19 LUGLIO 2013 ORE 08:09 NAPOLITANO E IL PD — DA IL FATTO QUOTIDIANO TRAMITE JACK’S BLOG : CHIARA: ANCHE SE SIETE D’ACCORDO CON QUESTA POSIZIONE, ANDRESTE A VOTARE CON QUESTA LEGGE? CHIARA SE NE DISPIACE CON SE STESSA MA CREDE – CON NAPOLITANO –CHE UNA CADUTA DEL GOVERNO COMPORTEREBBE SERIE CONSEGUENZE, FORSE “IRRECUPERABILI” SULL’ECONOMIA E SUL LAVORO. IL ROSPO E’ CERTAMENTE TROPPO GROSSO DA INGOIARE. MA COME NAPOLITANO NON VEDO ALTERNATIVE: L’ITALIA E’ TRIPARTITA, LO ERA POCHI MESI FA, E LO SAREBBE UGUALMENTE—FORSE VINCEREBBE DEL TUTTO BERLUSCONI. AVETE IL DIRITTO DI IMPALARMI, PER ORA LA VEDO COSI’, CHIARA ASSAI DUBBIOSA.

DECIDE TUTTO NAPOLITANO: “ENRICO LETTA NON SI TOCCA” (Eduardo Di Blasi)

19 luglio 2013

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Il capo dello Stato avvisa: in caso di crisi “contraccolpi irrecuperabili” sull’economia E blinda Alfano sul Kazakistan: “Storia incredibile ma non ha responsabilità oggettive”

Dopo Enrico Letta il diluvio. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano usa la tradizionale cerimonia del Ventaglio, l’incontro preferiale con la stampa parlamentare, per chiudere ogni varco a governi diversi da quello attuale. Alla vigilia del voto di sfiducia sul ministro Alfano per il caso Kazakistan, Re Giorgio passa ancora una volta con i cingoli sul dibattito parlamentare. La bufera finanziaria non è passata, il governo resta così. I contraccolpi economici di una crisi politica, indica, potrebbero essere “irrecuperabili”. Gli eventuali sbocchi, nel contesto parlamentare che ci troviamo davanti, “velleitari”, “vuoti”, privi di “sbocchi”.

“Si può mettere a repentaglio la continuità di questo governo senza offrire pesanti ragioni ai più malevoli e anche interessati critici e detrattori del nostro paese, pronti a proclamare l’ingovernabilità e inaffidabilità dell’Italia? – chiede Napolitano – I contraccolpi a nostro danno, nelle relazioni internazionali e nei mercati finanziari, si vedrebbero subito e potrebbero risultare irrecuperabili”. Sotto il peso dei mercati, è opinione del capo dello Stato, la politica deve tirare le fila. “Inutile dire come il clima di fiducia verso l’Italia possa variare positivamente in presenza di una valida azione di governo e di un concreto processo di riforme su ampie basi di consenso parlamentare, e come esso potrebbe invece peggiorare anche bruscamente dinanzi a una nuova destabilizzazione del quadro politico italiano”.

Il governo e la sua maggioranza, quindi, devono rimanere ben saldi “sapendo che esitazioni da un lato o forzature dall’altro, esibite polemicamente, possono far sfuggire al controllo delle stesse forze di maggioranza la situazione”. È un messaggio che si rivolge a Silvio Berlusconi (“si sgombri il terreno da sovrapposizioni improprie, come quella tra vicende giudiziarie dell’onorevole Berlusconi e prospettive di vita dell’attuale governo”), ma anche a chi cerca ancora chiarezza dal ministro del-l’Interno Angelino Alfano sul-l’affaire kazako.

Quella del rimpatrio di Alma Shalabayeva e della piccola Alua, moglie e figlia di uno dei nemici del presidente kazako Nursultan Nazarbayev, è per Napolitano una “inaudita storia” che potrebbe portare “gravi motivi d’imbarazzo e di discredito per lo Stato”. Il Colle non ritiene però che qualche colpa possa ricadere sul governo. Che, anzi, ha “opportunamente deciso – partendo da una prima ricostruzione della vicenda – innanzitutto di sanzionare comportamenti di funzionari titolari di delicati ruoli in materia di sicurezza, che hanno assunto decisioni non sottoposte al necessario vaglio dell’autorità politica e non fondate su verifiche e valutazioni rigorose”. Non si tocca Enrico Letta e non si tocca nemmeno il vicepresidente con delega all’Interno Angelino Alfano, altro perno del castello di carte che tiene assieme governo e maggioranza. Il responsabile del Viminale non c’entra. Anzi. “È assai delicato e azzardato evocare responsabilità ‘oggettive’” nei confronti del ministro, afferma il presidente.

