazione ” della Costituzione”.

Al referendum sulla riforma costituzionale di Renzi lei votò No. La riteneva più rischiosa di una riforma così parziale, come questa che ignora un ridisegno complessivo della Carta?  

 “Il rischio di una riforma complessiva della Carta l’abbiamo corso due volte: con la riforma Berlusconi e con quella Renzi. Entrambe sono state bocciate nei referendum. In entrambi i casi sono stato per il No per ragioni di merito. Sono preoccupato di alcuni dei cambiamenti oggi  prospettati. Certo il bicameralismo paritario merita di essere ripensato. Tuttavia il taglio dei parlamentari su cui siamo chiamati a decidere è un quesito semplice, cui è più facile rispondere con un sì o un no. Invece i referendum sulle riforme costituzionali precedenti, che investivano molti aspetti diversi, si sono trasformati in una sorta di plebiscito sulle forze politiche che avevano voluto quelle riforme, senza la possibilità per gli elettori di distinguere tra i vari aspetti”.

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1 risposta a GIOVANNA CASADIO :: INTERVISTA –Referendum, Onida: “Con il taglio le Camere potranno funzionare meglio anche senza correttivi” –REPUBBLICA DEL 24 AGOSTO 2020

  1. Donatella scrive:

    Purtroppo il sì e il no non entrano nel merito del buon funzionamento del Parlamento. Speriamo che in seguito si provveda a questo e si tolgano tutti quei privilegi che non fanno onore alla buona politica.

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