+++ ANGELA RAVETTA, Torino, GIORNALE POP, 29 NOVEMBRE 2018 ::: IL GENIO ARCHITETTONICO DELL’OTTOMANO SINAN ++ al fondo una nota

 

– GIORNALE POP –

29 Novembre 2018

IL GENIO ARCHITETTONICO DELL’OTTOMANO SINAN

 

 

 

IL GENIO ARCHITETTONICO DELL’OTTOMANO SINAN

 

Angela Ravetta 

 

 

 

Sinan

 

 

 

Koka Mimar Sinan Aga (nell’ibrida lingua turco-persiana parlata dai dignitari ottomani Sinan Aga significa “grande architetto”), vissuto quasi un secolo dal 1488 al 1590, è stato uno dei più importanti architetti e ingegneri di tutti i tempi.Sinan rinnovò l’architettura sotto tre sultani: Solimano il Magnifico, Selim II e Murad III.

Il suo genio e la protezione dei sultani gli consentì di ideare e di portare a termine oltre 300 opere importanti in cinquanta anni di lavoro.

 

 

Mimar Sinan raffigurato sulle banconote delle 10mila lire turche

 

 

 

Le cupole italiane del Rinascimento

 

Brunelleschi, cupola di Santa Maria del Fiore

 

 

 

 

 

Nel primo Rinascimento, Brunelleschi aveva realizzato la cupola di Santa Maria del Fiore a Firenze studiando l’antica cupola del Pantheon di Roma. Molte opere in seguito furono realizzate grazie allo studio dei testi greci e latini fortunosamente sopravvissuti. Anche Costantinopoli, l’antica capitale della parte orientale dell’Impero romano, aveva una biblioteca con molti testi classici: e ora era in mano dei turchi ottomani che l’avevano conquistata.

 

 

 

 

 

MICHELANGELO : CUPOLA DI SAN PIETRO

 

 

 

Sinan era un contemporaneo di Michelangelo Buonarroti, che nacque nel 1475 e mori nel 1564…

 

 

… e dell’architetto Palladio, che nacque nel 1508 e morì nel 1580.

Palladio: Villa Almerico Capra, La Rotonda

 

I lavori degli italiani erano conosciuti dai turchi ottomani, tanto che Leonardo da Vinci progettò per loro un grande ponte, anche se poi non costruito. Sinan viaggiò nel Mediterraneo durante le guerre di conquista ottomane e visitò sicuramente la Puglia.

 

 

Caduta di Costantinopoli sotto gli Ottomani

Caduta di Costantinopoli nel 1453. I turchi ottomani guidati da Maometto II conquistano la città

 

 

Nel 1453 la città di Costantinopoli era caduta sotto i colpi dell’esercito ottomano di Maometto II. Ormai il grande e potente Impero romano d’oriente era ridotto a poco più della città. I turchi ottomani la circondarono in forze, entrarono nella città e la saccheggiarono. Maometto II mise al riparo, nella cosiddetta biblioteca del sultano, gli antichi manoscritti sopravvissuti alle razzie avvenute nel 1204 durante la Quarta crociata, quando le truppe occidentali dirette in Terrasanta distrussero l’Impero romano d’oriente. Costantinopoli, un tempo chiamata Bisanzio, divenne la nuova capitale ottomana con il nome di Istanbul.

Santa Sofia, Ayasofya

 

 

Il simbolo della città era la basilica cristiana di Santa Sofia, cioè della Santa Sapienza. Era stata fatta costruire dall’imperatore Giustiniano nel cinquecento dopo Cristo, durante l’ultimo tentativo di ricostituire l’Impero romano in via di frammentazione. La direzione dei lavori era stata affidata al matematico Antemio di Tralle e a Isidoro di Mileto. Il progetto era sostanzialmente costituito da un cubo sormontato da una semisfera. Si voleva ottenere un ampio spazio libero interno in cui ci si potesse raccogliere per pregare. Era la più grande chiesa della cristianità dell’epoca. In seguito, ha avuto diversi problemi di stabilità dovuti anche ai terremoti. Infatti Costantinopoli sorge in una zona sismica.

 

 

Santa Sofia oggi: minareti

 

 

Non appena Maometto II conquistò la città, trasformò Santa Sofia in una moschea. In seguito furono aggiunti quattro minareti ai lati della basilica, da cui i muezzin potevano chiamare i fedeli musulmani alla preghiera.

 

 

L’interno di Santa Sofia, oggi trasformata in un museo

 

 

 

Nel 1935, il fondatore della repubblica di Turchia nata sulle ceneri dell’Impero ottomano, Mustafa Kemal Atatürk, trasformò l’edificio in un museo. I tappeti vennero tolti e le decorazioni del pavimento di marmo riapparvero per la prima volta dopo secoli. L’intonaco bianco, messo dai musulmani per ricoprire molti mosaici, fu rimosso.