L’obiettivo primario del Quirinale resta lo stesso: l’inviolabilità del governo. E Napolitano lo dice chiaro: “È comunque del tutto evidente che a questo proposito da parte di forze politiche di opposizione si tenda in questo momento a far franare un equilibrio politico e di governo che si giudica spurio prima ancora che inadeguato. Per spingere il paese, le sue istituzioni rappresentative, verso quale sbocco?”. Ecco, Napolitano non vede sbocchi. Di più, invita “coloro che lavorano su ipotesi più o meno fumose o arbitrarie, a non contare su decisioni che quando si fosse creato un vuoto politico spetterebbero al presidente della Repubblica”. In caso di caduta del governo, tradotto, sarà sempre da lui che passerà la scelta su rimpasti o voto anticipato. E avverte di conseguenza: “Non ci si avventuri perciò a creare vuoti, a staccare spine, per il rifiuto di prendere atto di ciò che la realtà politica post-elettorale ha reso obbligato e per un’ingiustificabile sottovalutazione delle conseguenze cui si esporrebbe il paese”.

Ce n’è anche per i giornali, richiamati alla “responsabilità”, “perché la componente della sollecitazione e dell’amplificazione mediatica influenza molto le parole e i comportamenti dei politici”. Zitti tutti, che passa la crisi.

GetConternt.aspValentina Sanna: “Mi vergogno, lascio il partito Il Colle è garante di questo impresentabile governo”
di Paola Zanca
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“Questa lettera l’ho finita di scrivere l’altro ieri notte, prima di sapere cosa si sarebbe deciso sulla sfiducia ad Alfano. Ma non c’è bisogno della palla di vetro, sapevo già cosa sarebbe successo: niente”. Valentina Sanna, 44 anni, presidente dell’assemblea sarda del Pd, si è dimessa lanciando parole di fuoco ai dirigenti del suo (ex) partito. Indica le sciagure che l’hanno portata a “vergognarsi” del suo ruolo: dalle primarie al governo delle larghe intese. E poi ci mancava Napolitano.

Ha sentito? Dice che il governo non deve cadere.
Fa quello che deve fare, è questo il motivo per cui è stato scelto: è il primo garante di questo impresentabile governo. Si appellano alla ragione di Stato. Ma io non so più qual è la ragione e nemmeno qual è lo Stato.

Lei non crede che serva responsabilità?
Si riempiono la bocca con questa parola, ma il Paese pensa a tutt’altro. Hanno completamente perso il contatto con il territorio.

Dove hanno sbagliato i suoi compagni di partito?
Si doveva provare l’opzione Rodotà. Ma dico queste cose sapendo perfettamente che non sono mai state nella loro testa. Così come Prodi: nessuno dei due era funzionale al disegno a cui si erano preparati.

Le larghe intese?
Abbiamo un governo e un parlamento inchiodati alle decisioni di Napolitano. Cosa decidono loro? Niente. Ma vi ricordate la scena pietosa di quando li ha frustati tutti quanti durante il discorso di insediamento? È stato penoso. E poi, un uomo come Napolitano di fronte a una vicenda grave come quella kazaka ritiene che si possa risolvere mettendoci una pietra sopra? Lo trovo inquietante. La verità è che hanno superato ogni limite. Per questo ho deciso: adesso basta, non mi potete più mortificare.

Renzi potrebbe dare una sferzata al partito?
No, non è lui la soluzione ai problemi del Pd. Dopo vent’anni di asfissia con questa classe dirigente è inevitabile che si alzi uno che fa politica da quando aveva 15 anni e dica “rottamiamo tutto”. E chi non è d’accordo? Lo sono anch’io, ma non gli credo. Il governo con Berlusconi lo farebbe anche lui. Forse, con meno ipocrisia.

(Il Fatto Quotidiano)

 

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