GIOVANNA VITALE:: Pd, la virata a sinistra di Letta spiazza gli ex renziani. Base riformista: ora correggere la rotta — REPUBBLICA DEL 26 MAGGIO 2021

 

 

 

REPUBBLICA DEL 26 MAGGIO 2021

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Pd, la virata a sinistra di Letta spiazza gli ex renziani. Base riformista: ora correggere la rotta

di Giovanna Vitale

 

Enrico Letta

La corrente guidata da Guerini e Lotti, che nei gruppi parlamentari è maggioranza, lancia il suo manifesto per condizionare l’operato del segretario: dal fisco al lavoro, proposte liberal per far ripartire l’Italia

26 MAGGIO 2021 

 

Si sentono messi all’angolo i riformisti del Pd, spiazzati dalla brusca virata a sinistra impressa da Enrico Letta come neppure il “rosso” Zingaretti aveva osato fare. Nessuno si aspettava che il premier delle larghe intese, l’ex democristiano dai modi felpati e una spiccata vocazione per la mediazione, potesse trasformarsi in un “tupamaro”, per usare il soprannome con cui i democratici di rito renziano hanno preso a chiamare il segretario. Hanno ben chiara la strettoia in cui il governo d’unità nazionale lo costringe a muoversi – in equilibrio tra la necessità di restituire un’identità forte al partito, anche per recuperare i voti scivolati negli ultimi anni nel grande invaso grillino, e il sostegno leale all’agenda Draghi che Salvini prova sempre più spesso a intestarsi – ma ne intravedono pure i rischi: continuare ad andare avanti “a colpi di slogan e proposte estemporanee”, senza aver prima costruito un percorso di condivisione interna e con le forze politiche più affini, potrebbe isolare il Pd e aprire una crepa profonda nel rapporto con il presidente del Consiglio. Come la dote per i 18enni (che pochi fra i dem conoscevano) o la proroga dello stop ai licenziamenti purtroppo insegnano.

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di Enrico Letta  25 Maggio 2021

 

Ecco perché, a poco più di due mesi dal passaggio di testimone al Nazareno, la corrente di Base riformista guidata da Lorenzo Guerini e Luca Lotti, che nei gruppi parlamentari è maggioranza, ha deciso di rompere la tregua e lanciare una controffensiva. Che però, a differenza di quanto accaduto in precedenza, non mira a spodestare il leader, bensì a condizionarne l’operato per correggere la rotta. Con due iniziative mirate a riformulare le parole d’ordine avanzate sin qui: il 9 giugno verrà lanciato il “Manifesto dei riformisti” contenente una serie di proposte, tra cui quella sul fisco, “per dare una mano a Letta con la forza dei nostri argomenti”, precisa Andrea Romano, estensore del documento.

Poi, i primi di luglio, toccherà alla “giornata dell’orgoglio riformista” interamente dedicata alle ricette per far ripartire l’Italia, declinate però in chiave meno radical e più liberal: un confronto allargato a sindacati, associazioni di categoria, di volontariato, imprese ed esponenti della società civile sulle priorità che un grande partito come il Pd deve indicare al Paese. E pazienza se rischia di interferire con le Agorà democratiche che il segretario ha in programma di avviare proprio nello stesso periodo.

 

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di Stefano Cappellini 21 Maggio 2021

“Si tratta di un contributo per superare le difficoltà che il Pd ha nel tenere insieme le nostre idee con il sostegno a Draghi, che non significa rinunciare alle battaglie identitarie su sviluppo sostenibile e giustizia sociale, a partire dalla redistribuzione a favore di giovani e ceto medio su cui siamo tutti d’accordo, ma di condividerle il più possibile per raggiungere l’obiettivo”, spiega il coordinatore, Alessandro Alfieri, aprendo la riunione in streaming dell’area, partecipata da una cinquantina fra parlamentari e segretari regionali, ma non dal ministro della Difesa, impegnato altrove. Evidente il riferimento alla dote per i 18enni e al Ddl Zan, su cui pure fra i dem c’è qualche riserva.

Emanuele Fiano (@emanuelefiano) | Twitter

LELE FIANO ( EMANUELE )

 

E ancora più esplicito è Lele Fiano, degli ex renziani forse il più in sintonia con Letta, quando avverte: “Dobbiamo evitare il rischio di isolamento del Pd, nel senso che le proposte che facciamo – dall’aumento della tassa di successione al blocco dei licenziamenti, sacrosanti per combattere la percezione della disuguaglianza aggravata dal Covid – vanno inserite in un quadro di alleanze politico-sociali ampio”. Per scongiurare l’effetto-bandierina, l’impressione di lanciare slogan solo per fare propaganda.

 

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22 maggio 2021

 

Altrimenti il prezzo da pagare, anche in termini di consenso, potrebbe rivelarsi alto. “Abbiamo davanti tre appuntamenti cruciali – le amministrative, la legge elettorale e l’elezione del nuovo capo dello Stato – sui quali è obbligatorio scendere a patti”, insiste Fiano. “E il Pd deve dimostrare di saperlo fare”. Come fin qui non sempre si è riusciti. “Noi dobbiamo dire a Letta che nel partito c’è una sinistra,  nel cui alveo sono appena nate tre nuove correnti, e un’anima riformista”, incalza il deputato milanese. “Tutti vogliamo un cambio di passo sulla questione sociale, ma sul come farlo è necessario ascoltare pure noi, che siamo una parte costituente del Pd, non qualcosa di esterno o a latere”. Applausi virtuali, specie sul finale: “Il segretario deve capire che noi vogliamo produrre idee per aiutarlo, non spaccature per affossarlo”.

 

Un vertice tra Letta e Draghi per chiarire il ruolo del Pd dopo gli ultimi attriti https://www.repubblica.it/economia/2021/05/25/news/un_vertice_tra_letta_e_draghi_per_chiarire_il_ruolo_del_pd_dopo_gli_ultimi_attriti-302788449/

di Giovanna Vitale ,  Roberto Mania, 25 Maggio 2021

 

 

Governo, Alessia Morani: “Io, ex renziana, da Matteo mi aspettavo più responsabilità” | Rep

ALESSIA MORANI

 

Chiaro il messaggio. Ribadito pure da Alessia Morani, l’ex sottosegretaria ancora irritata per la mancata riconferma al governo: se Letta è cambiato, anche gli ex renziani non sono gli stessi di prima. Non cercano incarichi, ma diritto di cittadinanza in un partito a loro dire spostato troppo a sinistra, in cui si riconoscono sempre meno.

“Il Pd deve tornare a essere il partito dei riformisti”, chiude i lavori Luca Lotti. Perciò, “basta silenzi, se abbiamo qualcosa da dire nel merito delle proposte non tiriamoci indietro. Con gli interventi spot non si va molto lontano”.

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