ALESSIA DE LUCA, ISPI ONLINE.– 27 GENNAIO 2020 :: Coronavirus: L’OMS ci ripensa

 

ISPI ONLINE.– 27 GENNAIO 2020

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27 gennaio 2020

Coronavirus: L’OMS ci ripensa

 

Alessia De Luca

 

In Cina il bilancio dei morti causati dal coronavirus sale a 81. E l’OMS modifica da ‘moderato’ ad ‘alto’ il rischio di contagio a livello globale. Nel tentativo di contenere la diffusione, le autorità cinesi hanno prolungato di tre giorni le festività per il capodanno. E cercano di allontanare i fantasmi della Sars.

 

Sin da quando l’epidemia causata dal nuovo coronavirus è stata accertata, Pechino ha chiarito che non ci trovavamo davanti a un nuovo caso Sars . Le autorità cinesi hanno creato  un organismo ad hoc direttamente legato ai vertici di partito, e fatto tutto il necessario per evitare i contraccolpi seguiti alla mancanza di trasparenza durante la pandemia del 2002. Un atteggiamento che ha ricevuto il plauso della comunità internazionale , dell’Oms e perfino del presidente Donald Trump.

Ma nel tentativo di contenere l’epidemia, Pechino ha predisposto il completo isolamento di decine di milioni di persone. Una quarantena che arriva al culmine di una stagione intensa per la Cina, in cui centinaia di milioni di cittadini si spostano per le celebrazioni del Capodanno.

Il divieto riguarda oltre 50 milioni di persone in 16 città. In alcuni luoghi, i voli sono stati cancellati e il trasporto pubblico è stato sospeso.

Nel mentre proseguono senza sosta i lavori per la costruzione di un ospedale dedicato all’emergenza . Secondo la stampa, sarà pronto per il 3 febbraio e servirà a sollevare le strutture sanitarie locali, ormai al collasso . Ma nonostante le misure drastiche, il numero dei contagi aumenta in modo costante, e nella provincia di Hubei, dove si trova Wuhan, c’è ormai carenza di forniture mediche, ospedali pubblici sommersi di pazienti spaventati, ed operatori sanitari spossati. Come riportato dal Washington Post , la scorsa settimana un medico è morto d’infarto sul lavoro, mentre in alcuni ospedali i dottori hanno cominciato a portare i pannoloni, perché non hanno il tempo di fermarsi per andare al bagno. Eppure per qualcuno questo focolaio va oltre la sola emergenza: offre alla Cina un’opportunità di riscatto . Come suggerisce oggi un editoriale dell’agenzia cinese Xinhua: “la Cina si trova di fronte ad una sfida che può vincere. Non siamo più quelli che eravamo 17 anni fa. E ce la faremo. Il virus sarà sconfitto. Sicuro come il fatto che la primavera ormai è alle porte”.

 

Che tempi di incubazione?

Il ministro della Sanità cinese Ma Xiaowei, ha dichiarato che il periodo di incubazione del virus 2019 n-CoV è tra 1 e 14 giorni. A differenza della Sars questo virus è contagioso anche durante l’incubazione e, secondo uno studio pubblicato da The Lancet , può essere trasmesso anche da persone che, pur avendo già l’infezione, non mostrano di avere sintomi. Dato che si tratta di un nuovo tipo di virus “potrebbero esserci dei mutamenti nei prossimi giorni e settimane”, ha detto Ma aggiungendo che ci sono differenze anche “rispetto al livello di pericolo per le diverse fasce di età” delle persone contagiate.

In cerca di un capro espiatorio?

Il sindaco di Wuhan Zhou Xianwang ha dichiarato in un’intervista a CCTV di essere pronto a rassegnare le dimissioni per placare la pubblica indignazione . “Il mio nome vivrà nell’infamia, ma finché condurrà al controllo della malattia e alla vita e alla sicurezza delle persone, mi assumerò ogni responsabilità”, ha detto il primo cittadino, pronto a fare da parafulmine per sedare la rabbia crescente degli abitanti. Gli operatori sanitari della città accusano il governo locale di aver reagito troppo lentamente alla crisi e i residenti utilizzano i social media per lamentarsi dell’isolamento imposto alla città, e del fatto che renderebbe difficile l’accesso al cibo e alle cure sanitarie .

 

Rischio: da moderato ad alto?

