Raccoglie le recensioni che Pasolini andò pubblicando su ” Il tempo ” dal ’72 al ’75– pur preparato dall’autore, è uscito postumo. IN UNA DI QUESTE, CHE NON ABBIAMO TROVATO, PARLA DELL’AMICO CARLO BETOCCHI
CARLO BETOCCHI
Non ho più che lo stento d’una vita
che sta passando, e perduto il suo fiore
mette spine e non foglie, e a malapena
respira. Eppure, senza acredine.
C’è quell’amore nascosto, in me,
quanto più miserevole pudico,
quel sentore di terra, che resiste,
come nei campi spogli: una ricchezza
creata, non mia, inestinguibile.
Nemmeno più coltivabile, forse, ma vera
esistenza; così come pare sperduta
nel cosmo, con la sua gravità, le sue leggi,
il suo magnetismo morente, che lo Spirito
non dimentica, anzi numera.
Non guardatemi, che son vecchio,
ma nel mio mutismo pietroso ascoltate
come gorgheggia , com’è fiero l’amore.
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Un passo, un altro passo (Carlo Betocchi)
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