LIMES ONLINE, ISRAELE, LO STATO DEGLI EBREI — INTRODUZIONE E CAPITOLI PRINCIPALI DEL NUOVO NUMERO–VIDEO DI PRESENTAZIONE DI LUCIO CARACCIOLO ++ QUALCOSA SU DI LUI

 

LUCIO CARACCIOLO (Roma, 1954)— Giornalista e docente italiano (n. Roma 1954). Dopo la laurea in Filosofia, nel 1976 ha iniziato a scrivere per la Repubblica; è stato a capo della sezione politica sino al 1983, quando ha lasciato il quotidiano. Dal 1986 al 1995 ha direttoMicroMega. Direttore della rivista Limes (da lui fondata nel 1993), C. è editorialista de la Repubblica e l’Espresso e insegna Studi strategici all’Università LUISS Guido Carli (Roma). È uno dei maggiori esperti italiani in geopolitica e nelle sue analisi guarda alla storia contemporanea da un punto di vista geografico e politico, ma anche sociologico, giuridico, economico e diplomatico. Tra le sue numerose pubblicazioni Terra incognita. Le radici geopolitiche della crisi italiana (2001), Il resto è politologia. Dialogo con Lucio Caracciolo(con M. Alloni, 2009), L’Europa è finita? (con E. Letta 2010), America vs America. Perché gli Stati Uniti sono in guerra contro se stessi (2011), Senza la guerra (con M. Cacciari, E. Galli della Loggia, E. Rasy, 2016). (TRECCANI)

 

3 MINUTI CIRCA DI PRESENTAZIONE DEL NUMERO DA PARTE DEL DIRETTORE LUCIO CARACCIOLO

LIMES ONLINE — NUOVO NUMERO: ISRAELE, LO STATO DEGLI EBREI

http://www.limesonline.com/sommari-rivista/israele-lo-stato-degli-ebrei

 

 

Care lettrici e cari lettori,

oggi è uscito Israele, lo Stato degli ebrei.

 

Inizia così:

 

Ci sono voluti settant’anni a Israele per dirsi la verità su sé stesso. A tale venerabile età s’è finalmente riconosciuto «Stato nazionale del popolo ebraico», via omonima legge fondamentale varata dalla Knesset lo scorso 19 luglio. Trionfo dell’ovvio? Nient’affatto. Non c’è nulla di meno scontato dell’evidente. L’autocertificazione dello stigma giudaico d’Israele ha suscitato un putiferio al suo interno e nel mondo.
 

Consideriamo tre fattori.
 

Primo. Sette anni di febbrili diatribe sono stati spesi per emendare il progetto originario elaborato dall’ex direttore dell’intelligence interna, Avi Dichter, e le successive versioni proposte da parlamentari delle destre. La legge ha raccolto un solo voto in più della maggioranza indispensabile, non riuscendo a compattare totalmente nemmeno il Likud, partito del premier Binyamin Netanyahu. Il presidente dello Stato Reuven Rivlin, proveniente dallo stesso partito, l’ha bollata «cattiva per Israele e cattiva per gli ebrei». E ha minacciato di firmarla in arabo. 
 

Secondo. L’opinione pubblica israeliana è spaccata quasi a metà lungo crinali etno-politici e di fede. Nel campo ebraico sionista, le destre nazionaliste e religiose sono generalmente a favore, il centro diviso, le residuali sinistre contro. Scontata l’avversione degli arabi – che in parlamento schierano una formazione estesa dai comunisti agli islamisti radicali – mentre per diverse ragioni protestano i fedelissimi drusi e altri esigui ceppi non giudaici (beduini, circassi, aramei eccetera) si sentono trascurati. Inoltre, solo il 45% degli israeliani ritiene questa legge necessaria, il 52% considerando unicamente gli ebrei.
 

Terzo. La diaspora, che rappresenta tuttora la maggioranza degli ebrei – 8,1 milioni, contro i 6,6 residenti in Israele su una popolazione totale di quasi 9 – è in subbuglio. Soprattutto la statunitense, dominante per numero (5,7 milioni) e di spiccato orientamento liberal, già irritata per la pretesa di esclusività del rabbinato centrale sul controllo delle conversioni e per le norme omofobe sulla maternità surrogata varate dalla Knesset. Specie fra i giovani, il «complesso di Israele», per cui lo Stato ebraico non va criticato in pubblico, è caduto.
La nuova legge fondamentale ha gettato olio sul fuoco. Intanto perché chi rifiuta l’aliyah può sentirsi implicitamente delegittimato ora che Israele ha formalizzato il suo rango di Stato nazionale degli ebrei, esaltandone la vocazione di qibbutz galuyiot (raccolta delle diaspore): se sei ebreo, perché non vieni in patria? I più critici contestano l’impianto stesso della legge.
Il presidente del World Jewish Congress, Ronald S. Lauder, già intimo di Netanyahu, l’ha bollata «distruttiva» perché rinnega i valori universalistici della cultura ebraica e mette in questione il primato di Israele quale «unica democrazia nel Medio Oriente». Al punto che il legame fra diaspora (non solo nordamericana) e Stato nazionale degli ebrei rischia di spezzarsi, «privando Israele della retroguardia strategica di cui ha così bisogno».


