Due libri : 1- John Foot, l’Italia e le sue storie ( 1945 -2019 ), Laterza 2019 — 2- Simona Colarizi, Un paese in movimento L’Italia negli anni Sessanta e Settanta, Laterza 2019/ 2021 + recensione di Marco Grispigni, Una controversa memoria collettiva, Il Manifesto 18-12- 2019

 

 

L' Italia e le sue storie 1945-2019 - John Foot - copertina

L’ Italia e le sue storie 1945-2019

Laterza, 2019

 

L’Italia dal 1945 a oggi raccontata attraverso una moltitudine di storie: le vicende di personaggi pubblici e gente comune, di canzoni e partite di calcio, di momenti di bellezza e di violenza, di cambiamenti sociali epocali e di soffocanti continuità.

“Una storia che si legge d’un fiato, capace di portare alla luce con chiarezza e semplicità vicende complesse” – The Sunday Times

“Una storia vivida, una ricerca superba” – The Observer

“Questo agile libro accompagna i lettori alla scoperta dei turbolenti, complicati (e corrotti) anni del dopoguerra” – The Times

L’ Italia esce dalla seconda guerra mondiale in rovina. Divisa, invasa ed economicamente disastrata, è una nazione che qualcuno dice abbia cessato di esistere. Solo quindici anni dopo, nel 1960, esplode l’economia: l’Italia del boom è il paese che cresce più velocemente nel mondo, mentre la società rurale scompare per far posto a quella industriale. John Foot racconta la nostra tumultuosa storia dal dopoguerra a oggi: dal silenzioso assorbimento dei fascisti nella società dopo il 1945 al regno di Silvio Berlusconi, dal picco artistico del cinema neorealista alla celebrazione del centocinquantesimo compleanno dell’Italia unita, queste pagine rispecchiano sia il lato corrotto che quello luminoso di un paese complesso. Se è vero poi che spesso sono i singoli individui a cambiare il corso della storia, John Foot racconta anche le vicende degli italiani comuni che hanno cambiato il loro paese: Franca Viola, la donna che rifiutò il matrimonio a dispetto delle convenzioni sociali; Don Milani, il sacerdote deciso a dare un’istruzione anche ai bambini più poveri; Franco Basaglia, lo psichiatra che disse no alle pratiche della repressione e della deumanizzazione; Roberto Rossellini, il cineasta che provò a costruire bellezza dal caos della guerra… Personaggi e luoghi indispensabili per comporre la storia del nostro paese dal 1945 a oggi.

 

 

John Foot

 

John Foot, docente di Storia contemporanea italiana, ha insegnato presso il Dipartimento di italiano dell’University College di Londra e insegna all’Università di Bristol. Tra le sue opere pubblicate in italiano, ricordiamo: Il boom dal basso: famiglia, trasformazione sociale, lavoro, tempo libero e sviluppo alla Bovisa e alla Comasina (Milano, 1950-1970), (Annali della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, 1997), Milano dopo il miracolo. Biografia di una città (Feltrinelli, 2003), Fratture d’Italia (Rizzoli, 2009), Calcio. 1898-2010. Storia dello sport che ha fatto l’Italia (Bur, 2010), Pedalare! La grande avventura del ciclismo italiano (Rizzoli, 2011) e La “Repubblica dei Matti”. Franco Basaglia e la psichiatria radicale in Italia, 1961-1978 (Feltrinelli, 2014; Ue, 2017). Fonte immagine: sito editore Feltrinelli.

 

 

Un paese in movimento

L’Italia negli anni Sessanta e Settanta

Simona Colarizi

2019, II rist. 2021

Pagine: 184

 

Nell’immaginario collettivo i Settanta sono rimasti impressi come gli ‘anni di piombo’. Ma chi ha vissuto quel decennio ha una memoria viva degli ‘altri’ anni Settanta, quelli della crescita civile del paese, quando una straordinaria mobilitazione di giovani e di donne – operai, studenti, borghesi – ha chiuso i conti col passato e costruito un’Italia democratica e moderna.

