foto di LAWRENCE FERLINGHETTI — pubblicata su Twitter da ALESSANDRO ROBECCHI -Alessandro Robecchi @AlRobecchi, OGGI, 21.50 ca. ++ COMUNICATO DI CITY LIGHTS BOOKS + PAOLO PETRONI, ANSA DI OGGI, 21.35

 

 

 

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CITY LIGHTS BOOKS

http://www.citylights.com/

 

 

 

 

 

 

 

 

LAWRENCE FERLINGHETTI

24 marzo 1919 (Yonkers, New York) – 22 febbraio 2021 (San Francisco, California)

Siamo tristi di annunciare che Lawrence Ferlinghetti, illustre poeta, artista e fondatore di City Lights Booksellers and Publishers, è morto a San Francisco, in California. Aveva 101 anni.

Ferlinghetti è stato determinante nella democratizzazione della letteratura americana creando (con Peter D. Martin) la prima libreria completamente tascabile del paese nel 1953, dando il via a un movimento per rendere ampiamente disponibili libri di qualità diversi e poco costosi. Ha immaginato la libreria come un “luogo d’incontro letterario”, dove scrittori e lettori potevano riunirsi per condividere idee su poesia, narrativa, politica e arte. Due anni dopo, nel 1955, lanciò City Lights Publishers con l’obiettivo di suscitare un “fermento dissidente internazionale”. La sua edizione inaugurale è stato il primo volume della serie City Lights Pocket Poets, che si è rivelata una forza fondamentale nel plasmare la poesia americana.

Ferlinghetti è l’autore di uno dei libri di poesie più venduti di tutti i tempi, A Coney Island of the Mind , tra molte altre opere. Ha continuato a scrivere e pubblicare nuovi lavori fino all’età di 100 anni, e il suo lavoro gli è valso un posto nel canone americano.

Per oltre sessant’anni, quelli di noi che hanno lavorato con lui a City Lights sono stati ispirati dalla sua conoscenza e amore per la letteratura, dal suo coraggio in difesa del diritto alla libertà di espressione e dal suo ruolo vitale di ambasciatore culturale americano. La sua curiosità era illimitata e il suo entusiasmo contagioso, e ci mancherà molto.

Intendiamo costruire sulla visione di Ferlinghetti e onorare la sua memoria sostenendo City Lights nel futuro come centro per un’indagine intellettuale aperta e impegno per la cultura letteraria e la politica progressista. Anche se piangiamo la sua scomparsa, celebriamo i suoi numerosi contributi e ringraziamo per tutti gli anni in cui abbiamo potuto lavorare al suo fianco.

 

ANSA.IT — 23 FEBBRAIO 2021 –21.35   articolo di PAOLO PETRONI

https://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/2021/02/23/e-morto-lawrence-ferlinghetti-leggenda-beat-generation-_2df824c1-a3c7-4c1b-a16a-1d5b65f71c49.html

 

 

E’ morto Lawrence Ferlinghetti, leggenda della Beat Generation.

Aveva 101 anni era il proprietario dell’iconica libreria di San Francisco

 

 

IL POETA LAWRENCE FERLINGHETTI

 

 

 

 

 

E’ morto all’eta’ di 101 anni il poeta statunitense Lawrence Ferlinghetti, vecchio proprietario dell‘iconica libreria di San Francisco, tempio della generazione della Beat Generation. A dare la notizia il figlio Lorenzo, spiegando come il decesso è avvenuto ieri nell’abitazione del poeta a San Francisco ed è stato causato da una malattia polmonare.

“Little Boy, cresciuto da romantico contestatore, ha conservato la sua giovanile visione di una vita destinata a durare per sempre, immortale come lo è ogni giovane, convinto che la sua identità speciale non morrà mai”‘: si conclude così, con una dichiarazione di innocenza mai perduta, ‘Little Boy’, l’autobiografia – uscita per il centenario – di quel fanciullino di Lawrence Ferlinghetti, uno dei padri della Beat Generation, scopritore di Ginsberg, Kerouac, Burroughs, Corso e tanti altri.

Certo, con il suo secolo addosso, pur non sentendolo, a concludere quell’affermazione scrive che tutto ciò lo crede “a dispetto dell’irrefrenabile destino dell’umanità tutta di cui gli scienziati predicono una rapida fine con la Sesta Estinzione della vita su questa terra. Per questo ora il verso degli uccelli non è un grido di gioia, ma di disperazione”. Del resto il poeta “è un funambolo, scala rime / fino all’altissimo filo fatto di sua mano / e in equilibrio sulla trave degli sguardi / al di sopra di una marea di facce / passo passo arriva / all’altro capo del giorno …. perché lui è il super-realista / che deve per forza percepire la verità tesa” nel suo presunto avvicinamento a quella piattaforma più alta “dove Bellezza sta e aspetta / con gravità / di spiccare il salto che sfida la morte”, come si leggeva in una delle poesie della sua raccolta più famosa ‘A Coney Island of the mind’ del 1958, poeta che lì definisce ancora “ometto chapliniano”.