 

 

La vita dell’architetto Sinan

Kaiseri in Cappadocia ( l’antica Cesarea ). A nord ovest Istanbul 

 

 

 

Sinan nacque nel 1488 nei dintorni di Kaiseri (l’antica città romana di Cesarea), capoluogo della provincia di Cappadocia. Il padre faceva lo scalpellino e il falegname. La sua famiglia era cristiana come molte all’epoca, anche se sotto la dominazione turca sempre più la popolazione si convertì all’islamismo. Costantinopoli era diventata ottomana da 35 anni. L’architettura ottomana si basava soprattutto sull’esperienza dei muratori, che costruivano edifici uno uguale all’altro senza soluzioni innovative. Gli architetti avevano un ruolo poco importante.

 

 

Gli ottomani arruolano i ragazzi non musulmani

 

 

 

Sinan fu arruolato a forza nel corpo dei giannizzeri nel 1512. Si trattava del consueto sistema di reclutamento dei giovani cristiani da parte degli ottomani detto devhirme (raccolta). Di solito i bambini strappati alle famiglie cristiane venivano portati a Costantinopoli e affidati a una famiglia musulmana di stretta osservanza. La famiglia avrebbe avuto il compito di educarli e di favorirne la conversione all’islamismo. La conversione non era obbligatoria, ma spesso avveniva, se non alla prima, alla seconda generazione. Nel caso di Sinan avvenne subito.

La pratica del devhirme era stata introdotta nell’impero ottomano a metà del 1300. Lo scopo era contrastare il potere degli aristocratici turchi costituendo un esercito fedele al sultano. Il devhirme scomparve all’inizio del 1700, quando ormai tutti i turchi musulmani ambivano agli incarichi e alla carriera dei giovani cristiani reclutati.

 

 

I giannizzeri

 

 

 

Quando Sinan venne reclutato aveva 24 anni. Fu avviato direttamente all’addestramento nel corpo dei giannizzeri e convertito all’Islam. Inizialmente studiò falegnameria, che già doveva conoscere per la professione del padre, e matematica. In seguito manifestò le sue inclinazioni e abilità assistendo alcuni architetti.

Carriera militare

Il ponte sulla Drina di Mehmed Pasa Sokolovic costruito nel 1577 da Sinan a Visegrad, in Bosnia: l’Europa balcanica faceva parte dell’Impero ottomano

 

Per ventisette anni, dal momento dell’arruolamento fino al 1539, Sinan si dedicò alla carriera militare nel corpo dei giannizzeri. Viaggiò per tutto il Mediterraneo e all’interno, arrivando fino alla vecchia capitale araba di Bagdad al seguito delle truppe. Il suo compito era scoprire i punti deboli nelle fortificazioni del nemico per organizzare l’assalto. In seguito ebbe l’incarico di costruire fortificazioni che non presentassero i difetti di quelle nemiche. Costruì ponti, navi, strade e fortificazioni dimostrandosi abile architetto e ingegnere.

 

 

Palazzo Topkapi, esterno

 

 

Nel 1539 il gran visir, primo ministro del sultano ottomano, nominò Sinan architetto della Dimora della felicità. La dimora della felicità era il palazzo Topkapi, dove risiedeva il sultano con l’harem e la corte. Era stato costruito su un alto promontorio della città. Al tempo dei bizantini quella era l’acropoli con il tempio agli dei, in quella successiva di Costantinopoli vi sorgeva il palazzo del signore dell’Impero romano d’oriente (basileus).

 

 

 

La moschea di Solimano il Magnifico

Progetto della moschea di Solimano il magnifico

 

 

Nel 1550, il grande sultano Solimano il Magnifico diede a Sinan l’incarico di costruire un enorme complesso architettonico. Doveva essere formato da una moschea imperiale, la Süleymaniye, circondata da una külliye composta da quattro scuole, una mensa per i poveri, un ospedale, un asilo, un hammam (bagno turco), un caravanserraglio (posto di tappa per le carovane) e un albergo per i viaggiatori (tabhane). Il denaro necessario non era un problema, dato che Solimano ne aveva ottenuto molto con le sue guerre. Voleva una moschea in grado di stare alla pari con Santa Sofia, prendendo ispirazione proprio dalla ex basilica cristiana.

 

 

 

 

Interno della moschea di Solimano il magnifico

 

 

Le fondazioni del complesso sorsero sul sesto colle della città, che declina rapidamente verso il Corno d’oro. Furono necessarie vaste fondazioni di pietra. Sinan usò scalpellini armeni, che all’epoca erano considerati i migliori.

