ANSA.IT — 31 AGOSTO 2021
Schinas, è il momento politico per intesa sul Patto per la migrazione.
‘Lavorare con Paesi confinanti per limitare i flussi’. Johansson, ‘Evitare nuovo 2015 è possibile’
BRUXELLES – “La crisi afghana non è dipesa dall’Europa, ma può diventare un momento che definisce l’Europa. E prima di tutto pone ancora una volto sotto i riflettori la necessità dell’Ue di avere una politica olistica su migrazione e asilo, sulla base della proposta della Commissione europea. E’ il momento politico per un accordo sul Patto della migrazione”. Lo ha detto il vicepresidente della Commissione europea, Margaritis Schinas, arrivando al consiglio straordinario dei ministri dell’Interno dell’Ue sull’Afghanistan.
MARGARITIS SCHINAS ( Margaritīs Schoinas )– ( Salonicco, Grecia, 1962 ), europarlamentare per Nuova Democrazia dal 2007 al 2009, portavoce della Commissione europea dal 2014 al 2019, Commissario europeo dal 2019, candidato il 18 luglio 2019 dal governo greco guidato da Kyriakos Mītsotakīs ; è vice-Presidente della Commissione von der Leyen. )
FOTO DA : https://ec.europa.eu/commission/commissioners/2019-2024/schinas_en
“Con tutta la comunità internazionale, l’Onu, il G7, il G20, dobbiamo mettere insieme risorse per costruire capacità e sostegno più vicino all’Afghanistan. Dobbiamo lavorare con i Paesi del vicinato. Così limiteremo anche il margine dei trafficanti di produrre grossi movimenti di profughi alla nostra frontiera esterna“, ha aggiunto Schinas.
Ylva Johansson (Huddinge, 13 febbraio 1964) è una politica svedese, esponente di spicco del Partito Socialdemocratico Svedese e più volte ministro. Dal marzo 2020 è commissario agli affari interni della commissione von der Leyen.
“Dobbiamo evitare una crisi umanitaria, una crisi dei migranti e minacce alla sicurezza. Dobbiamo agire tutti insieme ora e non aspettare di avere grandi flussi migratori alle nostre frontiere, o terroristi più forti”. Lo ha detto la commissaria europea agli affari interni, Ylva Johansson, spiegando che “possibile evitare una situazione come quella del 2015″. Ma per farlo, occorre “agire per sostenere la gente in Afghanistan e nel vicinato, e lavorare con le organizzazioni internazionali”.
Difficile dire se questi buoni propositi avranno attuazione.