FILM COMPLETO IN ITALIANO DEL 1945 DI MARIO CAMERINI :: ” DUE LETTERE ANONIME “–1.22.48—CON CLARA CALAMAI, ANDREA CHECCHI, OTELLO TOSO, CARLO NINCHI ++ qualcosa sul regista

 

Due lettere anonime è un film del 1945 diretto da Mario Camerini.

Due lettere anonime3.jpgAndrea Checchi e Giovanna Scotto in un fotogramma del film

 

 

 

 

Trama

Bruno torna a casa in licenza dal fronte russo e scopre, dopo aver ricevuto una lettera anonima, che Gina, la ragazza che voleva sposare, si è messa con Tullio, il quale gestisce una tipografia in collaborazione coi tedeschi.

Dopo il proclama Badoglio dell’8 settembre 1943, Gina inizia a collaborare con la Resistenza italiana contro l’occupazione nazista. Lo stesso fa Bruno, che viene assunto nella tipografia dietro indicazione del vecchio proprietario, che ora guida un gruppo di partigiani. Ma Tullio, che si sente estraneo alle questioni politiche, non esiterà a tradire la fiducia dei vecchi amici.

La seconda lettera anonima è quella inviata al covo dei partigiani, dopo la cattura di Bruno, per chiedere un riscatto. Gina capisce che questa lettera, come la prima, è opera di Tullio, quindi va a chiedergli spiegazioni ed infine gli spara. Finita la guerra, Gina è ancora in prigione, ma Bruno le dice che, se c’è giustizia, potrà uscire presto.

 

 

CRITICA

 

Il Morandini commenta: «Per il suo turgore melodrammatico è una sorta di anti-Roma città aperta in cui uno dei due maggiori registi italiani degli anni ’30 cerca di mescolare il pubblico e il privato, adeguandosi all’aria neorealistica che tira»

 

 

Per questo film Andrea Checchi ha vinto un Nastro d’Argento per il miglior attore.

 

 

QUALCOSA SUL REGISTA :: 

 

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Mario Camerini - IMDb

 

Mario Camerini (Roma, 6 febbraio 1895 – Gardone Riviera, 4 febbraio 1981) è stato un regista e sceneggiatore italiano.

 

Nato a Roma da Camillo, noto socialista, avvocato, originario dell’Aquila, e da Laura Genina, di famiglia altoborghese, iniziò a lavorare per il cinema dal 1913 come sceneggiatore. Successivamente divenne assistente alla regia di Roberto Roberti a cui si legò profondamente, diventando in futuro il padrino del figlio Sergio Leone.[1]

Dopo l’esordio nella regia con Jolly (1923), Camerini si impose all’attenzione del pubblico e della critica, sul finire degli anni venti, con alcuni film muti fra cui Kif Tebbi e soprattutto Rotaie, una drammatica storia d’amore presentata poco più tardi anche in Germania con notevole successo, che vide l’esordio dell’attore Guido Celano e che nel 1931 venne ridistribuito in versione sonora.

Nel 1932 diresse un giovane e debuttante Vittorio De Sica in Gli uomini, che mascalzoni…, garbata ed accattivante commedia sentimentale d’ambientazione piccolo-borghese che aprì la sua cosiddetta “pentalogia borghese”:[senza fonte] seguirono infatti altri quattro film dello stesso genere, sempre ambientati nel mondo della piccola borghesia (Darò un milioneMa non è una cosa seriaIl signor Max e I grandi magazzini), quasi tutti interpretati dalla coppia Vittorio De Sica – Assia Noris. Quest’ultima, russa di origine, diventò, in quegli anni, moglie del regista.

Camerini si concesse una divagazione nella farsa vivace (Il cappello a tre punte del 1934, con Eduardo e Peppino De Filippo) ed una nel cinema di propaganda fascista (Il grande appello del 1936, con Camillo Pilotto e Roberto Villa, sulle conquiste africane del fascismo, che però in seguito il regista ripudiò, dichiarandosi pentito di averlo realizzato).

Oltre alle commedie romantico-borghesi del filone dei telefoni bianchi (di cui fu il regista più rappresentativo), Camerini si cimentò egregiamente anche con altri generi come il melodramma sentimentale, con il film T’amerò sempre, girato in due versioni: la prima del 1933 con Elsa De Giorgi, Nino Besozzi e Mino Doro, e la seconda del 1943 con Alida Valli, Gino Cervi ed Antonio Centa, e con i film in costume, tra cui spiccano Una romantica avventura del 1940 con Assia Noris, Gino Cervi e Leonardo Cortese, e soprattutto la versione cinematografica de I promessi sposi del 1941, con Gino Cervi e Dina Sassoli, che fu uno dei film di maggior successo del cinema italiano dell’epoca fascista.

Nel dopoguerra continuò a dirigere commedie romantiche e film mitologici e d’avventura, tra cui La figlia del capitano tratto dall’omonimo romanzo di Puškin, con Amedeo Nazzari ed Irasema Dilian, ed il kolossal Ulisse, tratto dall’Odissea di Omero ed interpretato da Kirk Douglas, Silvana Mangano ed Anthony Quinn, che fu il campione d’incasso dell’annata 1954-55.

La sua ultima opera è del 1972: un episodio della serie di Don Camillo (Don Camillo e i giovani d’oggi) con Gastone Moschin, dopodiché si ritirò dall’attività registica.

Morì nel 1981, ad 86 anni.

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