MOSTRA QUEST’ANNO E PARTE DEL PROSSIMO ::
Hans Josephsohn
MASI LAC – LUGANO
19.09.2020– 21.02.2021
- Piazza Bernardino Luini 6, 6900 Lugano
- Ma-Me-Ve: 10:00 – 17:00
- Gi: 10:00 – 20:00
- Sa-Do-Festivi: 10:00 – 18:00
- Lunedì chiuso
La mostra, organizzata in collaborazione con il Kesselhaus Josephsohn di San Gallo, rende omaggio a Hans Josephsohn, uno dei principali scultori della seconda metà del XX secolo, in occasione del centenario della sua nascita. L’esposizione si concentra su una selezione di opere in ottone realizzate tra il 1950 e il 2006, senza avere la pretesa di ripercorrere retrospettivamente l’intera carriera dello scultore. Le opere presentate al MASI ben esemplificano la centralità della figura umana nella ricerca artistica di Josephsohn e documentano tutte le tipologie in cui lo stesso artista catalogò il suo lavoro: figure in piedi, sedute, distese, mezze figure e rilievi. Sebbene il punto di partenza per le sue sculture siano modelli reali – principalmente femminili, individuati nella cerchia di amici e parenti – il lavoro di Josephsohn rifugge un approccio realistico privilegiando immediatezza e vivacità, enfatizzando elementi anatomici e sommando diversi punti di vista che rendono difficile individuare la frontalità del soggetto. L’allestimento, progettato dal Kesselhaus Josephsohn di San Gallo, presenta volutamente un aspetto provvisorio, non-finito, che ben si accorda all’immediatezza tipica delle sculture presentate.
MOSTRA A MILANO L’ANNO SCORSO
ICA MILANO – ISTITUTO CONTEMPORANEO PER LE ARTI
foto del gennaio 2019 — da Artribune
foto ATP DIARY
FOTO DA ” MODALITA’ DEMODE’ ”
VIA OROBIA 26 – ICA
- Indirizzo: via Orobia 26 – Milano – Lombardia
- Quando: dal 24/03/2019 – al 02/06/2019
senza titolo, 1987
: Jiri Makovec : documentazione del suo studio
lo studio
lo studio
lo studio
lo studio
lo studio
tutta la documentazione sopra dello studio dell’artista è di jiri makovec
Hans Josephsohn ( Konisberg, oggi Kalingrad, 1920 –Zurigo, 2012 )
1987
ARTWAVE.IT
https://www.artwave.it/arte/eventi-e-mostre/lica-di-milano-rende-omaggio-a-hans-josephson/
L’ICA di Milano rende omaggio a Hans Josephson
l’ICA di Milano, Istituto Contemporaneo per le Arti, rende omaggio ad uno scultore contemporaneo, di origini germaniche ma fortemente legato all’Italia: Hans Josephsondi Cristina Ruberto – 04.04.2019
Si tratta della prima mostra personale dell’artista in Italia, curata da Alberto Salvadori di ICA Milano. Le sue opere finora, infatti, sono state presentata nel nostro Paese solo alla 55esima Mostra internazionale d’Arte della Biennale di Venezia del 2013 .
Installation view © Dario Lasagni
Anche se da sempre l’artista ha sviluppato un forte legame con l’Italia: nato nel 1920 a Konigsberg, in Prussia (oggi Kaliningrad in Russia) da famiglia ebrea, si trasferisce prestissimo in Italia, a Firenze, per studiare arte, ancora diciassettenne. Tuttavia con l’emanazione delle leggi razziali ad opera del regime fascista è costretto dopo pochi anni a lasciare il paese per riparare in Svizzera, sua futura patria d’adozione. In Italia ritornerà più tardi – quando ormai ha acquisito fama internazionale grazie a importanti mostre e riconoscimenti ricevuti in Germania, Gran Bretagna e negli Stati Uniti – trascorrendo lunghi periodi tra il sud della Toscana – in Maremma – e l’alto Lazio.
Quello in Italia è il primo periodo in cui l’artista, da un lato ammira e acquisisce la conoscenza delle bellezze artistiche del nostro paese, visitando città come Firenze, Arezzo, Assisi, dall’altro inizia a confrontarsi col clima della persecuzione razziale e delle fasi precedenti alla guerra.
Successivamente in Svizzera frequenta lo studio dello scultore Otto Müller diventandone allievo e nel 1943, durante la guerra, apre il suo primo atelier. Tuttavia solo alla fine degli anni ’90 le sue opere acquistano fama internazionale e vengono esposte – come già detto – nei principali musei di tutto il mondo.
Nel 2018 l’opera, postuma, di Josephson viene definita dal Folkwang Museum di Essen, “plastica esistenziale“, in quanto, con i suoi ritratti della figura umana, l’artista racconta il dolore umano causato dal conflitto e già interiorizzato negli anni italiani.
Grande figura distesa, 1971
Le sculture dell’artista ritraggono – sia nel corso della carriera che anche nella mostra milanese – principalmente la figura umana: si tratta di immagini enfatizzate nella loro espressione di dolore e del sentire umano di fronte agli avvenimenti che contrassegnano la vita dell’artista.
La figura non ha un unico punto di vista ma può essere osservata da molti, senza che vi sia un punto di osservazione privilegiato, e appare come un assemblaggio di diversi punti di vista e sensazioni.
Nel corso della mostra dai blocchi di materia emergono ritratti e busti di uomini non ben definiti ma i cui contorni esprimono la forza e l’immagine dei sentimenti, quasi in assonanza con le immagini michelangiolesche, incompiute, dei “Prigioni”. Le opere risultano senza tempo, universali, vive oggi come nel passato, formate di getto, con immediatezza e spontaneità: recano infatti ancora impresso il tratto delle mani che le hanno plasmate.
- Installation view © Dario Lasagni
- Installation view © Dario Lasagni
Si tratta di figure in ottone, in creta ed in cemento riconducibili a tutte le tipologie di immagini affrontate dallo scultore: teste, mezze figure, figure intere in piedi o distese, rilievi .
La mostra raccoglie anche una serie di bozzetti preparatori ed un docufilm che ritrae Josephson a passeggio nelle nostre città d’arte intento ad osservare specialmente le creazioni medievali, fonte principale della sua ispirazione: egli si dichiara infatti affascinato da quest’arte austera, simbolica, complessa e per questo motivo incompresa ai più.
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La figura umana sembra suggerire un’idea di umanità che deve ancora liberarsi dalla creta, dai metalli, dalla materia con cui è venuta alla luce.