A loro hanno fatto da sponda le élites politiche riformiste, i sindacati e le tante associazioni che hanno dato vita alla più ricca stagione di riforme dell’intera storia d’Italia: scuola, sanità, pensioni, Statuto dei lavoratori, divorzio, nuovo diritto di famiglia, solo per citarne alcune tra le tante.

Il libro racconta questi italiani, di gran lunga maggioritari rispetto a coloro che si perdono nella spirale di violenza. Ben più numerosi sono infatti i giovani che legano la loro esistenza agli ideali di libertà, di diritti e di democrazia. Sono loro a impedire che il paese cada in mano alle forze della reazione o si perda nel caos della rivoluzione. Sono loro a realizzare una vera e propria rivoluzione culturale che ha cambiato l’intera società italiana, dal mondo del lavoro a quello delle imprese, delle scuole, delle università, delle professioni, del pubblico impiego, delle famiglie, della politica e della Chiesa.

 

SIMONA COLARIZI STORICO

 

Simona Colarizi (Modena25 dicembre 1944) è una storica italiana.

Laureatasi in Lettere presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” nel 1967, discutendo una tesi in Storia Moderna dal tema Le origini del fascismo in Puglia con relatori Renzo De Felice e Rosario Romeo, nel triennio successivo gode di una borsa di studio del CNR e partecipa alla ricerca defeliciana su Partito, Stato e Società civile nell’Italia Fascista

Nel 1970 è nominata professoressa incaricata di Storia del sindacalismo e del movimento operaio presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Camerino. La stessa nel 1973 la incaricherà di insegnare Storia dei partiti e dei movimenti politici.ell’Italia Fascista.


Nel 1979 è nominata professoressa ordinaria e nel 1983 si trasferisce alla Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” dove continua a insegnare Storia dei partiti e dei movimenti politici. Qui nel 1987 ottiene la cattedra di Storia contemporanea mantenendo la supplenza dell’insegnamento di Storia dei partiti e dei movimenti politici.

Nel 1992 ottiene prima la supplenza di Storia contemporanea alla Facoltà di Sociologia dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, e poi il trasferimento nel 1995.

Nel 2000 è nominata Direttrice del Dipartimento Innovazione e Società (DIeS) dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”.

continua e tutte le opere:
https://it.wikipedia.org/wiki/Simona_Colarizi

 

 Tra i suoi più importanti libri, Storia del Novecento italiano (Milano 2000). Per Laterza ha pubblicato, tra l’altro: Dopoguerra e fascismo in Puglia. 1919-1926 (1971); L’opinione degli italiani sotto il regime. 1929-1943 (1991); Biografia della Prima Repubblica (1996); La cruna dell’ago. Craxi, il partito socialista e la crisi della Repubblica (con M. Gervasoni, 2005); Storia politica della Repubblica. 1943-2006 (2007); Un paese in movimento. L’Italia negli anni Sessanta e Settanta (2019); Passatopresente. Alle origini dell’oggi 1989-1994 (2022).

da :
https://www.laterza.it/autore/?idautore=1820

 

 

 

RECENSIONE DEI DUE LIBRI :

 

IL MANIFESTO – 18 DICEMBRE 2019
https://ilmanifesto.it/una-controversa-memoria-collettiva-tra-svolte-conflitti-e-trasformazioni

 

Una controversa memoria collettiva tra svolte, conflitti e trasformazioni

PERCORSI DI LETTURA. L’editore Laterza ha appena pubblicato due volumi, molto differenti fra di loro eppure emblematici delle difficoltà da parte degli studiosi di storia nell’incidere sul «discorso pubblico» riguardo il nostro passato. «L’Italia e le sue storie» di John Foot e «Un paese in movimento» di Simona Colarizi. La cifra della «crisi» domina il primo volume, mentre il secondo analizza «la stagione dei movimenti»

