Pat Metheny – Road to the Sun (FULL ALBUM)
Guitar: Jason Vieaux
Producer: Pat Metheny
Engineer: Pete Karam
Engineer: Vera Beren
Composer: Pat Methen
Pat Metheny – Road to the Sun (FULL ALBUM)
IMAGIDYNE
1/11
Pat Metheny: Four Paths of Light, Pt. 1
Pat Metheny – Four Paths Light Pt. 2 (Official Audio)
Pat Metheny: Four Paths of Light, Pt. 3
Pat Metheny: Four Paths of Light, Pt. 4
Pat Metheny: Road to the Sun, Pt. 1
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Pat Metheny: Road to the Sun, Pt. 3
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PANAROMA / MUSICA –18 MARZO 2021
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Sulla strada autoriale di Pat Metheny
Note sparse. Il ritorno discografico dell’artista americano dal titolo «Road To The Sun»
Pat Metheny
Francesco Brusco
EDIZIONE DEL 24.03.2021
PUBBLICATO24.3.2021, 0:17
AGGIORNATO23.3.2021, 19:10
Come una punta che in età matura arretra il proprio raggio di azione, Pat Metheny si reinventa regista lasciando ad altri la finalizzazione delle proprie idee. Non fosse per la bonus track questo sarebbe il primo album in cui il 66enne musicista del Missouri è soltanto autore. Compositore, anzi, in senso stretto, per una musica fissata su pentagramma prima che su disco. Un nuovo inizio in senso artistico e «editoriale», Road To The Sun, prima pubblicazione di Metheny per la Modern Recordings (label della BMG) dopo un ventennale legame con la Nonesuch. C’è concordanza perfetta, dice Pat, tra «l’amore della nuova etichetta per una musica senza confini» e «il musicista che aspiro a essere».
Prodotto da Steve Rodby, l’album propone due suite per chitarra classica eseguite rispettivamente da Jason Vieux e dal Los Angeles Guitar Quartet. Alle premiate dita del primo, Grammy Award nel 2015, sono affidate le note dei Four Paths of Light, quasi degli études contemporanei.
Il gruppo formato da John Dearman, William Kanengiser, Scott Tennant e Matthew Greif è invece incaricato di interpretare la suite in sei movimenti che dà il titolo all’album.
STILISTICAMENTE il lavoro raccoglie l’eredità del lato più meditativo e new age dell’autore, riproponendo quelle spirali melodiche — per anni cullate dai tasti di Lyle Mays — generate dai suoi arpeggi perpetui. Il già variegato linguaggio natìo, al contatto con nylon, si fa a tratti barocco, notturno, finanche flamenco. Se al primo ascolto timbro e pronuncia possono suonarci apocrifi, la calligrafia del testo è inconfondibilmente methenyana, e mette nero su bianco sensazioni già intuite da tanti autori di nuova generazione (penso al polacco Pasieczny) che hanno omaggiato Pat con loro composizioni: l’annosa incomunicabilità tra classico, jazz e popular non ha più ragion d’essere, finalmente.
Ma anche il Metheny performer appone la sua firma: l’ultima traccia è una trascrizione di Für Alina, brano pianistico del 1976 di Arvo Pärt, qui eseguito con la celebre Pikasso a 42 corde:
«Negli ultimi anni il compositore estone ha letteralmente conquistato il pubblico occidentale. Affrontare una delle sue opere mi è sembrato un modo interessante per concludere l’album». La sua agenda, nel frattempo, continua a segnare le date italiane previste per il mese di maggio in città come: Roma, Milano, Ravenna, Padova, Torino. Ci si prova, a essere ottimisti.
QUALCHE CENNO SUL MUSICISTA PAT METHENY
Pat Metheny, all’anagrafe Patrick Bruce Metheny (Lee’s Summit, nello stato del Missouri, 12 agosto 1954), è un chitarrista e compositore statunitense. Tra i più famosi e apprezzati chitarristi jazz in attività, è il fondatore, nonché leader, del
LEE’S SUMMIT– una trentina di km da Kansas City
veduta di Kansas City
MISSOURI NEGLI USA
Il Missouri è uno stato federato del Midwest (talvolta viene considerato anche come Stato del Sud) degli Stati Uniti d’America. La capitale è Jefferson City, la città più grande è Kansas City, mentre l’area metropolitana più estesa è quella di Saint Louis. Attraverso lo Stato scorre il fiume Missouri fino a pochi chilometri a nord di Saint Louis dove sbocca nel fiume Mississippi che delinea i confini fra il Missouri e gli stati di Illinois, Kentucky e Tennessee.
Pat Metheny Group.
Insieme al tastierista Lyle Mays, Metheny ha fondato il Pat Metheny Group nel 1976. Sin da allora è stato uno dei rari esempi di formazione jazz capace di raggiungere il grande pubblico, senza tuttavia cedere a tentazioni squisitamente commerciali. Il gruppo ha sviluppato negli anni uno stile decisamente riconoscibile, fatto di dense orchestrazioni spesso unite al contrappunto classico e molto ibridato dalla world music, in special modo quella sudamericana e Mediterranea.
Pat Metheny al Milano Jazzin’ Festival
Mattia Luigi Nappi – Opera propria- 2008
Metheny si occupa delle melodie, Mays delle complesse armonie. Frequente è il ricorso ai tempi compositi…
Nel corso degli anni Pat Metheny è stato anche tra i primi chitarristi a capire le potenzialità del Synth per chitarra (Roland Gr 808) cambiando radicalmente ed esplorando nuovi orizzonti nei suoni per chitarra, ad esempio cercando di imitare anche il suono delle trombe. —
Nel 1981 si unì al gruppo il bassista Steve Rodby. Con il batterista Paul Wertico e il vocalist polistrumentista argentino Pedro Aznar si è raggiunta la più alta espressione del PMG. Nel 1982 scrive Au lait, brano ipnotico.
Al gruppo si sono affiancati negli anni successivi altri artisti, la cui collaborazione è rimasta limitata a pochi dischi, rendendo la formazione del gruppo abbastanza fluida: degna di nota è la partecipazione di Richard Bona, poliedrico bassista di origini africane, nella registrazione dell’album Speaking of Now (2002) e del successivo Live (2003).
IMMAGINI E TESTO ( PARTI ) DA:
https://it.wikipedia.org/wiki/Pat_Metheny