MARIA LUISA BOCCIA ( notizie in fondo ) : ” Coinvolto fino in fondo, senza essere mai travolto “. CIAO GIANCARLO –IL MANIFESTO  DEL 10 MARZO 2020

 

 

GIANCARLO ARESTA ( nato a Terlizzi – Bari, il  7 maggio 1945-  //  ( Roma, 7 marzo 2020 ), giornalista, docente universitario…

 

Dirigente del partito comunista italiano, segretario per molti anni della federazione di Bari fu un punto di riferimento significativo nel e del lungo dibattito che fece seguito alla “svolta” del 1989. Non fu d’accordo con la scelta dell’allora segretario Occhetto, ma senza ostilità preconcette e con attenzione al dialogo.

Ma non solo politica-politica. Aresta fu direttore editoriale della casa editrice “De Donato”, laboratorio culturale e luogo attrattivo di una considerevole area intellettuale. Contribuì a rendere Bari una vera e propria école, un polo della discussione italiana e internazionale. Tutto questo era gestito con operosità e modestia e con un forte rispetto per il lavoro collettivo.

A un certo punto, però, la sua esperienza si spostò decisamente nel mondo dell’informazione. “il manifesto” fu la casa in cui si espresse con tenacia e creatività un’attività non solo strettamente giornalistica, anche se ci ha lasciato articoli importanti. Fu tra i responsabili, infatti, della cooperativa del quotidiano accompagnandolo in un passaggio decisivo e divenne uno dei massimi dirigenti dell’organizzazione “Mediacoop”, che raggruppava la grande parte dei giornali di opinione, locali e cooperativi. Su quelle testate, generalmente estranee alle logiche di mercato, pesava sempre la scure dei tagli del Fondo dell’editoria. Se -almeno in parte- quella terribile linea censoria verso il pluralismo è stata frenata, una cospicua parte del merito va attribuita proprio ad Aresta. Fu lui, ad esempio, a chiarire che le risorse per la componente “debole” della stampa e della comunicazione non erano una mera elargizione, bensì un diritto soggettivo. Tutelato dall’articolo 21 della Costituzione. Fu così che la lotta annosa per salvare le testate divenne e rimase una vera questione democratica. Grazie Giancarlo.

( VINCENZO VITA, ARTICOLO 21, 8 MARZO 2020 )

 

 

IL MANIFESTO  DEL 10 MARZO 2020

https://ilmanifesto.it/coinvolto-fino-in-fondo-senza-essere-mai-travolto/

Coinvolto fino in fondo, senza essere mai travolto

 

Ciao Giancarlo. I ricordi nel Pci, il rapporto fondamentale con Pietro Ingrao, le visite a Lenola, la nostra amicizia

Giancarlo Aresta

Giancarlo Aresta

© Marco Cinque

 

 

Maria Luisa Boccia

EDIZIONE DEL  10.03.2020

PUBBLICATO9.3.2020, 23:59

 

Nella sede della De Donato mi incontro con Giancarlo per la redazione del libro di Pietro Ingrao Tradizione e progetto. È il primo ricordo, tra i tanti; troppi per nominarli tutti qui. E molti, purtroppo, non li ritrovo nella mente, anche se so che sono lì, sedimentati e costituiscono la densa ricca materia del sentimento di perdita. In questo ricordo c’è molto di quello che mi ha unito a Giancarlo negli anni. Pietro prima di tutto che è stato fondamentale, in modi diversi, per me e per lui; e di questo eravamo pienamente consapevoli. Il mare e lungomare di Bari che è stata per me sempre la città dei compagni e delle compagne del Pci, degli e delle intellettuali del «gruppo barese», denominato anche école barisienne.

 

AL PCI SONO LEGATI tanti ricordi degli anni successivi. Le riunioni a Botteghe oscure, gli incontri a casa di Pietro, le iniziative a cui prendevamo parte. Nell’Ottatantaove, dopo la svolta, Giancarlo è stato coordinatore del «No» e poi dell’ area di sinistra. Ed il nostro rapporto è diventato pressocché quotidiano. Ho conosciuto in quella stagione ardua, complessa, un dirigente straordinario, prezioso. Sinceramente non so come abbia fatto a tenerci insieme. Lucido e fermo, penetrante e leggero, ironico, a momenti perfino distaccato. Coinvolto fino in fondo, mai travolto. Dopo le scelte politiche si sono divise, anche se a lungo abbiamo continuato a confrontarci. Ma i ricordi più vivi e a me cari sono quelli del rapporto personale. Le cene con Alba e Marcello. Ne ricordo una in particolare nella loro casa di Trastevere. Giancarlo aveva cucinato uno spezzatino, piatto che Marcello amava molto. Mentre lo gustava si girò verso di me e, tra il serio e lo scherzo, sentenziò: «È così che si fa». In quella casa ho conosciuto Francesca e Marinella. E in quegli incontri si è stretta l’amicizia tra Alba e me che ancora ci unisce. Da donna a donna, nella politica e nella vita.