 

 

Istanbul: moschea di Suleymaniye

 

 

Vista dal basso, cioè dal cosiddetto Corno d’oro, la Suleymaniye si eleva verso il cielo. È molto armoniosa. L’esterno riflette esattamente la sua organizzazione interna. In Santa Sofia invece questo non avviene perché molte soluzioni interne e contrafforti esterni furono costruiti per timore che la grande cupola e gli archi crollassero per problemi di stabilità.

 

 

Interno della moschea di Solimano

 

 

Lo spazio centrale della Suleymaniye è un cubo sormontato da una mezza sfera (la cupola) nella proporzione di 2:3.

 

 

 

L’hammam di Solimano il magnifico

 

 

 

 

L’ingresso dell’Hammam di Solimano il magnifico

 

L’hammam, il bagno turco che Mimar Sinan costruì nel complesso della moschea di Solimano, è ancora aperto. E uno dei più vecchi hammam ancora in funzione a Istanbul.

L’uso dell’hammam era diffuso presso l’Impero romano di oriente, essendo una derivazione delle antiche terme romane. Venne ben accolto dai musulmani ed ebbe un grande sviluppo dopo la conquista di Costantinopoli.

 

 

L’Hammam di Solimano

 

Questo raffinato bagno turco di Sinan è adorno di marmi e di decorazioni.

L’ingresso dell’hammam di Solimano

 

Di solito i bagni turchi sono riservati a uno dei due sessi con orari diversi. Oggi per utilizzarli si possono comprare i biglietti online.

Gli addetti al bagno caldo e al massaggio

 

Gli addetti al bagno caldo e al massaggio sono solo uomini.

 

 

 

Il tetto del bagno turco di Solimano

 

 

Questa parte della città vecchia è stata protetta dalle autorità per favorire il turismo.

 

Moschea Selimiye a Edirne

 

 

 

Sinan terminò la moschea Selimiye a Edirne, che era in costruzione da ottanta anni. Nelle sue memorie sostenne che si tratta del suo capolavoro.

Sinan, Moschea di Edirne

 

 

Edirne, oggi vicina al confine con la Grecia e la Bulgaria, era la vecchia capitale dell’Impero ottomano prima di Costantinopoli. Sinan voleva superare la basilica di Santa Sofia, creando uno spazio interno non occupato da colonne che impedissero la visuale. La cupola supera per dimensioni quella di Santa Sofia. L’interno è arioso e illuminato dalle numerose finestre. I quattro minareti all’esterno sono tra i più alti del mondo.

Istanbul, moschea blu

Alla morte di Sinan l’architettura ottomana era all’apice. Alcuni dei suoi discepoli costruirono la bellissima Moschea blu di Istanbul.

India, allievi di Sinan, il Taj Mahal

Altri furono chiamati in India dall’imperatore moghul Shah Jahan per edificare il Taj Mahal nella città di Agra, il mausoleo della sua moglie preferita, oggi considerato una delle meraviglie dell’architettura.

NOTA 

da : 

http://1995-2015.undo.net/it/mostra/111349#

 

 

 

Immagine: L’architetto Sinan (a sinistra, con la verga in mano) in una miniatura ottomana del XV secolo

Tophane-i Amire Cultural Center, Istanbul

 

 

28/11/2010

Mimar Sinan incontra Palladio

TOPHANE-I AMIRE CULTURAL CENTER, ISTANBUL

La mostra mette in scena il dialogo a distanza fra i due massimi architetti del mondo ottomano e occidentale del Rinascimento. Mimar Sinan (1490-1588) e’ il grande progettista turco che realizzo’ quasi cinquecento edifici, fra grandi moschee, palazzi, terme, ponti. L’esposizione presenta per la prima volta Palladio al pubblico della Repubblica turca, e lo fa attraverso la serie completa dei famosi modelli lignei delle sue architetture realizzati dal Centro palladiano.

 

COMUNICATO STAMPA

Una mostra organizzata dalla Mimar Sinan Fine Arts University di Istanbul e dal Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio di Vicenza.

L’anno di Istanbul culturale europea si chiude con una mostra di architettura dal titolo evocativo: Mimar Sinan incontra Palladio a Istanbul. La mostra mette in scena il dialogo a distanza fra i due massimi architetti del mondo ottomano e occidentale del Rinascimento. Mimar Sinan (1490-1588) è il grande progettista turco che realizzò quasi cinquecento edifici, fra grandi moschee, palazzi, terme, ponti. Andrea Palladio (1508-1580) è forse l’architetto più famoso di ogni tempo.