Una controversa memoria collettiva tra svolte, conflitti e trasformazioni

Gian Maria Volonté in una scena di “La classe operaia va in paradiso” di Elio Petri, 1971

 

La storia del nostro passato più recente è una presenza/assenza nel dibattito culturale e politico del nostro paese. Ignorata e negletta nella scuola, fino a essere per un periodo esclusa anche dalle tracce della prova scritta della maturità, oppure usata in maniera ridicola con citazioni strampalate che procurerebbero sonore bocciature nelle aule scolastiche. Utilizzata, invece a volte, come «arma contundente» in commissioni parlamentari o per indire l’ennesima giornata della memoria, confermando quella riduzione della riflessione storiografica al «paradigma vittimario» di cui molti storici hanno parlato da tempo.

 

IN QUESTA SITUAZIONE  i numerosi volumi pubblicati su differenti aspetti della storia dell’Italia repubblicana hanno una loro circolazione parallela che non incide sulla formazione di una conoscenza storica diffusa.

Occorre ritornare all’inizio degli anni Novanta per trovare lavori di storici che ebbero un impatto significativo sul dibattito culturale e politico del nostro paese; al libro di Claudio Pavone sulla Resistenza oppure a una serie di volumi sulla storia dell’Italia della prima Repubblica, come quelli di Paul Ginsborg, Silvio Lanaro, Pietro Scoppola.

 

OGGI QUESTO RUOLO di costruzione di una memoria collettiva, concetto ben differente dall’orwelliana «memoria condivisa», lo svolgono alcuni giornalisti e le trasmissioni di nicchia della Rai, come «Passato e presente» di Paolo Mieli o la programmazione del canale Rai Storia. In questo contesto l’editore Laterza ha appena pubblicato due volumi, molto differenti fra di loro eppure emblematici delle difficoltà da parte degli studiosi di storia nell’incidere sul «discorso pubblico» riguardo il nostro passato.

Il primo di John Foot, L’Italia e le sue storie. 1945-2019 (pp. 417, euro 25), il secondo di Simona Colarizi, Un paese in movimento. L’Italia negli anni Sessanta e Settanta (pp. 162, euro 15).

Il lavoro di Foot, storico britannico che ha vissuto e insegnato per molti anni in Italia, si rivolge a un pubblico di non addetti ai lavori con un’operazione brillante e una prosa scorrevole. Il lungo periodo che dall’immediato dopoguerra arriva fino a oggi viene ripercorso con l’ausilio di «storie, processi, eventi sportivi e biografie per dipingere il quadro di un paese».

Il volume di Colarizi, invece, oltre a essere centrato su due decenni «caldi» per la riflessione storiografica nazionale, ha una struttura molto più classica e si rivolge alla comunità degli studiosi, offrendo una lettura di sintesi spinta dal riaccendersi del dibattito sugli anni Settanta «frutto di approfonditi lavori di ricerca specie da parte degli storici della generazione più giovane».

 

NONOSTANTE LE RISERVE legate al fatto che si possano utilizzare categorie storiografiche anche per arrivare alla cronaca dei giorni nostri, alla fine della lettura del volume di Simona Colarizi, il giudizio si è completamente ribaltato. Il libro di John Foot, oltre che una lettura piacevole, è capace di cogliere e descrivere, proprio grazie al carattere emblematico di alcune vicende, i passaggi chiave dell’Italia repubblicana. A volte lo sguardo dello «straniero» è leggermente straniante ma molto significativo, offrendoci letture e interpretazioni che lo «sguardo interno» fatica a cogliere perdendosi in dettagli.

ANCHE SUGLI ANNI più vicini, il solo rimettere in ordine cronologico alcune vicende ha un effetto illuminante. Basti pensare, per esempio, alla vicenda delle migrazioni dei cosiddetti extracomunitari verso il nostro paese, iniziata nei primi anni Novanta con «l’invasione» degli albanesi e poi con i primi gravissimi episodi di razzismo in alcune città, come l’assassinio di Abdellah Doumi a Torino nel 1997, e non certo con Minniti e Salvini.