ANCORA, RICORDO le visite a Lenola, in estate, per vedere Pietro. Due in particolare. Nel luglio del ‘95 venne con Rossana Rossanda che aveva iniziato un dialogo con Pietro, con l’intento di scrivere un testo comune sulla crisi della sinistra. Pubblicato da Manifestolibri, Appuntamenti di fine secolo si apre con una breve Premessa nella quale si legge: «L’insieme di queste ricerche, discusso a più riprese con il contributo prezioso, la collaborazione e lo stimolo di Giancarlo Aresta…». All’incontro di Lenola presi parte anch’io, e ve ne è traccia in una lettera di Rossana, scritta al suo rientro a Roma, ed indirizzata «A Pietro e Luisa». Fu un confronto appassionato sulla centralità del lavoro, e della classe, in rapporto con i soggetti politici, ed i conflitti, divenuti centrali a «fine secolo», primo tra tutti il femminismo.

A ROSSANA Lenola non piacque – troppo sassosa – invece a Giancarlo piaceva, soprattutto la casa con l’orto a terrazze. L’ultima visita a Lenola fu ad agosto 2010 (o fu nel 2011?) con Mario Santostasi, amico fraterno di Giancarlo, molto caro a me.

I ricordi più cari sono quelli della splendida vacanza ad Itaca, l’unica volta che con Marcello, Vincenza e Ales, ci unimmo al gruppo che tutte le estati partiva per le isole greche, munito di gommoni, attrezzature da pesca, tende da spiaggia. Con la guida sapiente di Peppino Cotturri, nostro carissimo amico e compagno, partecipe dei rapporti «baresi» e di quello con Pietro.

Di quello che Giancarlo mi ha dato, delle tante grandi e piccole cose che me lo rendono caro non riesco a dire. Fanno groppo dentro di me.

 

 

QUALCOSA SULL’AUTRICE DELL’ARTICOLO ::

 

Maria Luisa Boccia (Roma, 20 giugno 1945) è una scrittrice e politica italiana.

Docente universitaria di filosofia politica all’Università di Siena, ha iniziato ad occuparsi di politica nel 1964, militando nel PCI con un particolare interesse per la questione femminile. È la nipote del leader storico della sinistra Pietro Ingrao.

È stata fondatrice negli anni settanta della rivista femminista Reti, e di Rosa, Quaderno di studio e di movimento sulla condizione della donna, rivista gestita da un collettivo di donne tra cui Fiamma Nirenstein e la poetessa Biancamaria Frabotta.

Come studiosa di filosofia ha collaborato e collabora con riviste e centri di ricerca, tra i quali il “Centro studi e iniziative per la Riforma dello Stato”, la “Fondazione Basso”, il “Centro studi filosofici Mario Rossi”.

Fa parte del movimento pacifista ed è autrice di saggi sul rapporto tra donne e politica, sul “pensiero della differenza”, e su grandi temi sociali connessi alle tematiche femminili.

Nell’aprile 2006 è stata eletta senatrice nelle liste di Rifondazione Comunista.

Alle Elezioni politiche italiane del 2013 è candidata capolista al Senato nelle Marche con Sinistra Ecologia Libertà, ma non viene eletta.

Dal 2015 è Presidente del Centro per la Riforma dello Stato, succedendo a Mario Tronti nella guida del prestigioso istituto di ricerca.

 

 

OPERE NEL LINK SOTTO ::

https://it.wikipedia.org/wiki/Maria_Luisa_Boccia

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1 risposta a MARIA LUISA BOCCIA ( notizie in fondo ) : ” Coinvolto fino in fondo, senza essere mai travolto “. CIAO GIANCARLO –IL MANIFESTO  DEL 10 MARZO 2020

  1. Donatella scrive:

    Che bello conoscere, anche se in ritardo, persone di questo tipo.

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