23 FEBBRAIO 2021 —
1921, l’anno di Man Ray: la prima rayografia, la storia con Kiki e l’alter ego Rose Sélavy
MAN RAY A SINISTRA E MARCLE DUCHAMP
ANNI ’50 ca-
FOTO DAL FACEBOOK :: ARTRIBUNE (foto di Naomi Savage)
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Foto del giorno: Marcel Duchamp, Man Ray e gli immancabili scacchi, ritratti da Henri Cartier-Bresson nel 1968.
1921, l’anno di Man Ray: la prima rayografia, la storia con Kiki e l’alter ego Rose Sélavy
By
Giulia Giaume
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23 febbraio 2021
CENTO ANNI FA IL FOTOGRAFO DADAISTA SCOPRÌ PER CASO LA NUOVA TECNICA, CONOBBE LA MODELLA PIÙ FAMOSA DI PARIGI (CON LA QUALE EBBE UNA RELAZIONE DI SEI ANNI) E IMMORTALÒ LA SUA CELEBRE PERSONALITÀ FEMMINILE, ROSE SÉLAVY
Man Ray, via Wikipedia
È il 1921, ed Emmanuel Radnitzky non sa che quest’anno non sarà come nessun altro. Americano di famiglia ebraica russa, da meno di dieci anni utilizza uno pseudonimo destinato a diventare celebre, Man Ray. Ray nasce pittore, poi diventa fotografo (passione iniziata per caso, perché voleva immortalare le sue opere) e infine grafico.Diventato in breve tempo amico dell’artista francese Marcel Duchamp, tra i principali artisti dadaisti e surrealisti del tempo, fondò insieme a lui e ai mecenati Katherine Dreier e Walter Arensberg la Society of Indipendent Artists. Avido sperimentatore, procedeva per tentativi con nuovi stili di sculture e avanguardistici sviluppi fotografici, come lui stesso ricorda nell’autobiografia pubblicata negli anni Sessanta: “posavo il negativo in vetro su una carta fotosensibile alla luce di una piccola lanterna rossa, poi per qualche secondo accendevo la lampada a soffitto e sviluppavo le stampe. Fu praticando questo metodo di stampa che arrivai al mio processo rayografico, ovvero alla fotografia senza macchina fotografica”.
Questo è uno dei primi Rayogrammi di Man Ray, un processo mediante il quale gli oggetti vengono posati direttamente su una carta fotosensibile e quindi esposti alla luce. Per creare questa particolare immagine, ha trasferito la sagoma di un paio di mani sulla carta fotografica, quindi ha ripetuto la procedura con un paio di teste (la sua e quella dell’amante di allora, Kiki de Montparnasse).I rayogrammi hanno dato a Man Ray l’opportunità di essere nel suo lavoro e di reagire immediatamente alle sue creazioni aggiungendo strati su strati. Ha usato oggetti inanimati così come il proprio corpo per creare le sue prime immagini, e le immagini a volte hanno una qualità autobiografica, con molte delle sue fotografie che ritraggono i suoi amanti.
https://www.wikiart.org/en/man-ray/rayograph-the-kiss-1922
altra rayografia
Tutto grazie a un ultimo passaggio avvenuto per caso: un foglio di carta vergine finì per sbaglio a mollo tra i fogli già esposti, e dato che non compariva nulla Ray ci appoggiò sopra degli oggetti di vetro, distratto, e accese la luce. Cominciarono a comparire delle immagini deformate, rifratte, quasi in rilievo sul fondo nero: la sua prima rayografia. Queste opere per lui ebbero da subito “un aspetto straordinariamente nuovo e misterioso”, aprendo la strada a ulteriori esperimenti.
MARCEL DUCHAMP
MARCEL DUCHAMP ALIAS ROSE SELAVY
L’INCONTRO TRA MAN RAY E KIKI
Sempre nel 1921 Man Ray incontra Kiki. La modella francese, allora ventenne, si chiamava Alice Prin ma era molto nota negli eclettici ambienti artistici parigini come Kiki de Montparnasse: qui posò per dozzine di artisti e autori, inclusi Picabia, Modigliani, Cocteau e Calder, guadagnando l’ammirazione di Hemingway e Roth. Stando all’autobiografia di Prin, era seduta in un caffè con un’amica, ma dato che era senza cappello il cameriere non la voleva servire. “Non ci vuole servire perché pensa che siamo due puttane?”, aveva detto sfilandosi le scarpe e appoggiando un piede sul tavolo e l’altro su una sedia. Alla scena stava assistendo proprio Ray, giunto da poco dagli Stati Uniti per unirsi al movimento dadaista: subito la invitò a posare per lui. Kiki era riluttante, perché non aveva mai posato per un fotografo e temeva che la macchina fotografica mettesse in risalto i suoi difetti fisici, ma si fece convincere. Ebbero una relazione che durò sei anni, e Man Ray la ritrasse in centinaia di foto, inclusa la celebre e (allora) scandalosa Violon d’Ingres. La loro relazione, tuttavia, si rivelò una gabbia per Kiki: Ray era possessivo e geloso, e sembra la picchiasse pubblicamente e violentemente dopo le sue esibizioni serali al Jockey
ROSE SÉLAVY: I RITRATTI
Il memorabile servizio fotografico realizzato per Rose Sélavy, il personaggio femminile creato e impersonato da Marcel Duchamp, è il terzo grande punto di questo 1921 per Man Ray. Nata in Duchamp l’anno prima e coinvolta nel titolo di un’opera readymade estremamente allusiva (Perché non starnutire Rose Sélavy?) Rose (poi cambiata in Rrose) non è che eros, l’erotismo femminile espresso come un gioco di parole in assonanza con l’adagio francese «Eros, c’est la vie». La provocazione dadaista del nome e del personaggio trovano in Ray modo di esprimersi liberamente, con tratti prima mascolini, poi femminili, ponendo una pietra miliare per la ridiscussione del genere e dell’aspettativa sociale nel Novecento.
– Giulia Giaume
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