L’ORIENTALISMO NELLA MUSICA CLASSICA — lista dei brani sotto—durata : 1.50 ca ++ qualcosa su — Edward Said e il suo libro del 1978 – ” Orientalismo “, Bollati Boringhieri, poi Feltrinelli

 

 

 

 

 

 

 

Giuseppe Verdi : Ballabili from “Otello” 0:00:21
Johann Strauss Jr. : Egyptian March
0:06:15
Gioachino Rossini : “L’Italiana in Algeri” Overture 0:10:10
Ludwig Van Beethoven : Turkish March
0:18:12
Arthur Sullivan : “The Mikado” Overture 0:19:55
Leo Delibes : Flower Duet from “Lakme” 0:27:18
Camille Saint-Saens : Rhapsodie Mauresque
0:31:25
Wolfgang Amadeus Mozart : Rondò alla Turca
0:36:14 Claude Debussy : Arabesque No. 2 (0:39:18)
Claude Debussy : Arabesque No. 1 (0:42:41)
Camille Saint-Saens : Bacchanale (
0:46:14)
Giuseppe Verdi : Sacred Dance of the Pristesses (
0:53:02) Giuseppe Verdi : Dance of the little Moorish Slaves (0:55:13) Giuseppe Verdi : Ballabile from “Aida” (0:56:42)
Giacomo Puccini: Intermezzo from “Madama Butterfly” (
1:01:08) Piotr Ilich Tchaikovsky : Arabian Dance (1:09:30)
Piotr Ilich Tchaikovsky : Chinese Dance (
1:13:00)
Edvard Grieg : Arabian Dance (
1:14:01)
Wolfgang Amadeus Mozart : “Die Entfuhrung aus dem Serail” Overture (
1:18:14)
Claude Debussy : Pagodes (
1:23:37)
Johann Strauss Jr. : Persian March (
1:27:33)
Georges Bizet : Duet from “The Pearl Fishers” (
1:29:40)
Alexander Borodin: Polovetsian Dances (
1:35:50)
Ippolitov-Ivanov : Procession of the Sardar (
1:46:33)

 

 

 

 

 

 

 

“L’orientalismo è un fenomeno culturale e politico, e non soltanto una vuota astrazione”

“Orientalismo è un ripensamento di quello che per secoli è stato ritenuto un abisso invalicabile tra Oriente e Occidente. Il mio scopo non era tanto eliminare le differenze – chi mai può negare il carattere costitutivo delle differenze nazionali e culturali nei rapporti tra esseri umani? –, quanto sfidare l’idea che le differenze comportino necessariamente ostilità, un assieme congelato e reificato di essenze in opposizione, e l’intera conoscenza polemica costruita su questa base. Ciò che auspicavo era un nuovo modo di leggere le separazioni e i conflitti che avevano provocato ostilità, guerre e l’affermarsi del controllo imperialista. Anche se le diseguaglianze e i conflitti da cui è nato il mio interesse per l’orientalismo come fenomeno culturale e politico non sono scomparsi, oggi si è perlomeno raggiunto il consenso sull’idea che tutto ciò non rappresenta una situazione immutabile, bensì un’esperienza storica la cui fine (o perlomeno il cui parziale superamento) può essere a portata di mano.” Dalla Postfazione

 

 

 

 

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Edward W. Said

Edward W. Said è nato nel 1935 a Gerusalemme ed è morto a New York il 25 settembre 2003. Esiliato da adolescente in Egitto e poi negli Stati Uniti, è stato professore di Inglese e di Letteratura Comparata alla Columbia University di New York. Formatosi a Princeton ed Harvard, Said ha insegnato in più di centocinquanta Università e scuole negli Stati Uniti, in Canada ed in Europa. I suoi scritti sono apparsi regolarmente sul Guardian di Londra, Le Monde Diplomatique ed il quotidiano in lingua araba al-Hayat. Nel suo libro Orientalismo, – pubblicato per la prima volta nel 1978 – ha analizzato l’insieme di stereotipi in cui l’Occidente ha chiuso l’Oriente, anzi, l’ha creato. Questo saggio ha conosciuto un successo mondiale ed è più che mai di attualità perché rievoca la storia dei pregiudizi popolari anti-arabi e anti-islamici e rivela più generalmente il modo in cui l’Occidente ha percepito “l’altro”. Edward W. Said ha sempre lottato per la dignità del suo popolo e contro coloro che hanno demonizzato l’Islam. Ex socio del Consiglio Nazionale Palestinese, fu un negoziatore “nell’ombra” del conflitto arabo-israeliano. A causa della sua pubblica difesa dell’autodeterminazione palestinese, a Said è stato impedito l’ingresso in Palestina per molti anni. Si è opposto agli accordi d’Oslo ed al potere di Yasser Arafat, che ha fatto vietare i suoi libri nei territori autonomi. Conosciuto tanto per la sua ricerca nel campo della letteratura comparata quanto per i suoi interventi politici incisivi, Said è stato uno degli intellettuali più in vista negli Stati Uniti. La sua opera è stata tradotta in quattordici lingue. Con Feltrinelli ha pubblicato: Dire la verità. Gli intellettuali e il potere (1994, 2014), Tra guerra e pace. Ritorno in Palestina-Israele (1998), Orientalismo (1999, 2013), Sempre nel posto sbagliato. Autobiografia (2000, 2013), Fine del processo di pace. La questione palestinese dopo Oslo (2002), Nel segno dell’esilio. Riflessioni, letture e altri saggi (2008), Musica ai limiti. Saggi e articoli (2010).

 

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