“Quei pini solenni lo calmarono per l’immenso isolamento in cui s’ergevano: tutti insieme, eppure ciascuno solo con se stesso. Una volta o due, dinanzi a un pino che in una radura si ergeva più grande e più distante dai suoi simili, egli si fermò e, a capo chino, mormorò una rozza preghiera a quel tenebroso proscritto.”
“…e che le ombre gli volteggiassero intorno, e una volta immaginò che una voce, con tono fievole e sommesso come il cader della rugiada, gli dicesse:- Doya, mio caro -. Ma a poche iarde dalla caverna tutto si fece improvvisamente silenzioso.”
(william butler yeats, Doha, Einaudi 1982, p. 95 )
“caro, caro Doha”—–13 giugno ore 16:37; un email:
Sono appena tornato dalla mia solita lettura di la Repubblica, la giornata è bella e il ‘caldo’ comincia a essere in linea col calendario. Che bello, cara Chiara, trovare una tua e.mail con tante ‘intime’ notizie che ti riguardano. Grazie per il pensiero a G. e a C. ( sempre impegnata con incarichi che la costringono un po’ a Milano e un po’ a Parigi ): stanno bene, almeno questo è quanto mi ‘appare’ lontano dagli occhi …. Da quanto mi scrivi ti ‘sento’ saggia, filosofa e forte. La vita, non solo ora che ho raggiunto la ‘penombra’, richiederebbe tanta saggezza e uno sguardo a 360 gradi. Ma se la ‘incoscienza della giovinezza’ non l’ avessimo vissuta e attraversata, l’ uomo sarebbe già scomparso da un pezzo. Ti abbraccio (con alcuni versi di Attilio Bertolucci): “” Non chiedere altro, la felicità è in questo / corso paziente, mentre gli anni fuggono / e i giorni così lenti scorrono, / il sole indugia su palpebre e muri, / tu, io, i cari figli l’ accogliamo / diversa beatitudine, persone separate // …. “
Quante parole inutili si dicono e quante invece utili non si ha la voglia o il coraggio di dire. Nel silenzio del cuore si sentono le parole amiche, parole d’amore.
Sì, molto bella / la poesia di Donatella ( poesia, in forma prosa)