Continua a leggere l’editoriale del nuovo numero di Limes

 

Il numero è anche in PDF, ebook, in queste edicole e queste librerie

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Israele, lo Stato degli ebrei

#NUOVOLIMES

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Copertina a cura di Laura Canali

Il sommario del numero 9/18 di Limes, dedicato alla geopolitica di Israele.
Presentazioni a Roma e Firenze

PDF | ebook | edicola | libreria

Carta di Laura Canali

Chi è Israele

L’editoriale del numero di Limes 9/18, Israele, lo Stato degli ebrei.

Carta di Laura Canali

LA FONDAMENTALE LEGGE DI ISRAELE

Guida critica all’atto della discordia sullo Stato nazionale degli ebrei. La novità non è l’affermazione dell’ebraicità del paese, ma l’ennesima tappa verso la democrazia autoritaria e illiberale. L’attacco frontale alla Corte suprema.

di Alon Harel
Carta di Laura Canali, 2015

L’INVOLONTARIA AFFERMAZIONE DELL’IMPERO ISRAELIANO

Con la legge della nazione Israele si è confermato quel che già era: costruzione imperiale non prevista, ma effettiva. Inevitabile dopo le conquiste dei Sei giorni, che resero inagibile lo Stato etnico. Gli ebrei stirpe dominante, gli altri sotto: qui la democrazia è impossibile.

Carta di Laura Canali

SPIE IN RIVOLTA CONTRO NETANYAHU

Dall’Iran ai Territori occupati fino alla legge sull’ebraicità, molti ex dirigenti di Mossad e Shin Bet contraddicono apertamente politiche e propagande del primo ministro. Lo Stato profondo di Israele è la vera opposizione. Ma il dissenso ha i suoi limiti.

di Ian Black
Carta di Laura Canali

QUASI EBREI

Sulla risposta alla domanda ‘chi è ebreo?’ si misura la natura dello Stato di Israele. Le due incarnazioni della legge del ritorno. La questione dei matrimoni misti. L’impossibile equilibrio fra il volere della Corte suprema e quello del rabbinato. Esiste una terza via?

Carta di Laura Canali

COME ISRAELE STA RICONQUISTANDO GERUSALEMME

La politica degli insediamenti dal 1967 a oggi. La strategia dei fatti compiuti dello Stato ebraico preclude una soluzione condivisa. Crescono i coloni nazional-religiosi nei quartieri arabi. Il destino della Città Santa è legato a una pallina di roulette.

di Elena Dusi e Paolo Pieraccini
Carta di Laura Canali

HAREDIM VS RELIGIOSI SIONISTI. EPPURE FEDE E STATO NON POSSONO DIVORZIARE

L’identità ebraica è talmente intrisa di religione da spingere laici e credenti a convivere, fra finzioni e compromessi, sotto lo stesso tetto. Spesso conducendo vite separate. Le fazioni ultraortodosse disputano su leva, scuola e autorità dei rabbini. Una strana intesa con gli arabi.

di Benjamin Brown
Carta di Laura Canali

ISRAELE SI ASPETTA CHE OGNI EBREO TORNI A CASA SUA

Centrale nella legge della nazione è il richiamo all’aliyah. Ma chi è ebreo? Le interpretazioni restrittive del rabbinato non facilitano il rimpatrio. Un profetico incontro nel Tennessee. Le manovre degli arabi israeliani per condizionare la Corte suprema.

di Meir Uziel
Carta di Laura Canali

ISRAELE UNISCE MA NON TROPPO L’EBRAISMO FRANCESE

Gli ebrei di Francia sono influenti e si sentono vicini agli israeliani senza vivere nello Stato ebraico. La spregiudicatezza di Netanyahu rischia di allontanare la comunità transalpina. I francesi restano in prevalenza antisionisti. La difficile aliyah.

di Francesco Maselli
Carta di Laura Canali

LA GRANDE STRATEGIA DEL CORRIDOIO IRANIANO NEL LEVANTE

Il sogno della continuità territoriale da Teheran a Beirut è realtà. Obiettivo: superare la sindrome d’accerchiamento, premere su Israele e cacciare gli americani dal Medio Oriente. L’intervento della Russia facilita e al contempo calmiera l’influenza persiana.

di Fabrice Balanche
Carta di Laura Canali

ḤAMĀS NON È BURATTINO DI TEHERAN

Nella Striscia di Gaza prossima al collasso socio-economico, dove la gente è interessata solo a sopravvivere o fuggire, il movimento armato palestinese cerca sponde diversificate. Ma al suo interno emergono fratture, segnate anche dalla provenienza geografica dei dirigenti.

Carta di Laura Canali, 2015

USA E ISRAELE UNITI FINCHÉ INTERESSE NON LI SEPARI

L’amore fra Trump e Netanyahu non è figlio di inclinazioni personali. L’America ha bisogno di qualcuno che aiuti ad arginare le ambizioni regionali di Turchia e Iran. Lo Stato ebraico non può che obbedire, anche a costo di irritare l’amico russo.

di Jacob L. Shapiro
Carta di Laura Canali, 2015.

IL ‘RABBINO PUTIN’

Il leader russo ha coltivato un rapporto speciale con il mondo ebraico. Negli anni ne ha tratto capitale geopolitico, da far pesare anche con Washington. Ma molti russi immigrati in Israele tornano indietro. Il caso dell’aereo russo abbattuto dagli israeliani.

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Autori

Gli autori del numero di Limes 9/18, Israele, lo Stato degli ebrei.

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