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MILANO FINANZA-– 21 aprile 2025 — ore 11.15 / agg. 21.57
Piero Schiavazzi
Il Conclave è già iniziato: ecco i cardinali favoriti a diventare Papa. Parla il vaticanista Piero Schiavazzi
La struttura del collegio cardinalizio che eleggerà il prossimo Papa seguirà la direttrice indicata già da tempo da Bergoglio. Il professore della Università Link: «La Chiesa di Francesco oggi guarda all’Estremo Oriente» |
In Vaticano da mesi era pronto un piano B per i riti della Santa Pasqua senza il Pontefice. La permanenza di Papa Francesco al Policlinico Gemelli di Roma, dove è stato ricoverato lo scorso 14 febbraio, per una polmonite bilaterale ha fatto da subito partire il toto-nomi sul suo successore e da più parti si è parlato di avviare una sorta di «conclave ombra».
«In realtà il pre-conclave è già iniziato», spiega a MF-Milano Finanza Piero Schiavazzi, professore straordinario di Geopolitica Vaticana dell’Università Link.
«E già dal 2014 quando Papa Francesco ha cominciato a lavorare alla propria successione con uno schiacciante schieramento di nuovi cardinali che hanno profondamente modificato la struttura del collegio cardinalizio». Saranno loro ad eleggere il prossimo Papa, dunque, «il criterio di selezione dei cardinali è determinante per capire dove va il conclave», sottolinea l’esperto.
La scommessa di Bergoglio
«Con 10 tornate di nomine Bergoglio in questi anni ha spinto tantissimo la Chiesa verso Oriente, fedele alla profezia di papa Giovanni Paolo II che ha definito il terzo millennio quello dell’Asia. Proprio in questo continente c’è quello che possiamo definire il baricentro dello sviluppo demografico ed economico del pianeta dove, però, la Chiesa conta per una percentuale bassissima, appena il 3% degli abitanti. E questa è stata la vera scommessa di Bergoglio».
Dunque, con la globalizzazione che è entrata a forza nella geopolitica della Chiesa, chi avrebbe più chances? «Abbiamo 135 cardinali elettori, di cui ben 24 dell’Asia. Un blocco di voti», sottolinea il professore per il quale sarà «inevitabile nel prossimo conclave, una spinta molto forte proprio per un pontefice asiatico o africano, episcopati, questi, che non hanno mai avuto un Papa».
La «partita» italiana
L’Italia non parte favorita, però c’è da considerare un elemento importante: «Il vero problema è tenere unita la base della Chiesa ed evitare un rischio di scisma tra le grandi aree geografiche». Un italiano «verrà eletto solo se prevale l’esigenza di un mediatore che tenga unita la Chiesa nelle sue sensibilità molteplici». Due su tutti i cardinali italiani più accreditati: «Il segretario di Stato Pietro Parolin e Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana. Difficile l’elezione di un papa americano», conclude Schiavazzi.
I possibili successori
Pietro Parolin, 70 anni, segretario di Stato vaticano dal 2013, diplomatico di lunga esperienza, è considerato un candidato «di continuità» e allo stesso tempo «un equilibratore», capace di mantenere il timone della Chiesa su una linea pastorale aperta, ma con attenzione all’equilibrio tra le diverse anime cattoliche.
Matteo Maria Zuppi, 69 anni, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, ha una forte sensibilità sociale e una lunga esperienza nella Comunità di Sant’Egidio. È visto come espressione di una Chiesa vicina ai poveri e al dialogo, ma con un approccio pastorale innovativo, dialogante e pragmatico.
Non solo, tra i nomi circolano insistenti anche quelli del cardinale Pier Battista Pizzaballa, 60 anni, patriarca latino di Gerusalemme, è un francescano con esperienza diretta nelle terre della Bibbia. La sua candidatura potrebbe essere favorita dalla necessità di un ponte tra Oriente e Occidente, oltre che dalla sua capacità di dialogo interreligioso.
Dopo il Sud America con Bergoglio, ci sono voci secondo cui il prossimo Pontefice possa arrivare dall’Africa o dall’Asia.
Il filippino Luis Antonio Tagle, 67 anni, prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, è un volto dell’Asia cattolica, con un carisma che ricorda quello di Francesco. Potrebbe essere un pontefice simbolo di una Chiesa missionaria e giovane.
Per quanto riguarda l’Africa, tra quelli più tenuti in considerazione c’è il congolese Fridolin Ambongo Besungu, 65 anni, arcivescovo di Kinshasa.
E Robert Sarah, 79 anni, originario della Guinea, ex Prefetto della Congregazione per il Culto Divino.
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E’ difficile, in un momento come questo, non provare angoscia per la scomparsa di Papa Francesco.