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nel link sopra, alfredo bini ci parla lungamente della sua passione + una serie di foto belle, una per tutte,
QUESTA!
Alfredo Bini
Alfredo Bini è un foto-giornalista freelance. Il suo lavoro, che è pubblicato dalle più importanti media internazionali, è spesso utilizzato come materia di dibattito durante conferenze, programmi televisivi e festival. È esposto e proiettato in musei, gallerie e università. Transmigrations, progetto sul viaggio dei migranti africani attraverso il deserto del Sahara, vince molti premi ed è esposto in festival di tutto il mondo e in mostre personali. Libyan Uprising, reportage sul primo mese della rivoluzione in Libia, comprende molte foto dell’assedio di Misurata che sono state pubblicate sulla stampa internazionale. Land Grabbing or Land to Investors? è selezionato al Festival Visa pour l’Image di Perpignan, al China Pingyao International Photography Festival e al Brooklyn Photoville Festival e nel 2014 è diventato un documentario.
Land Grabbing or Land to Investors (Land Grabbing o terra per investitori?) (2015)
Land Grabbing or Land to Investors, (Land Grabbing o terra per investitori?) Italia – 2014, 16’
Regia/Direction: Alfredo Bini
Sceneggiatura/Screenplay: Alfredo Bini
Fotografia/Camera: Alfredo Bini
Montaggio/Editing: Marco Maggioni
Suono/Sound: Tom Gambale
Musica/Music: Simone Giuliani, Rachele Colombo
Durata/Time: 16’
Versione Originale/Original Version: inglese
Produzione/Production: Alfredo Bini
Distribuzione/Sales:
Alfredo Bini
+39 335373167
SINOSSI
Accaparramento delle terre o sviluppo delle terre? E’ su questa ambiguità che si fonda tutto lo sfruttamento delle terre. Il film nasce a complemento dell’esposizione fotografica del regista/fotografo e focalizza l’attenzione su come i massicci investimenti in terre agricole volti a promuovere le politiche di food e water security, mettano in realtà a repentaglio i diritti e le risorse fondamentali delle popolazioni che abitano quei luoghi. La monocultura toglie la terra alle popolazioni e non può essere considerata sviluppo perché non aiuta i paesi a raggiungere l’autosufficienza, ma li orienta verso l’esportazione mettendo a rischio la loro sicurezza alimentare. Botta e risposta tra investitori e attivisti che si smentiscono, ma le immagini del film parlano da sole.