ANGELO BOLAFFI, REP. 15-03-2018 –DOPO LA GRANDE COALIZIONE IN GERMANIA, QUAL’E’ IL DESTINO DELLA SINISTRA IN EUROPA?

 

 

Dopo la Grande Coalizione in Germania

IL DESTINO DELLA SINISTRA

Angelo Bolaffi (notizie in fondo)

 

Sostenere come qualcuno ha detto che quello che ieri ha ottenuto la fiducia del Bundestag tedesco sia « il primo governo socialdemocratico guidato da Angela Merkel » è certamente un’esagerazione polemica. Ma è impossibile negare che la cancelliera tedesca abbia accettato di pagare un alto prezzo politico a favore della Spd pur di dare un governo alla Germania. Respingendo l’azzardo di un “governo di minoranza” che avrebbe portato nel volgere di pochi mesi a elezioni anticipate, uno scenario weimariano potenzialmente destabilizzante per la democrazia tedesca e l’intera Europa, Angela Merkel ha scelto la via del “nobile compromesso” per rendere possibile alla Spd di accettare la riedizione di una Grosse Koalition: « Ognuno di noi — questa l’impegnativa affermazione della cancelliera che dovrebbe far riflettere anche da noi — dovrà accettare dolorosi compromessi. E a questo io sono disposta se possiamo essere certi che i vantaggi alla fine saranno superiori agli svantaggi».

Nel nuovo governo tedesco, dunque, la Spd che, è bene ricordarlo, aveva subito una storica sconfitta nelle elezioni politiche dello scorso settembre, sarà così alla guida di dicasteri chiave, dagli Esteri alle Finanze, nel segno di un impegno europeista che ha la programmatica intenzione di costituire in alleanza con la Francia un baluardo nei confronti del populismo sovranista e identitario. Ma la nascita di questo quarto governo Merkel è stata resa possibile anche dalla coraggiosa decisione del nuovo gruppo dirigente della Spd di legittimare questa difficile decisione attraverso un grande esperimento di democrazia collettiva: un referendum al quale sono stati chiamati a partecipare decine di migliaia di iscritti tra quanti erano favorevoli e quanti erano invece contrari a questa prospettiva che per settimane ha animato un dibattito vero, fatto di congressi e di contrapposizioni politiche e valoriali anche molto dure, che ha confermato contro il confuso bavardage dei sostenitori della pseudo democrazia diretta della Rete l’imprescindibile ruolo della forma partito.

Il futuro ci dirà se quella scelta dalla nuova dirigenza della Spd si rivelerà una via in grado di consentire a quel partito di rifondarsi in senso strategico e organizzativo. Ma proprio riflettendo su quanto accaduto in Germania è possibile giudicare come minimo frettolosa la tesi secondo la quale la sinistra riformista in Europa sarebbe inesorabilmente condannata a un destino di declino. Se è infatti innegabile che rispetto all’inizio di questo secolo- millennio, quando partiti della sinistra erano alla guida dei governi di tutti i più importanti Paesi dell’Occidente industrializzato, oggi dinanzi alle nuove sfide dell’economia globale e dell’età delle migrazioni di massa la sinistra è dovunque sulla difensiva, è pur vero che non dappertutto questa ritirata ha assunto le caratteristiche del tracollo come è avvenuto nelle recenti elezioni italiane. Ad esempio, in paradossale controtendenza con i risultati sul piano politico nazionale, la Spd è oggi alla guida di tutte le grandi città tedesche: Berlino e Monaco, Amburgo, Duesseldorf e Colonia hanno sindaci socialdemocratici. Domenica scorsa poi anche quello di Francoforte è stato riconfermato a larga maggioranza dai cittadini della “città delle banche”, ma anche di Adorno e della Kritische Theorie.

Proviamo a concludere.

La diagnosi stilata alla fine degli anni Ottanta del secolo scorso da Ralf Dahrendorf della «fine del secolo socialdemocratico » mantiene tutta la sua validità: le politiche sociali e i riferimenti culturali della tradizione socialdemocratica non funzionano più. Ma questo non significa che il destino di una moderna sinistra riformista sia segnato. Anzi: semmai è vero proprio il contrario.

 

 

ANGELO BOLAFFI

Angelo Bolaffi, filosofo della politica e germanista, ha insegnato Filosofia politica all’Università «La Sapienza» di Roma. Dal 2007 al 2011 è stato direttore dell’Istituto di cultura italiana di Berlino. Per la casa editrice Donzelli ha pubblicato: Il sogno tedesco. La nuova Germania e la coscienza europea (1993), Il crepuscolo della sovranità. Filosofia e politica nella Germania del Novecento (2002) e Cuore tedesco. Il modello Germania, l’Italia e la crisi europea (2013, seconda edizione 2014).
Condividi
Questa voce è stata pubblicata in GENERALE. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *