mercoledi’ 8 agosto 2012 ore 07:22 dal sito di chiara su facebook : Brasile – Italia……. DUE DONNE PROVANO A PARLARSI…

 

 

“Se sapessi parlare di Maria
se sapessi davvero capire la sua esistenza”

(il datato, lasciatelo perdere, e provate a “capire”)

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INDOVINA INDOVINELLO- il quadro sotto: di chi sarà mai?????






  • 28 luglio facebook

 

 

DIALOGO TRA DUE DONNE ATTRAVERSO L’OCEANO, UNA GIOVANISSIMA ZIA (Sonia) e una vecchia nipote (chiara)

Sonia

  • Bruna, io lasciato il Fabio. Perche lui é sempre depresso.
  • Sono triste, ma trovo che é meglio cosi.
  • Lui parla poco, vole sempre sappere dela mia vita e non mi racconta niente de sua. Lui é um vampiro.
  • É rico, avaro.
  • Non abbiammo mai viaggiatto insieme. Lui sa che ho pocchi soldi, e non ha mai fato un bel regalo.
  • Penso che chi perde tempo sono io. Io ho smontato la mia vita per lui, e lui segue la sua vita uguale, come fosse solo.

 

(chiara) Sonia la vede cosi: particolare del ritratto di Tiziana di Mario Bardelli.

 

30 luglio

chiara

  • cara la mia ciccy, alla mia età credo che persone così siano semplicemente degli “uomini”. Tu hai vissuto con una persona, tuo marito, il “mio” Eliano, per tanti anni che, CON TUTTI I SUOI DIFETTI, era un essere vivo e, forse anche “un uomo vivo”, anche se non posso saperlo con certezza. La merce che c’è in giro è scadente, sono tutti narcisi ogni anno di più, pensa che vogliono togliere “il narcisismo” dai disturbi mentali perché ormai è diventato una cosa di massa, quindi NORMALE! I malati mentali sono I DIVERSI. Se tutti siamo malati uguali, SIAMO TUTTI NORMALI! Io soffro la solitudine, l’idea di tornare a casa, specie la sera, e non sentire un ciabattare per casa mi spaventa, per cui mi tengo cosa ho: io, poi, altro che “smontare la mia vita per lui”!…dal ’63, il prossimo sono cinquanta anni di smontamenti:  non è perché è lui, né di lui voglio parlare, lui è lui e basta, tutto il rispetto, è quel tale lui “tipico” tirato su da madri o sorelle adoranti che si pascevano di questa loro adorazione – e lui ovviamente se ne nutriva – senza mai chiedere niente in cambio. Mal abituato, e poi a lui va bene così, anzi benissimo: perché dovrebbe cambiare? Anche se gli tolgo quell’adorazione che tanto gli serve a stare in piedi, non se ne fa granché perché – invecchiando- ha l’energia di badare a se stesso perché si adora sempre di più…una battuta (ma “scherzando scherzando il caro Bertoldo diceva la verità”): quando ha finito questo suo “personale” compito, deve riposarsi.
  • MA TU NON CI STAI.
  • IN TANTI TANTI ANNI DI “LAVORO” SU DI TE, HAI CAPITO CHE ANCHE TU ESISTI E AVRESTI …”DIRITTO” (???!) A VEDERE RICONOSCIUTA ANCHE DA ALTRI QUESTA TUA…”EVENTUALE” “EVENTUALISSIMA” ESISTENZA.
  • “L’hai davvero capito?”
  • “Vivere “per altri” è una tentazione pericolosissima e sempre latente in una donna, parlo della massa, che poi manco conosco, comunque di una buona parte delle donne…la natura ci ha fatto così per accudire la prole ecc. ecc. ma non solo, lo sanno tutti: tanti secoli di patriarcato lasciano i segni nel nostro sistema nervoso…
  • Che fare?
  • Senti il ciabattio pantofolare, che un po’ ti fa compagnia, e poi vivi sola.
  • Alla mia età, senza alcun physique du role, mi tengo il mucchietto di polvere che ho, e poi, io non credo alle alternative:
  • 1. per me noi scegliamo sempre le stesse persone, cambia solo l’impacchettatura che ci illude “che questo sì, è tutto diverso!”;
  • 2. un uomo vale l’altro. Ci sarà gente diversa, ma è come cercare l’ago in un pagliaio. Noi siamo una metà della mela e cerchiamo sempre l’altra metà: io stessa mi sono circondata di amici dello stesso tipo, tutti all’opposto di me, e per quanto tu ti sia impegnato, e da una vita, a nutrirti del diverso – con infinita fatica – sotto sotto, questi tipi, diversi da me, appunto, almeno io, LI ODIO. Ma tanté: in giro vedo tutte le coppie che, diciamo, funzionano, tutte accoppiate per opposti, perché “una mano lava l’altro e due lavano la faccia”, non puoi vivere con un solo moncherino, la barca ha due remi…eccetera eccetera….per cui quando il santo erotismo diminuisce, o anche svanisce, “nei più poveri di spirito”, santo rimedio per risolvere gli scontri ecc., allora, quando questa valvola fa poca luce per i più diversi motivi, primo l’alienazione e l’inerzia di morte che prende nella vecchiaia …allora, gli scontri, più crudeli perché “non temperati dall’attrazione fisica”, dicevo, allora gli scontri…vale la pena di sedersi calmamente e goderseli! In prima fila. Certo, quando ci riesci.
  • Mi spiace tu sia triste. Sei sempre così allegra e straboccante di vita: è questo che ha incantato Eliano, credo io, insieme ai trentanni di differenza, tra tante donne che, nonostante la sua età, facevano nobilmente la fila.
  • Credo di capirti. E’ una delusione, quella di un rapporto tanto voluto,  che sfracella noi stessi. Una sconfitta della nostra immagine: “ma sono proprio impotente, bella come sono?” –bella bella sei tu, cara Soninha.
  • Sai, io, che bella non lo sono mai stata né mai ho pensato a coltivarla come una risorsa  (come tutte le “bruttone” della sinistra- tutte disincarnate-puri spirito-dedite alla causa-agli ideali- ai principi morali – NIENTE CARNE, tutte CATTOLICHE DI FONDO, LA CARNE E’ PECCATO da Cartesio in poi, cattolico anche lui, pur libero pensatore, ma le radici l’aria che respiri…sono inossidabili)
  • mi sono impostata – PER COME POSSO- a trarre amore non dal marito o similia, ma da altre cose, ce ne sono tante cose belle! E poi, ad una certa età, dopo aver dedicato la mia vita (prima di tutto a curarmi) e poi – sostanziamente – alla mia famiglia, ho tirato i remi in barca: per loro sono disponibilissima-  tutto OK, faccio il “mio dovere”, per come posso io, di madre moglie nonna sorella, ma cerco uno spazio per me, per realizzare me stessa, una spinta che io sento fortissima:
  • non voglio morire con dei talenti dentro di me che sono marciti perché non li ho fatti brillare e produrre qualcosa.
  • Il mio blog, l’impegno che significa per me (“non aver sofferto invano”, mettere a disposizione degli altri gli strumenti acquisiti), è il fulcro della mia vita: è il mio povero modo di arrivare alla morte avendo cercato di “dare, un minuscolo che sia, significato” al fatto che se potevo non esserci, per un barlume di attimo, ci sono stata e, ancora per un po’, ci sono.
  • Tutto il resto, marito sorella figlia e nipotino compreso, girano intorno a questo nucleo vivente che, per me, è il centro della mia vita, quello che mi dà una buona ragione per alzarmi al mattina e continuare a lavorare-lottare ecc. ecc.
  • ciao, non ti servirà a niente, ma non si dirà che “non ci ho provato” a dirti qualcosa, che, non certamente a te, questo è altamente improbabile, magari ad un altro che non leggerà mai, e a me che l’ho scritto, potrebbe dire qualcosa. Come sai benissimo, mia brasilianina bella, in quel meraviglioso paese dove “non” felicemente ho abitato per dieci anni (ero malata, ma non solo, ho preso il periodo della dittatura militare) dicono che “se i consigli servissero a qualcosa, sarebbero a pagamento”. Intanto sono stata un po’ con te e mi ha fatto piacere. Il reciproco è quasi irraggiungibile. Tua chiara.

 

 

questa è chiara: uno studio di mario bardelli dal titolo “femme fatale”

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3 risposte a mercoledi’ 8 agosto 2012 ore 07:22 dal sito di chiara su facebook : Brasile – Italia……. DUE DONNE PROVANO A PARLARSI…

  1. Donatella scrive:

    Tutto vero quello che dici e molto molto saggio. Ma ogni tanto viene una nostalgia soffocante per qualcosa di più, che forse, sicuramente non esiste.

    • Chiara Salvini scrive:

      E’ sparita la mia replica! Così bella! ti dicevo più o meno, citando la famosa frase di Gramsci (“pessimismo della ragione/ ottimismo della volontà”) che fortunatamente l’essere umano, e forse anche gli animali le piante e il cielo e le stelle e tutti i sassi, sempre tanto trascurati tra le cose vive (lo sapevi che “anche il marmo respira”- parola di illustre marmista-), soggiaciono alla realtà pratica, più forte della nostra testa, l’ho scoperto in vivo perché -tanto era l’ottimismo della volontà- una brutta deviazione- che la testa me la sono fracassata nel maggio 76′, mi pare, quando sono diventata pazza ricovero e tutto. Tu lo sai bene: a Parabiago, allora manicomio, venivi tutti i giorni a vedermi e mi dicevi: “Ma questo è proprio un posto normale in confronto, i normali stanno qui!”, te lo ricordi? Tu hai conosciuto Vincenzo, quel – per noi- vecchietto, vestito di giacca e panciotto grigio antracite come mio nonno Vincenzo, il papà di mio papà, che correva verso di me (e anche di te) a piccoli passetti saltellanti, proprio come mio nonno quando lo trascinavo giù da via Marsaglia e lo portavo alla panetteria al fondo, quasi piazza Colombo, e gli dicevo: “Nonno io non ce l’ho mal di stomaco”, e lui, che non avrebbe uscito un centesimo per nessuno, così violentato, mi comprava tutte le mattine la biscetta! Famosissima per noi vecchi, te la ricordi? Adesso certi posti la rifanno, ma non ha nessun gusto rispetto ad allora: altro che “madeleines” di illustre memoria! Insomma, tutti gli esseri dell’universo, abitanti di Marte compresi, sognano, immaginano, hanno bisogno di utopia, di illusioni, di ardore, di fuoco e passione (chiamala religione, ideali, socialismo, giustizia e libertà, liberalismo) perché tutto questo permette loro di andare “oltre” questa realtà che a masticarla sono sassi…se questa parte non c’è, è troppo messa da parte, siamo comne quel là che “rideva con una bocca piena di sassi” (Lamento di Ignazio, Garcia Lorca) e, credimi, questa -dovunque si trovi, nei bassifondi o nella crema o al governo del mondo – tu lo sai bene, èp propria “brutta gente” da schivare per non farsi contaminare da tanta bruttezza! Tu, mio caro ardore e sogno e poesia, ecco, non sei tra loro, anzi, forse voli ancora un po’ troppo alto, come quando eravamo giovani ed eravamo “certi” che avremnmo cambiato il mondo. A te mancano i sassi, anche sei stai pastando duro in questo perido, ma non ti manca “il delirio buono”, quello senza il quale, non solo nessuno sopravvive (o diventa tutto sassi e quando parla grigna e ulula, ce n’è pieno in giro), ma non ci sarebbe arte poesia scienza Dio o dio, scrivilo come vuoi, né bontà nè solidarietà né un gesto di carezza sul viso del vicino, ciao, buona giornata a tutti i milioni che mi leggeranno, io sono in montagna perché oggi battesimano quella stella grande che è Nicolo’: una benedizione, un pensiero buono come diceva la Cartland, non può che far bene, anche se non cancella il peccato originale… che non si capisce come avrebbe potuto fare questo bambino, oltretutto “troppo buono”…Sono di quelli, insieme a tutti gli scienziati seri, che credono nell’ereditarietà in quanto potenizialità che si sviluppa in un ambiente, ma portare sulle spalle il peccato di Eva! “No, grazie!”. Ci vuole una capacità di pensiero delirante- che nasce da un bisogno di immortalità inestinguibile nel cuore umano da sempre, dalle prime urne cinerarie ecc. – tu sai e parlacene pf…anche degli elefanti, se ti ricordi- – che io – pazza- non posso permettermi, anche se ho un profondissimo rispetto per tutte le utopie ( laiche e religiose, tra le quali per quali c’è la scienza (per me, non è scienza, ma scientismo) come per esempio per la straordinaria Margherita Hack.

  2. Donatella scrive:

    Mi viene molto difficile spiegare quel nodo che c’è in me, e forse in ognuno di noi, che ogni tanto si fa soffocante: qualcosa che vorremmo ma non sappiamo bene neppure cosa. Certo, se ci fossero condizioni esterne difficili e dure,non si avrebbe tempo e spazio per queste pesanti ” leggerezze”, ma le sentiamo e un po’ ci opprimono, anche se fanno parte di noi. Cercherò di spiegarmi un po’ meglio in un prossimo capitolo. Ciao, farfalla leggera che annunci la primavera.

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