Mongolia : le cifre chiave
Superficie : 1.566.000.0 km2
Numero di abitanti : 2.700.000 abitanti
festival
artista Solongo
monti Altai
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La catena montuosa dell’Altai, che si estende per oltre 1.000 km da nord-ovest a sud-est del paese, è la zona più elevata. Si tratta del punto più alto della Mongolia. All’estremità nord, le cime dei Tavan Bogd sono ricoperte da nevi perenni e i ghiacciai, ad oltre 4.000 m d’altezza, si uniscono con l’Altai russo e cinese. La regione di Bayan Olgi non è certo priva di laghi – il lago di Döröö è adatto alle escursioni – ma il suo paesaggio fatto di montagne brulle evoca quello del Tibet e del Ladakh. Man mano che si scende dalla catena montuosa, i paesaggi sono sempre più diversificati, con zone di pascolo verdeggiante. Nella regione di Khovd, il grande oboo di Kharuul, uno dei numerosi monticelli di pietre che simbolizzano gli spiriti, si innalza ad oltre 25 metri di altezza.
Paola Kim Simonelli
Esperto della destinazione Mongolia
L’Impero Mongolo fu fondato da Gengis Khan nel 1206. Dopo il crollo della dinastia Yuan, i Mongoli ritornano alle origini. Verso il XVII secolo, la Mongolia subisce l’influenza del buddismo tibetano. Alla fine del XVII secolo, la maggior parte della Mongolia era stata incorporata nella zona governato dalla dinastia Qing. Durante il crollo della dinastia Qing il 29 dicembre 1911, dichiarò l’indipendenza, ma dovette lottare fino al 1921 per rendere de-facto l’indipendenza dalla Repubblica di Cina, e fino al 1945 per ottenere il riconoscimento internazionale. Successivamente subì l’influenza russa e sovietica: nel 1924, venne instaurata la Repubblica Popolare Mongola di stampo sovietico, che fu alleata leale dell’Unione Sovietica per tutta la sua storia. Dopo il crollo dei regimi comunisti in Europa orientale alla fine del 1989, la Mongolia intraprese una lenta e tortuosa transizione verso la democrazia, venne concessa la costituzione nel 1992 e il pluralismo partitico.
Nell’Ovörkhangai, l’antico sito imperiale di Karakorum si trova sul versante dei monti Khangai. Utilizzato nel 1222 da Gengis Khan come centro di approvvigionamento per le sue armate, fu soltanto durante il regno del figlio che Karakorum divenne la capitale dell’Impero per una trentina di anni. Purtroppo non resta praticamente nulla della struttura dell’epoca, eccetto le vestigia di alcune statue monumentali e i basamenti del pala
La cultura mongola è fondata sulla tradizione della pastorizia dei nomadi che risiedevano nella prateria, sebbene la globalizzazione e l’influsso dei cinesi abbiano portato alla scomparsa quasi definitiva della pastorizia e dunque del grande patrimonio culturale mongolo. Una delle grandi tradizioni dei mongoli é abitare in grandi tende, chiamate yurte (ger in lingua mongola); avevano l’abitudine di cacciare a cavallo utilizzando dei particolarissimi strumenti chiamati uurga, lunghi bastoni a cui veniva legato un cappio.
La maggior parte del territorio é costituito da steppe e il picco più alto l’Hùjtnij, conosciuto anche come picco dell’amicizia, si trova ad ovest e raggiunge i 4.374 m. Il più grande lago della Mongolia é l’Uvs Nuur che occupa un’area di 3.350 km², e che ricorda l’immerso mare che un tempo ricopriva l’intera area migliaia di anni fa; nonostante il clima duro, la depressione ospita 173 specie di uccelli e 41 di mammiferi, tra cui le specie a rischio del leopardo delle nevi, dell’argali e dello stambecco asiatico.
Per essere precisi, non bisognerebbe parlare di deserto del Gobi, poiché questo termine indica delle zone di steppe saline e semidesertiche. Ci sarebbero dunque circa 33 zone (gobi mongoli), definite in base alla composizione e al colore del suolo. Tuttavia, questa zona arida copre un terzo della superficie del paese (quasi il doppio dell’Italia), e cioè tutto il meridione, che si estende per oltre 2.000 km, da est ad ovest.
Ma non aspettarsi di vedere dune a perdita d’occhio, perché la sabbia occupa soltanto il 3% della superficie. Gli unici abitanti sono i nomadi, che si spostano grazie al cammello.
La provincia di Dundgov (Gobi centrale) presenta paesaggi pianeggianti con formazioni rocciose che emergono qua e là come per magia, e alcuni fossili marini, testimoni dell’esistenza di laghi oggi scomparsi. Zona di passaggio della Transmongolica, il Gobi orientale presenta alcune dune a sud, al confine con la Cina, a Burden Bulag e ad Argalant Ulaan Els. Il sottosuolo è ricco di minerali e petrolio, ma si rimarrà sconcertati soprattutto dalle foreste pietrificate e dai cimiteri di dinosauri giganti. Nel Gobi meridionale sono state ritrovate anche testimonianze di presenza umana che risalgono a oltre 150.000 anni fa. Ed è stato confermato che la regione era già occupata più di 4.000 anni fa. La vicinanza dei monti Altai si fa sentire subito, con vette che superano i 2.000 m, eppure si tratta della parte più desertica del paese. Le dune di Khongoriin Els raggiungono peraltro un’altezza di 20 m. Altra curiosità: il canyon della valle di Yol, dove potrete ammirare blocchi di ghiaccio nel mese di luglio.
Le vestigia archeologiche dell’Arkhangai
L’Arkhangai è ricco di vestigia archeologiche dall’età del Bronzo al XIII secolo. Così, a nord-est dei monti Khongorj, oltre un centinaio di petroglifi dell’età del Bronzo rappresentano cavalli e uomini armati di arco. Ci sono anche statue antropomorfe (khün tchuluun) e monumenti funebri.
Per essere precisi, non bisognerebbe parlare di deserto del Gobi, poiché questo termine indica delle zone di steppe saline e semidesertiche. Ci sarebbero dunque circa 33 zone (gobi mongoli), definite in base alla composizione e al colore del suolo. Tuttavia, questa zona arida copre un terzo della superficie del paese (quasi il doppio dell’Italia), e cioè tutto il meridione, che si estende per oltre 2.000 km, da est ad ovest.
Ma non aspettarsi di vedere dune a perdita d’occhio, perché la sabbia occupa soltanto il 3% della superficie. Gli unici abitanti sono i nomadi, che si spostano grazie al cammello.
La provincia di Dundgov (Gobi centrale) presenta paesaggi pianeggianti con formazioni rocciose che emergono qua e là come per magia, e alcuni fossili marini, testimoni dell’esistenza di laghi oggi scomparsi. Zona di passaggio della Transmongolica, il Gobi orientale presenta alcune dune a sud, al confine con la Cina, a Burden Bulag e ad Argalant Ulaan Els. Il sottosuolo è ricco di minerali e petrolio, ma si rimarrà sconcertati soprattutto dalle foreste pietrificate e dai cimiteri di dinosauri giganti. Nel Gobi meridionale sono state ritrovate anche testimonianze di presenza umana che risalgono a oltre 150.000 anni fa. Ed è stato confermato che la regione era già occupata più di 4.000 anni fa. La vicinanza dei monti Altai si fa sentire subito, con vette che superano i 2.000 m, eppure si tratta della parte più desertica del paese. Le dune di Khongoriin Els raggiungono peraltro un’altezza di 20 m. Altra curiosità: il canyon della valle di Yol, dove potrete ammirare blocchi di ghiaccio nel mese di luglio.
Il monastero di Erden-ZüüMongolia
A nord di Karakorum, il monastero di Erden-Züü, costruito tra il XVI e il XIX secolo sopra le rovine, è stato il primo grande monastero buddista della Mongolia. I templi che sono sfuggiti alla distruzione sistematica dell’epoca sovietica sono stati oggi trasformati in museo, e in seguito alla legge sulla libertà di culto degli anni ’90, il sito ha ripreso ad accogliere fedeli. Lo stile architettonico mongolo si affianca agli stili cinese e tibetano. Lo stupa d’oro è circondato da una muraglia formata da 108 piccoli stupa. I 3 grandi Züü (templi) contengono dipinti e alcune statue di Budda.
La festa del Maidar Ergekh, Mongolia
La grande festa lamaista del Maidar Ergekh viene nuovamente celebrata, tutti gli anni, nel monastero di Amarbayasgalant. La cerimonia delle preghiere invoca la venuta del quinto budda, il Maitreya. La sua statua viene trasportata fuori dal monastero e condotta in processione a fianco dei monaci.
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