In generale l’autore rivendica la scelta di un libro privo «di un tema portante», anche se alla fine del suo lavoro riconosce un filo conduttore nel «senso costante di crisi e trasformazione che permea la storia d’Italia» che nel testo assume spesso una sorta di nostalgia per un paese che oggi «è irriconoscibile rispetto al paese uscito dalla guerra del 1945». Meno male, si potrebbe aggiungere.

 

Il volume di Colarizi, invece, sembra un’occasione persa di aggiungere un altro tassello interessante alla riflessione sugli anni che alcuni studiosi definiscono «la stagione dei movimenti». L’autrice muove, giustamente, da un approccio contrario a quello di Foot, il rifiuto di leggere questi decenni utilizzando prevalentemente «la categoria della crisi». I due decenni in questione sono quelli di un doppio cambiamento epocale del paese, che diviene pienamente industriale prima, per uscire poi rapidamente da questa fase già alla fine degli anni Settanta. Il tutto accompagnato da un lungo ciclo di protesta che «vede scendere nelle piazze almeno tre generazioni di giovani dal 1960 al 1976».

 

CIÒ CHE NON CONVINCE di questa analisi è proprio la lettura dei protagonisti del lungo ciclo di protesta. Tutto il testo è permeato da una costante condanna del radicalismo dei vari movimenti, considerato un orpello ideologico, oltre che criminale, nonostante il quale si afferma un cambiamento epocale del paese frutto, praticamente esclusivo, all’inizio del ciclo dei governi di centrosinistra e poi da quelle «richieste di rinnovamento, epurate dall’estremismo giovanile», rappresentate dal Partito radicale. Grandi protagonisti del volume sono proprio i radicali, che inaugurano il capitolo che tratta il periodo 1969-1976, dominando anche il paragrafo dedicato al movimento femminista.

 

D’ALTRONDE se si scorre l’indice dei nomi ci si rende conto che Marco Pannella è il secondo personaggio più citato, davanti a Berlinguer e dietro soltanto a Moro (per l’ovvio impatto del rapimento e assassinio). Con questa chiave di lettura, al centro delle grandi trasformazioni del paese e delle importanti riforme ci sono soprattutto i diritti civili e poca attenzione nei confronti della più ampia e secca redistribuzione sociale di reddito, di poteri e di diritti mai avvenuta nel corso della storia repubblicana che fu il risultato delle lotte operaie del periodo 1969-1973.

 

 

SUGGERIAMO UN LIBRO

che deve essere  diverso, da quello sullo stesso tema, recensito sopra,

anche per il suo autore.. 

 

Il settantasette - Marco Grispigni - copertina

Il settantasette

Il Saggiatore, 1997

 

Il 1977 è stato l’anno della cacciata di Luciano Lama dall’Università di Roma, della P38 esibita come simbolo di rivolta, ma anche l’anno degli indiani metropolitani, di Radio Alice, del movimento bolognese, surrealista e dadaista. Un anno controverso, forse più difficile da interpretare dello stesso ’68. Il libro di Grispigni cerca di ricostruire le diverse fasi e i diversi aspetti dei movimenti in campo e di fornire le coordinante ideologiche e culturali.

 

Francesco  18 gennaio 2011

Libro interessante, ben scritto, pieno di spunti, riflessioni. Ricostruisce in maniera chiara, disillusa, puntuale, al di là della retorica, un anno fondamentale.

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1 risposta a Due libri : 1- John Foot, l’Italia e le sue storie ( 1945 -2019 ), Laterza 2019 — 2- Simona Colarizi, Un paese in movimento L’Italia negli anni Sessanta e Settanta, Laterza 2019/ 2021 + recensione di Marco Grispigni, Una controversa memoria collettiva, Il Manifesto 18-12- 2019

  1. DONATELLA scrive:

    La storia più vicina a noi è quella più difficile da interpretare.

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