Molto più di quanto ci appaia evidente oggi, Venezia e Istanbul erano due potenze gemelle che si contendevano costantemente il dominio del Mediterraneo. Certamente nemiche, erano anche legate da una fitta rete di scambi e interessi commerciali comuni, dai beni di lusso sino al grano, che – come gli USA dall’URSS durante la “guerra fredda” – i Veneziani compravano largamente dal mercato turco fino a quando le campagne bonificate dalle ville non misero fine alla pericolosa dipendenza.

Palladio e Sinan non si conobbero mai personalmente, ma avevano un amico in comune, Marcantonio Barbaro, il committente della villa e del tempietto di Maser, che dal 1568 al 1574 è ambasciatore veneziano a Istanbul, è amico di Sinan e visita spesso i suoi cantieri.

Tramite Barbaro fra i due architetti si istaura un dialogo a distanza, con scambi da entrambe le parti. Dopo l’uscita dei Quattro Libri di Palladio (1570), alcune moschee di Sinan cominciano a mostrare elementi sorprendentemente simili a facciate di ville pubblicate nel trattato.

Chiesa del Redentore _ Andrea Palladio

 

 

campanile della Chiesa del Redentore a Venezia

 

 

 

Chiostro Chiesa del Redentore a Venezia

 

FOTO SOPRA : 

La Chiesa del Redentore a Venezia

 

 

Del resto, chiunque guardi il retro della chiesa del Redentore di Venezia, realizzata da Palladio a partire dal 1576, non può non riconoscere nei due campanili cilindrici con copertura conica due minareti, e come tali dovevano essere visti dalla residenza degli ambasciatori ottomani, che si trovava in palazzo Mocenigo poco lontano.

La mostra presenta per la prima volta Palladio al pubblico della Repubblica turca, e lo fa attraverso la serie completa dei famosi modelli lignei delle sue architetture realizzati dal Centro palladiano: ben 17 grandi modelli in legno e porcellana, riuniti per la prima volta tutti assieme dai tempi della leggendaria mostra vicentina del 1973. Intorno ad essi sono allestiti sei grandi schermi dove sono proiettate multivisioni digitali che mostrano gli edifici di Palladio, nel loro contesto urbano o paesaggistico, confrontati con quelli di Sinan. La mostra stessa è allestita in un ambiente d’eccezione: la più importante fonderia di cannoni dell’Impero ottomano, costruita nel XV secolo, ampliata da Solimano il Magnifico nel Cinquecento e infine, nel 1803, trasformata dal sultano Selim III nell’attuale, imponente struttura voltata in pietra e mattoni.

La mostra è a cura di Guido Beltramini e di Howard Burns (CISA Andrea Palladio) e di Demet Binan (Mimar Sinan Fine Arts University). L’allestimento è curato da Aldo Cibic e Mauro Zocchetta.

La mostra sarà inaugurata il 29 novembre dalla presidente del Centro palladiano, Amalia Sartori, dall’Ambasciatore d’Italia in Turchia, Gianpaolo Scarante e dal rettore della Sinan Fine Arts University. Nel pomeriggio precedente presso la Sinan Fine Arts University si terrà un convegno su Palladio e Sinan nel quale interverranno i curatori della mostra e alcuni dei massimi specialisti turchi di architettura del Cinquecento, fra cui Dogan Kuban, docente al Politecnico di Istanbul, il decano degli studi in materia.

“Sono particolarmente onorata – dichiara Amalia Sartori – che Istanbul abbia voluto coronare un anno tanto significativo per il futuro della Turchia con una mostra su Palladio e Sinan, che crea un vero ponte fra Oriente e Occidente. Ancora una volta la cultura dimostra la propria capacità di creare un terreno comune, e Palladio stesso conferma doti di straordinario ambasciatore. Fra il 2008 e il 2009, mezzo milione di persone ha visitato la nostra mostra in Europa, e la sua versione americana ha riscosso grandi consensi a New York e li sta riscuotendo ora a Washington. Palladio, Vicenza e il Veneto sono diventati nomi familiari ad un pubblico vasto. Penso che nessuno, all’inizio delle celebrazioni per i cinquecento anni dalla nascita di Palladio, avrebbe osato neanche sognare un esito così gratificante”.

Iniziativa nell’ambito di ISTANBUL CAPITALE DELLA CULTURA EUROPEA 2010

per informazioni:

Centro internazionale di studi di architettura Andrea Palladio

Palazzo Barbaran, Vicenza

tel. +39 0444 323014

http://www.cisapalladio.org

Condividi
Questa voce è stata pubblicata in GENERALE. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *