ch. tanti di noi hanno sentito con commozione e serietà “Ma mi” di Strehler–
ma se vi fermate un attimo e vi immedesimate qui, nella fine di Giancarlo Brugnolotti –24 anni—sentirete che qui non c’è musica—solo silenzio.
Giancarlo Brugnolotti (Cremona, 6 agosto 1921 – Milano, 21 aprile 1945) è stato un partigiano italiano
http://it.wikipedia.org/wiki/Giancarlo_Brugnolotti
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Dopo i duri colpi subiti dalla Brigata tra l’autunno e l’inverno 1944, lasciò la Val Trompia e scese a Milano, dove venne arruolato da Giovanni Pesce Visone nella 3ª Brigata GAP Lombardia di cui era comandante. Il 21 aprile 1945, armato di sten e bombe a mano, con un compagno operò un assalto in pieno giorno al gruppo rionale fascista di via Cadamosto, poco fuori Porta Venezia. Compiuta l’operazione, mentre in bicicletta stava allontanandosi, saltò la catena del mezzo e si trovò sotto il fuoco degli inseguitori. Mentre il compagno riuscì a fuggire, egli si gettò a terra fingendosi morto, poi riprese a sparare i pochi colpi residui, ma venne catturato. Trascinato nell’edificio, fu interrogato e torturato per qualche ora, poi, dinanzi al suo silenzio, fu riportato all’esterno, addossato al fianco della chiesa di Santa Francesca Romana e fucilato. (wiki)
aveva 24 anni.
a chi mai interessasse:
- Giovanni Pesce Senza tregua. La guerra dei GAP, Milano, 1967 (rist.2007).
- Marino Ruzzenenti La 122ª brigata Garibaldi e la Resistenza nella Valle Trompia, Brescia, 1977.
Grazie, cara Chiara, per averci fatto conoscere questo terribile episodio della guerra di Liberazione e per avere ricordato il sacrificio di un protagonista cui dobbiamo la libertà del nostro Paese dai tedeschi e dal fascismo.
oh come sei bravo quando sei bravo! Adesso puoi star cattivo per un po’! ciao belli Peynet amorosi, chiara
E’ terribile pensare a tutti i giovani e meno giovani, morti per liberare l’Italia e l’Europa da una codizione terribile di guerra, di terrore, di fame e di dittatura. Avevano tutti in mente un’idea migliore di realtà, anche se diversa tra di loro. Avevano in comune la speranza di un mondo migliore, quella che dà un senso alla vita.
Il partigiano Brugnolotti venne fucilato in quanto aveva appena sparato alle spalle e uccise un milite della Caserma Caruso (caserma dei carabinieri) poco distante dalla dalla caserma delle Brigate Nere di via Cadamosto dove avvenne l’uccisione del milite.
Dalla Caserma uscirono i militi della brigata Nera e inseguirono con la bicicletta il Brugnolotti il quale nel tentativo di scappare sparò e uccise un nonno che passeggiava nei giardinetti poco distanti.
Il Brugnolotti venne catturato sotto il ponte della stazione centrale perché alla sua bicicletta cadde la catena. Fu portato nella Caserma di via Cadamosto e poco dopo venne fucilato.
Il Brugnolotti pochi istanti prima di essere fucilato…non gridò “VIVA L’ITALIA LIBERA” come volevano farci credere ma gridò VIVA STALIN” dopodiché venne fucilato secondo le leggi marziali di quel brutto periodo.
Questa è la vera storia di Giancarlo Brugnolotti fucilato perché aveva ammazzato un milite e un civile…Questa storia mi è stata raccontata da una persona che era presente ai fatti….mia mamma!!!
ti ringraziamo infinitamente della tua testimonianza e della tua famiglia, quello che abbiamo riportato è quello scritto dall’ANPI ( Associazione Partigiani italiani), ma siamo molto contenti di avere – subito sotto- una testimonianza così importante come qualcuno che ha assistito personalmente come è stata tua mamma, alla cui narrazione ti riferisci. Se sei d’accordo, potremmo contattare l’Anpi a cui mandare il tuo scritto, ma devi essere d’accordo perché dovrebbe essere a tuo nome.. del resto mi viene in mente in questo istante che potresti farlo direttamente tu come hai fatto con noi. L’indirizzo dell’Anpi, come sai già, lo trovi su Google–Per noi va tutto bene, come preferisci tu- ciao, ancora ti ringraziamo, chiara per il blog.