Nino Cartabellotta @Cartabellotta 17.20 — 27 dicembre 2021 — pubblica il link di Huffington Post, di Linda Varlese, 27 dicembre 2021

 

 

Anche i rigoristi concordano: non si può mandare l’Italia in quarantena.

L’allarme di Battiston e Pregliasco. Cartabellotta propone un isolamento ridotto per chi ha la terza dose

 

HUFFINGTON.IT — 27 DICEMBRE 2021 —

https://www.huffingtonpost.it/entry/anche-i-rigoristi-concordano-non-si-puo-mandare-litalia-in-quarantena_it_61c9964ae4b0bcd2194c0bdc

 

 

 

#Omicron è variante molto contagiosa.

Necessario rivedere regole #quarantena secondo status vaccinale per non bloccare il Paese #VarianteOmicron

 

 

 

27/12/2021 12:02 CET | Aggiornato 4 ore fa

By Linda Varlese

 

 

 

 

“Omicron è una variante molta contagiosa. Ogni positivo può aver avuto, di media, dai 5 ai 10 contatti. Se dovessimo avere un milione di positivi vuol dire che potrebbero esserci dai 5 ai 10 milioni di contatti da mandare in quarantena e questo non è possibile”. Il Presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta intervenendo ai microfoni de L’Italia s’è Desta, su Radio Cusano Campus, prospetta quello che potrebbe essere lo scenario da qui a 10 giorni se non si dovessero rivedere le regole della quarantena per i vaccinati.

 

Per questo, nonostante sin dall’inizio si sia mostrato uno degli esponenti più convinti dell’ala rigorista, chiede “che per chi ha fatto il vaccino con la terza dose, che è più difficile si contagi, e quindi bisognerebbe rivedere le regole per questa categoria. La persona vaccinata anche con terza dose deve vedere la sua quarantena ridotta visto che l’impatto sugli ospedali non è ancora così preoccupante. Dobbiamo entrare in una gestione sanitaria, economica e sociale della pandemia”.

La buona notizia, ha sottolineato infatti il Presidente della Fondazione Gimbe, “è che a fronte dell’incremento così importante dei contagi l’impatto sugli ospedali è percentualmente modesto.ù

Le persone ricoverate in area medica sono l’1,8% dei quasi 520mila attualmente positivi.

Lo 0,21% è in terapia intensiva per un totale di 1081 casi”.

 

Sull’obbligo vaccinale ha spiegato: “Sono un fautore dell’obbligo vaccinale. Basta parlare di prime, seconde e terze dosi. Bisogna che il vaccino diventi una misura di sanità pubblica che andrà somministrato periodicamente.  Del resto il vaccino, nonostante il virus circoli, permette di non affollare gli ospedali”.

 

Coro di voci su revisione della quarantena dei vaccinati

 

A chiedere una revisione della quarantena per i vaccinati sono molti. ““Ci troviamo di fronte a un problema che ci ha colti di sorpresa: come gestire la rapidissima diffusione di Omicron senza chiudere tutto. Il rischio è che, applicando alla nuova variante le norme sulla quarantena e gli isolamenti fiduciari pensate in un’altra fase della pandemia, ci si ritrovi in un lockdown generalizzato di fatto, ma non deciso per decreto come quelli del 2020 e non calibrato sulla tenuta del sistema economico”,

ha detto Roberto Battiston in un’intervista a Repubblica.

 

Abbiamo oltre 50mila casi al giorno, diventeranno molti di più, finiamola con il tracciamento e le quarantene dei contatti. Non possiamo continuare a mettere in quarantena e in isolamento forzato decine di persone (i contatti) per ogni tampone positivo”, ha spiegato l’infettivologo Matteo Bassetti al Secolo XIX.

“Andremo oltre i 100mila contagi al giorno”, ma, “non credo che tornerà il lockdown totale”.

Le restrizioni saranno “solo per i No vax, perché a pesare sui sistemi sanitari saranno loro”, gli fa eco Walter Ricciardi.

 

“E’ chiaro che in questa fase e con questa diffusività di Omicron dobbiamo considerare delle variazioni sulle modalità con cui interveniamo, altrimenti si va comunque verso un lockdown generalizzato vedendo quante persone oggi vaccinate, ma con figli giovani, sono costrette a casa in quarantena per contatti con positivi. Le indicazioni precedenti andavano bene con una contagiosità diversa, ora dobbiamo pensare a modalità differenti”.

Lo sottolinea all’Adnkronos Salute il virologo Fabrizio Pregliasco, docente dell’Università Statale di Milano, intervenendo nel dibattito sulla necessità di cambiare le regole della quarantena per i vaccinati che hanno avuto un contatto con positivo al Covid.

 

“Il problema dell’aumento delle persone, vaccinate con tre dosi, ma in quarantena perché contatti di positivi lo stiamo vivendo negli ospedali dove già c’è una carenza di operatori, medici e infermieri, in isolamento a casa. Questo sta creando delle difficoltà all’attività lavorativa già sotto stress”.

Lo riferisce Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), intervenendo nel dibattito sulla necessità di cambiare le regole della quarantena per i vaccinati che hanno avuto un contatto con positivo al Covid.

 

“Occorre fare un ragionamento solo per quei lavoratori dei servizi essenziali, tra cui gli operatori sanitari. Per questi si potrebbe pensare di farli lavorare con il rispetto di alcune condizioni: indossare sempre la mascherina Ffp2, mantenere sempre una distanza di sicurezza dai colleghi e curare l’igiene delle mani ogni ora. E’ certamente una scelta rischiosa – rimarca l’infettivologo – ma se gli ospedali si dovessero trovare in grave difficoltà per la carenza di operatori costretti alla quarantena, di fronte alla scelta tra chiudere l’ospedale e quella di rivedere le regole dell’isolamento direi che sulla seconda andrebbe aperto un ragionamento”.

 

D’altronde pensare a una quarantena per milioni di persone visto la crescita repentina dei casi dovuti alla maggiore contagiosità della variante Omicron (sono passati nelle ultime settimane da 15mila a ridosso dell’Immacolata a circa 37mila al giorno a Natale, dati Gimbe), porterebbe al collasso anche il sistema economico e il tessuto sociale del Paese e da più parti ci si sta rendendo conto che l’Italia non può permetterselo.

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