Grazie alla vita
Che mi ha dato tanto,
Mi ha dato due occhi
Che quando li apro
Chiaramente vedo
Il nero e il bianco,
Chiaramente vedo il cielo alto
Brillare al fondo,
Nella moltitudine
L’uomo che amo.
Grazie alla vita
Che mi ha dato tanto,
Mi ha dato l’udito
Così certo e chiaro
Sento notti e giorni
Grilli e canarini
Turbini martelli
E lunghi pianti di cani
E la voce tenera
del mio amato
Grazie alla vita
Che mi ha dato tanto,
Mi ha dato il passo
Dei miei piedi stanchi
Con loro ho attraversato
Città e pozze di fango
Lunghe spiagge vuote
Valli e poi alte montagne
E la tua casa la tua strada
Il tuo cortile
Grazie alla vita
Che mi ha dato tanto,
Del mio cuore in petto
Il battito chiaro
Quando guardo il frutto
Della mente umana
Quando vedo la distanza
Tra il bene e il male
Quando guardo il fondo
Dei tuoi occhi chiari
Grazie alla vita
Che mi ha dato tanto
Mi ha dato il sorriso
E mi ha dato il pianto
Così io distinguo
La buona o brutta sorte
Così le sensazioni che fanno
Il mio canto
Grazie alla vita
Che mi ha dato tanto
[1965]
Parole e musica di Violeta Parra
Gracias a la vida, que me ha dado tanto
Me dió dos luceros, que cuando los abro
Perfecto distingo, lo negro del blanco
Y en el alto cielo, su fondo estrellado
Y en las multitudes, el hombre que yo amo
Gracias a la vida, que me ha dado tanto
Me ha dado el oído, que en todo su ancho
Graba noche y día, grillos y canarios
Martillos, turbinas, ladridos, chubascos
Y la voz tan tierna, de mi bien amado
Gracias a la vida, que me ha dado tanto
Me ha dado el sonido, y el abecedario
Con el las palabras, que pienso y declaro
Madre, amigo, hermano y luz alumbrando
La ruta del alma del que estoy amando
Gracias a la vida, que me ha dado tanto
Me ha dado la marcha, de mis pies cansados
Con ellos anduve, ciudades y charcos
Playas y desiertos, montañas y llanos
Y la casa tuya, tu calle y tu patio
Gracias a la vida, que me ha dado tanto
Me dió el corazón, que agita su marco
Cuando miro el fruto del cerebro humano
Cuando miro el bueno tan lejos del malo
Cuando miro el fondo de tus ojos claros
Gracias a la vida, que me ha dado tanto
Me ha dado la risa y me ha dado el llanto
Así yo distingo dicha de quebranto
Los dos materiales que forman mi canto
Y el canto de ustedes, que es el mismo canto
Y el canto de todos, que es mi propio canto
Y el canto de ustedes, que es mi propio canto.
chiara: scusate la melensaggine di chiara, è l’età, ma voglio ricordare la mia classe a Psicologia (PUC), cattedra Freud II: alla fine del corso, tra le tante cose che avevamo fatto oltre le “Conferenze” di Freud, come per esempio “un’analisi psicoanalitica del romanzo “Adrienne Mesurat” di Julien Green, un’analisi del dadaismo ecc. … dei ragazzi stupendi, io ero molto seria (severa) e loro mi amavano proprio per questo, abbiamo fatto un festival, diciamo così, sia del lavoro dei ragazzi di Freud I che II, e in questo secondo, abbiamo presentato, tra i lavori della classe, l’analisi di questa bellissima canzone: ricordo tutti, in particolare una bellissima ragazza argentina, alta, capelli biondi lisci e lunghi, che ce l’ha cantata con la chitarra: tutto il gruppo alla cattedra di una grande sala e lei al centro. Allora mi sembrava molto bello, “ma ovvio” (tutta la vita sarebbe continuata così…). Avevamo inteso questa iniziativa come una maniera di creare relazioni tra le varie cattedre: abbiamo invitato un certo Nixan, cattedra di psicologia esistenzialista, ricordo anche lui!: un tipo preparato e un tipo stronzo: è venuto, nemmeno una parola ai ragazzi e al loro lavoro, si è fato il suo pistolotto come un autistico e poi se n’è andato! PS: la rabbia scaccia sempre via la melanconia.