DONATELLA D’IMPORZANO, DALLA RUBRICA MONDIALE: ” NON C’ENTRA NIENTE! “, I BUONI CHE SALVANO IL MONDO—+ SALVATORE PERRONE DA GARIWO, LA FORESTA DEI GIUSTI+++ PARTE 1 DEL DOCUMENTARIO DI EMANUELA AUDISIO E GABRIELE NISSIM :: IL GIUDICE DEI GIUSTI

 

 

 

mario bardelli, never more, 2018, computer graphics

bardelli, 2017–” mai più ”

 

DONATELLA D’IMPORZANO, DALLA RUBRICA DI SUCCESSO MONDIALE::: NON C’ENTRA NIENTE!

 

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Nando Dalla Chiesa…con i baffi alla Stalin…

 

Sono sempre affascinata da chi, nonostante ci siano i cattivi, si ostinano a mettere in risalto i buoni. Una cosa del genere la fa Nando Dalla Chiesa, scovando nella brutta Italia che abbiamo sotto gli occhi, i buoni che si danno da fare silenziosamente per un mondo migliore.

Gabriele Nissim, presidente di Gariwo; nasce a Milano nel 1950

 

Un altro ” cacciatore” di giusti è Gabriele Nissim, giornalista, storico, saggista. Convinto che ” i buoni ” siano più di 36 a generazione ( come afferma il Talmud), ha cominciato, nel volume ” L’uomo che fermò Hitler” a raccontare Dimitar Pesev, che salvò gli ebrei della Bulgaria filonazista, convincendo re Boris III e il governo bulgaro a ordinare che i treni per Auschwitz non partissero. Nel libro ” La lettera a Hitler” narra invece la storia di Armin T. Wegner, che nel 1933, da Roma, manda al Furer e a centinaia di indirizzi in Germania una lunga lettera in difesa degli ebrei e contro le leggi antisemite. Da giovane, Wegner, come ufficiale medico tedesco, aveva assistito allo sterminio degli Armeni. Nel libro “Il tribunale del bene” Nissim racconta la storia di Moshe Bejski, l’uomo salvato grazie alla lista di Schindler e creatore a Gerusalemme de “Il Giardino dei Giusti”. Nel suo ultimo libro, “Il bene possibile” (Utet), Nissim racconta alcune storie dei nuovi Giusti, alternate con le parole di Socrate, Marco Aurelio, Hannah Arendt, Hetty Hillesum, William Shakespeare, Baruch Spinoza. Il bivio che taglia le vite non è quello tra abiezione ed eroismo, ma quello tra indifferenza e piccole scelte ” normali” che rendono possibile salvare non il mondo, ma almeno una vita, anche una sola.
L’articolo è stato preso quasi per intero da ” Il cacciatore del bene che scopre i Giusti nel mondo” di Gianni Barbacetto, “Il Fatto Quotidiano”, pag.13, 20 aprile 2018.

 

IL GIUDICE DEI GIUSTI–PARTE 1— DOCUMENTARIO DI EMANUELA AUDISIO E GABRIELE NISSIM

 

ALL’INIZIO VIENE CITATO LORENZO PERRONE

 

Gariwo: la foresta dei Giusti

LINK DEL SITO, molto interessante!

https://it.gariwo.net/

LORENZO PERRONE 1904 – 1952

muratore ad Auschwitz, aiutò Primo Levi a resistere nel campo di concentramento

Lorenzo PerroneLorenzo Perrone

Primo Levi, chimico ebreo e futuro scrittore, deportato ad Auschwitz all’inizio del 1944, un giorno d’estate sta lavorando duramente per costruire un muro, quando sente parlare con accento del suo Piemonte. Scopre che si tratta di lavoratori civili italiani mandati a Monowitz dalla ditta Boetti per realizzare lavori di muratura. Levi riesce ad avvicinare uno di loro, Lorenzo Perrone, e a metterlo al corrente della terribile condizione dei deportati. Da quel momento fino al dicembre 1944, il muratore ruberà del cibo dalla cucina per sfamarlo, gli procurerà una maglia per riscaldarsi e terrà la corrispondenza con la sua famiglia; tutto questo senza chiedere nulla in cambio, per puro altruismo. Tramite Perrone, addirittura, la madre Anna Maria e la sorella Ester, che vivono nascoste, riescono a recapitare a Levi dall’Italia un pacco contenente cioccolato, biscotti, latte in polvere e abiti. A poco a poco il fronte si avvicina e i lavoratori devono essere rimandati a casa. L’ultimo incontro fra i due avviene dopo un pesante bombardamento alleato, quando Lorenzo si scusa perché nella sua minestra è finito del fango dopo l’esplosione di una bomba, ma non fa pesare il fatto di essere rimasto ferito a un timpano. Grazie a lui Primo ritrova la forza per resistere, la speranza contro la disperazione del lager, come ricorda in I sommersi e i salvati: “Per quanto di senso può avere il voler precisare le cause per cui proprio la mia vita, fra migliaia di altre equivalenti, ha potuto reggere alla prova, io credo che proprio a Lorenzo debbo di essere vivo oggi; e non tanto per il suo aiuto materiale, quanto per avermi costantemente rammentato, con la sua presenza, con il suo modo così piano e facile di essere buono, che ancora esisteva un mondo giusto al di fuori del nostro, qualcosa e qualcuno di ancora puro e intero, di non corrotto e non selvaggio, estraneo all’odio e alla paura (…) per cui tuttavia metteva conto di conservarsi (…). La sua umanità era pura e incontaminata (…). Grazie a Lorenzo mi è accaduto di non dimenticare di essere io stesso un uomo”.
Dopo la fine della guerra, tornato a Torino, Levi prende contatto con Perrone e lo va a trovare a Fossano. In seguito provvede al suo ricovero per curare la tubercolosi che gli sarà fatale e dà il nome Lorenzo ai propri figli in suo onore. Nei libri Se questo è un uomo e Lilit e altri racconti lo ricorda con profonda gratitudine.
Il 7 giugno 1998, Yad Vashem riconosce Perrone come Giusto fra le Nazioni. Il suo è il dossier 3712.

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1 risposta a DONATELLA D’IMPORZANO, DALLA RUBRICA MONDIALE: ” NON C’ENTRA NIENTE! “, I BUONI CHE SALVANO IL MONDO—+ SALVATORE PERRONE DA GARIWO, LA FORESTA DEI GIUSTI+++ PARTE 1 DEL DOCUMENTARIO DI EMANUELA AUDISIO E GABRIELE NISSIM :: IL GIUDICE DEI GIUSTI

  1. Donatella scrive:

    Bellissimo questo episodio raccontato da Primo Levi. Un gesto di solidarietà, di umanità, può essere una luce che, nel buio più totale, indica un’alternativa alla barbarie.

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