DUE POESIE DI CARLO BETOCCHI E UN LIBRETTO, USCITO POSTUMO, DI PPP. (pier paolo pasolini)

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Raccoglie le recensioni che Pasolini andò pubblicando su ” Il tempo ” dal ’72 al ’75– pur preparato dall’autore, è uscito postumo. IN UNA DI QUESTE, CHE NON ABBIAMO TROVATO, PARLA DELL’AMICO CARLO BETOCCHI

 

CARLO BETOCCHI

 

Non ho più che lo stento d’una vita
che sta passando, e perduto il suo fiore
mette spine e non foglie, e a malapena
respira. Eppure, senza acredine.
C’è quell’amore nascosto, in me,
quanto più miserevole pudico,
quel sentore di terra, che resiste,
come nei campi spogli: una ricchezza
creata, non mia, inestinguibile.
Nemmeno più coltivabile, forse, ma vera
esistenza; così come pare sperduta
nel cosmo, con la sua gravità, le sue leggi,
il suo magnetismo morente, che lo Spirito
non dimentica, anzi numera.
Non guardatemi, che son vecchio,
ma nel mio mutismo pietroso ascoltate
come gorgheggia , com’è fiero l’amore.

Questa poesia proviene da: Poesia di Carlo Betocchi – Non ho più che lo stento d’una vita – Poesie di Carlo Betocchi – Poesie.reportonline.it

 

 

 

Un passo, un altro passo (Carlo Betocchi)
Un passo, un altro passo
ivi del cielo il masso
azzurro, la vivente natura,
e l’inferma pietà
che se stessa conosce negli errori,
e la lieve follia, ivi la morte,
il rumore e il silenzio,
e il mio esistere anonimo;
e come dalla pietra sale il canto
di un colore che è muto,
un passo, un altro passo,
e inciampando nel divino esistere
io giungo a riconoscermi nel sasso
che sospira all’eterno, in alto, in basso.

 


 

 

 

 

 

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