 Non a caso la sua celebre libreria e casa editrice fondata nel 1953 a San Francisco si chiamava ‘City Lights’ (Luci della città), come il film di Chaplin. In un gruppo di artisti dalla vita dissoluta e spesso disperata, tra un po’ di fumo e tanto alcol, lui era quello che si vestiva a modo, teneva i capelli corti: “Dovevo essere a posto e in me per mandare avanti tutto e aprire ogni mattina la libreria”. Così vede chiaro quando ascolta Allen Ginsberg recitare ‘Howl’ (Urlo) e gli chiede il testo per stamparlo, cosa che gli costerà un arresto e processo per pubblicazione oscena nel 1956, da cui fu assolto difendendosi da solo davanti al giudice che gli riconobbe libertà di parole e di stampa.

Sono anni di giovinezza e libertà (Ferlinghetti si è sempre proclamato ammiratore dell‘ideale anarchico) e in quella scia è sempre vissuto fedele ai suoi principi e alla letteratura, così sono quasi un ritorno alla scrittura di ‘Her’, il suo debutto nella narrativa nel 1960, le pagine di ‘Little Boy’, lungo monologo interiore con pochissima punteggiatura, uno scorrere con momenti impetuosi di parole ora liriche ora razionali, tra sogni, riflessioni, ricordi, confessioni, citazioni da Dante a Flaubert e naturalmente il Joyce di ‘Finnegans wake’ la cui eco si avverte spesso in questo diario visionario e realista.

Nato a New York il 24 marzo 1919, ha subito una vita non facile, col padre morto prima che la madre partorisca e venga, poco dopo, rinchiusa in manicomio, da cui esce dopo sei anni, chiedendo di riaverlo, ma lui sceglie di restare nella famiglia che lo ha accolto. Poi vive alcuni anni a Manhattan facendo lavoretti e studiando sino a quando scoppia la seconda guerra mondiale e viene arruolato in marina, finendo un giorno per trovarsi tra le rovine di Nagasaki un mese e mezzo dopo lo scoppio della bomba atomica: “L’inferno in terra che mi rese all’istante pacifista per tutta la vita”. Dopo andrà a Parigi, studierà alla Sorbona, prima di tornare in America e stabilirsi all’Ovest nell’allora piccola cittadina di San Francisco, dove apre una libreria per poter stare dietro la cassa a leggere e scrivere in pace e comincia a frequentare quelli che saranno definiti Beat, cambiando per sempre la propria vita.

“L’universo trattiene il suo respiro / C’è silenzio nell’aria / La vita pulsa ovunque / La cosa chiamata morte non esiste” e lui continua a scrivere e lavorare, ormai quasi cieco, grazie all’aiuto e l’amicizia di Mario Zanetti. Poeta di successo, narratore, ma anche pittore, memoria di quegli anni che hanno segnato la cultura americana del dopoguerra, Ferlinghetti è stato un po’ l’imprenditore di tanti amici, l’editore di un gruppo cui letterariamente in fondo non ha mai appartenuto artisticamente, visto che la sua scrittura ha altre origini e va in altra direzione, partendo da Samuel Beckett e “Jimmy Joyce maestro di risate dietro il farfugliare sublime di Finnegans”.

Lo testimoniano ancora le quasi duecento pagine di ‘Little Boy’, in cui si parla anche dell’Italia, dei suoi soggiorni romani, del caffè Greco, paese che ama, l’unico dove abbia dato il permesso di aprire negli anni ’90 una succursale della sua City Lights a Firenze, dove ha esposto i suoi quadri a Roma e, nel 2011, ha partecipato alle celebrazioni del 150 anniversario dell’Unità, durante le quali gli è stata dedicata una grande mostra omaggio a Torino.

 

 

Mauro Aprile Zanetti ambasciatore di cultura italiana a San Francisco Scicli

MAURO APRILE ZANETTI CON LAWRENCE FERLINGHETTI

 

FOTO E ARTICOLO NEL LINK :

https://www.ragusanews.com/2013/05/21/cultura/mauro-aprile-zanetti-ambasciatore-di-cultura-italiana-a-san-francisco/31815

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2 risposte a foto di LAWRENCE FERLINGHETTI — pubblicata su Twitter da ALESSANDRO ROBECCHI -Alessandro Robecchi @AlRobecchi, OGGI, 21.50 ca. ++ COMUNICATO DI CITY LIGHTS BOOKS + PAOLO PETRONI, ANSA DI OGGI, 21.35

  1. roberto rododendro scrive:

    Grazie, queste pagine fanno bello e unico il blog.

  2. Donatella scrive:

    Grazie per avermi fatto conoscere questo personaggio che conoscevo solo di fama. Mi è simpatico perché sorride quasi sempre nelle foto, con un sorriso buono e ironico.

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