23 ottobre 2012 ore 00:26 DAL BLOGHISSIMO DI NEMO ECCOVI Davide Laiolo: Veder l’ erba dalla parte delle radici

nemonemo ha postato sul blog cinelibri

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Davide Laiolo: Veder l’ erba dalla parte delle radici
“””… < […] Talvolta, per il mio incarico ( membro della Presidenza della Camera ndr ), seduto sugli scranni più alti della presidenza, seguivo uno a uno i votanti. Cercavo di scoprire nei loro occhi i pensieri, studiavo le loro mosse, m’ intestardivo nel cercare di comprendere le loro psicologie. Tutto inutile: erano automi anche nei pensieri non soltanto nel gesto incurante di deporre la scheda. Allora mi sorprendevo a fare riflessioni deprimenti. Collocavo accanto ai volti dei votanti quelli di milioni di cittadini che li avevano eletti. Girando in lingo e largo paesi e città attraverso l’ Italia conoscevo i loro bisogni, le loro aspettative. C’ era certamente la schiera dei < beneficiati > quelli che vivevano ai margini della politica ma la maggioranza era fatta di cittadini che erano convinti di avere mandato a Roma, dove sta il potere,
chi aveva il compito di difendere lealmente i loro interessi e migliorare le loro condizioni disagiate. Era invece questa assenza del paese reale che navigava sulla maggioranza di quei volti. S’ era instaurata anche in Parlamento una mentalità qualunquista che rendeva difficile l’ utile funzionamento delle istituzioni. Di lì il distacco tra paese reale e chi deteneva il potere, l’ allentarsi della democrazia, l’ inquinamento della giustizia, la burocratizzazione e il ritorno di vecchie nostalgie autoritarie nei corpi separati dello stato. Queste constatazioni erano il terreno di discussione e anche di scontro tra chi voleva evitare queste distorsioni e fare assolvere al Parlamento la sua funzione. Ma la maggioranza che appoggiava il potere riusciva a strangolare le discussioni, a impedire chiarimenti. Non sempre anche i partiti impegnati per allargare la vita democratica erano costanti in questa battaglia. > …”””

( da Veder l’ erba dalla parte delle radici di Davide Laiolo, premio Viareggio 1977, BUR Rizzoli Milano 1979, pgg. 230 £. 2000 )

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1 risposta a 23 ottobre 2012 ore 00:26 DAL BLOGHISSIMO DI NEMO ECCOVI Davide Laiolo: Veder l’ erba dalla parte delle radici

  1. D 'IMPORZANO DONATELLA scrive:

    Dal momento che descrive così bene Davide Laiolo non ci siamo più mossi, anzi, sicuramente secondo molti siamo peggiorati. Io però sposterei lo sguardo dai politici, che in questo momento sono sotto tiro, a noi stessi, come popolazione. Chi ha eletto i vari Craxi e gli impresentabili Berlusconi? Non si sono imposti con la dittatura o con l’esercito, ma li ha voluti la maggioranza degli italiani. Non hanno neppure avuto bisogno delle squadracce come il fascisti per accaparrarsi il potere e tenerselo per così tanti anni. Allora smettiamola di prendercela col governo ladro, guardiamo in profondità la nostra società, onoriamo chi ha avuto il coraggio di reagire e prendiamo esempio da chi non si è risparmiato né si risparmia per una possibilità di vivere meglio tutti quanti.
    Credo che potremmo fare un elenco lungo un anno di persone che sono andate e vanno contro la corrente del qualunquismo , che è sempre esistito da che mondo è mondo, e che va sempre combattuto, perché ci fa tutti più poveri e più cattivi. Smettiamola di piangerci addosso, perché la cosa ci dà magari un sollievo immediato, ma poi ci ritroviamo senza avere concluso niente.
    Questa mattina sono andata per caso in un ambulatorio della ASL a Gratosoglio: quello che più mi ha colpito è la sensazione di stanca che vi circolava. Il medico fisiatra, mentre parlava male della situazione della Sanità nazionale, non mi ha quasi visitato, ha scritto la prescrizione di terapie con un’aria sfinita, quasi mi volesse comunicare che non servono a niente. Uno esce da queste visite piìù acciaccato di prima, almeno moralmente. Ma perché non si può vedere la vita con un po’ più di ottimismo? In più questa mattina è splendida, c’è un bel sole autunnale, gli uccellini si rincorrono tra loro, c’è un magnifico profumo di brioches che viene da un bar e noi siamo ancora discretamente vivi. Cosa ci serve ancora per muoverci ed essere, se si può, un po’felici?

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