Johannes Bückler @JohannesBuckler · Jun 19, 2020 ha pubblicato vari tweet tutti il 19 giugno che abbiamo riunito. + Parco Naturale di Filettino dal ’38 dedicato al gerarca fascista Rodolfo Graziani

 

19 giugno 2020

 

A Filettino, c’è un parco giochi per bambini. E’ intitolato a Rodolfo Graziani. Non è roba recente. E’ stato dedicato a lui nel 1938 dal podestà Domenico Pontesilli. Già. Un parco giochi per bambini. E quell’anno. Il 1938.

 

 

Io me lo ricordo bene quell’anno, il 1938. Le leggi razziali contro noi ebrei. Contro di me e contro la mia famiglia. Un parco giochi per bambini. Avete ancora un parco gioco per bambini intitolato a un gerarca fascista.

 

Sul Manifesto della razza in appoggio alle leggi razziali fasciste c’era anche la sua firma, sapete? Chi sono? Mi chiamo Settimio Calò. Condannato il 16 ottobre del 1943. Quale fu mia condanna? Essere sopravvissuto.

 

Quel 16 ottobre 1943 abitavo a Roma in via del Portico D’Ottavia al numero 49. Sì, nel ghetto ebraico. Quella notizia mi aveva riempito di gioia. Da accanito fumatore avevo saputo che nella tabaccheria a Monte Savello erano arrivate delle stecche di sigarette.

 

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Una manna vista la difficoltà dei rifornimenti. Per questo uscii di casa all’alba. Per essere uno dei primi evitando così eventuali code. Dormivano tutti quando richiusi la porta dietro di me. A cominciare da mia moglie Clelia Frascati.

 

Avevo 45 anni. Mi ero sposato molto giovane. Da quel matrimonio erano nati i nostri gioielli. Dormivano anche loro quella mattina. Ester, 20 anni, Rosa di 18, Ines di 16, David di 13, Elena di 11, Angelo di 8, Nella di 6, Raimondo di 4, Samuele 6 mesi ancora da compiere.

 

C’era anche mio nipote, figlio di una mia sorella, Settimio Caviglia, di 12 anni. Ho letto che qualcuno ha scritto ci fosse anche Bellina, un’altra mia figlia. Non è così. Bellina era morta 10 anni prima, nel 1933. In casa moglie, 9 figli e un nipotino. E io a cercare sigarette.

 

E un po’ di fila la feci. E poi tornai a casa felice, dopo aver recuperato qualche sigaretta. La salita delle scale, l’apertura della porta. E quel silenzio. Un silenzio insolito a quell’ora. Chiamai tutti per nome. Silenzio. Le stanze erano vuote.

 

Capii all’istante quello che era successo. Mentre ero a comprare le sigarette i tedeschi erano entrati in casa e avevano portato via tutti. Sapevo cosa significava essere rastrellati dai nazi-fascisti. Lo sapevo. E impazzii.

 

 

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Uscii di casa. Ricordo di avere corso. Correvo senza sapere dove. Qualcuno mi disse che c’era gente radunata alla Lungara. Li raggiunsi e urlai: “Ci sono anch’io”. Volevo riunirmi alla mia famiglia, ma un soldato italiano mi ricacciò indietro. Che sia maledetto.

 

 

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Continuavo a piangere. Il 19 ottobre mia sorella Liliana andò alla stazione della Tiburtina. Vide suo figlio, mio nipote, rannicchiato all’interno di un vagone diretto in Polonia. “Vai a casa mamma, abbi cura dei miei fratellini” le disse. Povero bambino.

 

 

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La moglie, i nove figli e il nipotino di Settimio Calò furono tutti uccisi appena arrivati ad Auschwitz-Birkenau. Come molti altri bambini portati via ai loro genitori. Come i sei figli di Leone e Virginia Bondi per esempio. Molte le famiglie distrutte

 

 

Settimio Calò è morto cinquant’anni fa distrutto dal dolore. Aveva vissuto il resto della vita nel rimorso per essere sopravvissuto. Una famiglia, la sua, simbolo di tutte le famiglie distrutte dall’odio antisemita.

 

Nel 2010 il sindaco Gianni Alemanno annunciò l’intenzione di dedicare una via di Roma a Settimio Calò che nel rastrellamento del 16 ottobre del ’43 aveva perso nove figli, la moglie e un nipotino. Gian Antonio Stella sul Corriere lo ha ricordato di nuovo a Virginia Raggi.

 

In quel “sabato nero” tra le ore 05:30 e le ore 14:00 del 16 ottobre 1943 tra gli oltre mille ebrei deportati ad Auschwitz (ne torneranno solo diciassette) c’erano 288 tra neonati, bambini e ragazzi fino 15 anni. Precisamente…

 

Dieci ragazzi di 15 anni, quindici di 14, diciannove di 13, diciassette di 12, sedici di 11, diciassette di 10, dieci di 9, sedici di 8, sedici di 7, ventitrè di 6, ventuno di 5, ventiquattro di 4, ventitrè di 3, venticinque di 2, tredici di 1.