La valutazione  dell’ Organizzazione mondiale della sanità sul rischio legato al coronavirus è ” molto alto in Cina, alto a livello regionale e alto a livello globale “.
Lo ha reso noto l’Oms correggendo i rapporti dei giorni scorsi in cui “per errore” il rischio a livello globale era stato definito “moderato” .
Intanto, aumentano i casi di contagio al di fuori della Cina continentale: cinque casi sono stati registrati a Hong Kong, due nella regione autonoma di Macao e cinque nell’isola di Taiwan. Nel resto dell’Asia, la Thailandia ha confermato otto casi. Quattro i casi in Corea del Sud, dei quali uno è cinese arrivato in aereo dalla provincia di Wuhan. Otto i casi in Malesia, due in Vietnam e uno in Nepal. A Singapore i casi sono tre. Quattro casi si registrano in Giappone, uno proveniente da Wuhan e due abitanti della città cinese. In Australia , ad oggi sono stati accertati quattro casi. Negli Stati Uniti ci sono cinque contagi. In Francia al momento si registrano gli unici casi di contagio in Europa : sono tre, uno a Bordeaux e due a Parigi. Anche in questo caso, tutti erano stati in Cina da poco.

Vietnam, primo contagio non importato?

Intanto, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha reso noto che è stato registrato in Vietnam il primo caso di trasmissione da uomo a uomo finora avvenuto al di fuori della Cina. Si tratta di una persona “che non aveva precedenti di viaggio in nessuna parte della Cina, ma – si legge nella nota dell’Oms – era un familiare di una persona che aveva visitato Wuhan”.

Emergenza sotto controllo in Cina?

Oggi il premier Li Keqiang, su incarico del presidente Xi Jinping, è arrivato a Wuhan.
La città, così come altre 15, è in completo isolamento. Il premier ha ringraziato i medici impegnati in prima linea e gli ha chiesto di prendersi cura di sé stessi. Pechino ha annunciato che invierà altre 12 squadre di oltre 1600 persone tra medici, infermieri e personale medico nella provincia di Hubei. Le autorità avevano già predisposto il divieto di commercio di animali selvatici , da cui si teme l’epidemia abbia avuto origine. In molte provincie del paese le sale cinematografiche e i teatri sono chiusi , per evitare il contatto tra le persone e i dipendenti delle società che producono mascherine per il viso sono stati richiamati al lavoro dalle vacanze.

 

Cosa succede in Europa e in Italia?

In Europa i singoli paesi hanno attivato le procedure di profilassi. Ma ad occuparsi del coordinamento tra stati è il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC). Nella sua ultima   valutazione   del rischio, l’ECDC definisce “alto” il potenziale impatto di una epidemia da 2019-nCoV”, definendo probabile una diffusione del virus su scala globale. Se in Francia si registrano al momento gli unici tre casi accertati in Europa, in Italia nei giorni scorsi si sono verificati alcuni casi sospetti (uno a Parma e uno a Bari). Ma gli accertamenti hanno escluso il contagio e, ad oggi, non è stato registrato nessun caso nel nostro paese .

Allarme fake news?

 

E se in Europa ci si attiva per evitare il contagio, dalla Cina arriva una secca smentita sull’origine del coronavirus : “In questi giorni, alcuni media hanno riferito la possibilità che il nuovo coronavirus presente a Wuhan possa essere fuoriuscito da un laboratorio militare situato nelle vicinanze. Ebbene, si tratta di informazioni tirate fuori dal nulla e completamente false” si legge in una dichiarazione del portavoce dell’ambasciata cinese . “Il responsabile del Centro Cinese per la Prevenzione delle Patologie ha già detto chiaramente che, in base ai risultati degli studi condotti, il nuovo coronavirus ha una somiglianza superiore all’85% con il virus della Sars , quindi è altamente possibile che la trasmissione sia partita da animali selvatici”.

IL COMMENTO
di Giulia Sciorati, analista Programma Cina, ISPI

“ La creazione di un gruppo di lavoro facente capo al Comitato Permanente del Politburo, l’organo governativo più importante della Cina, guidato dallo stesso Presidente Xi Jinping, vuole dimostrare l’attenzione con cui a Pechino gestisce l’epidemia in corso.
Per la prima volta sono i vertici del Partito a mettersi in prima linea. Anche la visita del Premier Li Keqiang a Wuhan è indice del fatto che la leadership comunista spinge tutti i livelli del partito a dare una risposta efficace e coesa alla crisi “.

ISPI – Istituto per gli Studi di Politica Internazionale
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1 risposta a ALESSIA DE LUCA, ISPI ONLINE.– 27 GENNAIO 2020 :: Coronavirus: L’OMS ci ripensa

  1. Donatella scrive:

    La Cina è vicina! Mi sembra che il continente Cina, non volontariamente di certo, conferma quell’immagine un po’ minacciosa o forse molto minacciosa da quando la peste nera fu portata in Europa dalle invasioni dei Mongoli. Le idee, i pregiudizi, confermati sovente dalla realtà, hanno una vita lunghissima. Pare che ci sia già una crisi dei ristoranti cinesi in Italia.

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