 

Con loro due neonati di 10 mesi, uno di 9 mesi, due di 8 mesi, due di 7 mesi, cinque di 6 mesi, due di 5 mesi, due di 4 mesi, tre di un mese, 1 di 15 giorni e uno, figlio di Marcella, nato al momento dell’arresto. Più due bambini senza nome.

 

Di tutti questo angeli si salvò solo Enzo Camerino di quindici anni, figlio di Italo. Tutto gli altri furono uccisi nelle camere a gas al loro arrivo ad Auschwitz-Birkenau. Nessun parco giochi è dedicato a loro.

 

 

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Fulvia Ripa di Meana, che verrà decorata con croce di guerra al valor militare per la sua attiva partecipazione alla resistenza contro i nazi-fascisti a Roma, stava passando da via Fontanella Borghese quando vide tre camion pieni di bambini. Questa la sua testimonianza

 

 

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Grazie a

@VittorioBotti

per avermi suggerito di raccontare la storia di Settimio Calò e della sua famiglia. Moglie, nove figli e un nipotino uccisi dalla follia nazifascista. E lui condannato a sopravvivere. Un parco giochi per bambini. Per non dimenticare.

 

 

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Johannes Bückler on Twitter: "A Filettino, c'è un parco giochi per bambini. E' intitolato a Rodolfo Graziani. Non è roba recente. E' stato dedicato a lui nel 1938 dal podestà Domenico Pontesilli.

IL PARCO NATURALE DI FILETTINO E’ DAL 1938 — TRISTE ANNO  – DEDICATO A RODOLFO GRAZIANI,  ” IL GENERALE GRAZIANI “, CHE FU FIGURA DI SPICCO DEL FASCISMO–

 

 

CHI E’ STATO RODOLFO GRAZIANI


 

Nasce a Filettino, in provincia di Frosinone nel Lazio, nel 1882 – e muore a Roma nel 1955.

Partecipò alla prima guerra mondiale.

Durante la seconda guerra mondiale divenne comandante superiore e governatore generale nella Libia italiana subentrando nella carica a Italo Balbo. Nella campagna del Nord Africa comandò l’esercito italiano durante l’invasione italiana dell’Egitto e l’Operazione Compass, la quale portò ad una catastrofe militare segnata dalla sua totale disfatta strategica: le forze militari italiane, numericamente superiori di quattro volte a quelle britanniche ma inferiori in addestramento tattico e carenti in armamenti, veicoli, e unità di corpo, subirono una delle più grandi sconfitte della loro storia. Graziani giustificò la sua posizione descrivendo lo scontro tra italiani e britannici come “lotta della pulce contro l’elefante”, mentre Mussolini gli attribuì la piena responsabilità della sconfitta e lo destituì.

Dopo un periodo di ritiro accettò da Mussolini l’incarico, nell’allora constituendosi governo della Repubblica Sociale Italiana, di Ministro della difesa nazionale (dal 6 gennaio 1944 Ministero delle forze armate), che mantenne fino al crollo finale del 1945, prendendo parte alla lotta contro gli anglo-americani e nella repressione antipartigiana.

 

Nel dopoguerra, a causa dell’uso di gas tossici e dei bombardamenti degli ospedali della Croce Rossa durante la guerra d’Etiopia, fu inserito dalla Commissione delle Nazioni Unite per i crimini di guerra nella lista dei criminali di guerra su richiesta del governo etiope, ma non venne mai processato. La richiesta di estradizione presentata dall’Etiopia fu negata dall’Italia nel 1949.

 

Fu invece processato e condannato a 19 anni di carcere per collaborazionismo, anche se scontati quattro mesi fu scarcerato.

 

Aderì quindi al Movimento Sociale Italiano, del quale divenne presidente onorari

 

vale leggere i dettagli della vita: 

https://it.wikipedia.org/wiki/Rodolfo_Graziani

 

 

 

Filettino

FILETTINO

 

 

 

 

SCHEDA TECNICA : RIQUALIFICAZIONE DEL PARCO GRAZIANI, REGIONE LAZIO– 2012

 

 

 

Filettino: nuovi alberi al Parco Graziani donati da un benefattore

NUOVI ALBERI AL PARCO GRAZIANI DA UN BENEFATTORE

https://www.ciociariaoggi.it/

 

 

 

Johannes Bückler on Twitter: "A Filettino, c'è un parco giochi per bambini. E' intitolato a Rodolfo Graziani. Non è roba recente. E' stato dedicato a lui nel 1938 dal podestà Domenico Pontesilli.

IL PARCO DI FILETTINO INTITOLATO A RODOLFO GRAZIANI, EMINENTE FASCISTA

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