28 GENNAIO 2014 ORE 15:58 DALL’UNITA’ DI OGGI—TUTTE LE NEWS SULLA LEGGE ELETTORALE ITALIACUM E SUL PD (CUPERLO)

Italicum: Berlusconi ci ripensa
Renzi: «Non mi faccio ingabbiare, nessuno bluffi»

Renzi convince la minoranza Pd a ritirare gli emendamenti |
NELLA NOTTE NUOVA SFIDA E NUOVO PATTO RENZI-CUPERLO |
Il segretario Pd ottiene l’accordo sul premio di maggioranza al 38 per cento, ma Forza Italia ci ripensa |
Renzi, big bang, 640
  • 28 gennaio 2014
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    Il Pd, come già annunciato nella tarda serata di ieri, ha ritirato la maggior parte dei suoi emendamenti, confermando solo i tre relativi all’innalzamento della soglia di sbarramento per accedere al premio di maggioranza dal 35% al 38%, alle primarie facoltative e alla delega al governo per il ridisegno dei collegi.

    – L’ira di Renzi: «Stanno cercando di bloccare tutto»

    FORZA ITALIA E IL “SALVA LEGA”

    Forza Italia, invece, ha mantenuto tutti gli emendamenti depositati.  L’unico gruppo che in commissione Affari costituzionali della Camera ha ritirato gli emendamenti depositati è il Pd. Lo conferma il presidente della commissione, Francesco Paolo Sisto (FI). «Allo stato – riferisce Sisto – sono stati ritirati solo gli emendamenti del Pd. In tutto, quelli ammessi, sono circa 250-260». Il principale è il cosiddetto emendamento ‘salva Lega’ che prevede il ripescaggio dei partiti fortemente radicati in un determinato territorio qualora questi superino l’8% dei voti in 7 circoscrizioni: una sorta di ciambella di salvataggio lanciata dall’ex premier agli ex alleati del Carroccio.

    «IL TESTO RENZI-BERLUSCONI NON CAMBIA»

    «In relazione ad alcune ricostruzioni giornalistiche, preciso che è destituita di fondamento ogni ipotesi di accordo diverso da quello stipulato fra il presidente Silvio Berlusconi e il segretario del Pd, Matteo Renzi. Sono quindi false le notizie circa una modifica al rialzo della soglia del 35% per assegnare già al primo turno il premio di maggioranza». Così Denis Verdini, ieri sera, ha smentito le voci di un’apertura di Forza Italia sull’innalzamento della soglia per ottenere il premio di maggioranza. Gli ha fatto eco Brunetta: «Per noi i patti vanno mantenuti e li manterremo: 5%, 8%, 12%, 35% sono le soglie dell’accordo Renzi-Berlusconi. Smentiamo nella maniera più assoluta che si sia raggiunto un accordo sulla soglia al 38 per cento per il premio. Noi manteniamo i patti e speriamo li mantenga anche il Pd».

    POSSIBILE INCONTRO BIS TRA RENZI E BERLUSCONI

    La trattativa dunque è a oltranza. L’impasse resta, tanto che fonti azzurre riferiscono di un possibile nuovo incontro tra Renzi e Berlusconi nella giornata di oggi. A Largo del Nazareno, ancora questa mattina, si limitano a riferire che «nell’agenda del Segretario del Pd di oggi questo incontro oggi non risulta». Il che non esclude affatto che l’incontra possa svolgersi. Molto dipenderà dall’esito dei primi nuovi colloqui della mattina.

    COMMISSIONE AFFRONTA EMENDAMENTI

    Intanto, sono iniziati i lavori della Commissione Affari costituzionali della Camera che ha proceduto all’esame dell’ammissibilità degli emendamenti. Dei 318 depositati ieri, sono stati dichiarati ammissibili circa 250 proposte di modifica al testo dell’Italicum. Come annunciato già nella tarda serata di ieri, il Pd ha ritirato la gran parte dei suoi emendamenti, confermando invece solo quelli sull’innalzamento della soglia dal 35 al 38, sulla delega al governo per la definizione dei nuovi collegi e sulle primarie facoltative. A breve si riunirà la conferenza dei capigruppo per stabilire se sarà necessaria una nuova definizione del calendario, in quanto a questo punto appare difficile che il testo della riforma elettorale possa essere licenziato in tempo dalla Commissione per il 29, domani, quando è previsto l’approdo in Aula.

    IL NODO SUL PREMIO DI MAGGIORANZA

    Restano tre i nodi della legge elettorale su cui continuano le trattative tra Pd e Forza Italia: soglia per il premio di maggioranza dal 35% al 38%, primarie per legge ma non obbligatorie e delega al governo per la definizione dei collegi. È questa la linea definita nella riunione tra Matteo Renzi e i deputati del Pd della commissione Affari costituzionali della Camera.

    NELLA NOTTE NUOVA SFIDA
    E NUOVO PATTO RENZI-CUPERLO

    È stata una riunione difficilissima e sono in molti a raccontarlo. Matteo Renzi si è presentato ieri sera alla Camera per incontrare i membri Pd della commissione Affari costituzionali e ha messo subito in chiaro le sue condizioni.

«Il Pd deve presentarsi unito nelle trattative sulla legge elettorale», ha spiegato il segretario. Il partito non può offrire agli altri partiti l’alibi delle sue spaccature, è stato il senso dell’intervento di Renzi, e solo mostrandosi unito si capirà se sono gli altri a voler far saltare tutto e a non volere la legge elettorale.

RENZI E L’APPELLO ALLA COMPATTEZZA
Dunque «vi chiedo formalmente il ritiro degli emendamenti in commissione perché altrimenti salta l’accordo», ha chiarito. Via libera solo ai testi che chiedono l’innalzamento dal 35% al 38% della soglia per far scattare il premio di maggioranza, la delega al governo per la definizione dei collegi e l’introduzione delle primarie per legge anche se non obbligatorie, ha chiarito.

L’APERTURA DI CUPERLO

 


Le sue parole sono state accolte dal gelo. Poi sono iniziati interventi anche molto tesi. C’è chi ha tentato di difendere la necessità di correggere pesantemente il testo concordato con Silvio Berlusconi, chi ha parlato platealmente di mancanza di dibattito interno. Ma di fronte a quello che è parso un aut aut, di là dai malumori, Gianni Cuperlo ha preso la parola e ha dato il suo sofferto via libera alla linea del segretario. E così ha fatto Rosy Bindi. Certo la sinistra del Pd qualche piccolo risultato può rivendicare di averlo portato a casa, a partire dalla richiesta di una soglia più alta per il premio e dalle primarie che rendono appena meno indigeribili le liste bloccate. Ma il pacchetto è stato ‘prendere o lasciare’.

ORA RENZI È PIU’ FORTE

Renzi che si presenta al tavolo dei negoziati con più forza e potrà trattare su quelli che sono punti del Pd con le richieste di FI, a partire dalla norma salva-Lega, e da quelle di Ncd, come le candidature plurime. La sinistra però non ha certo deposto le armi. Si vedrà come va la trattativa e resta sempre l’Aula come ultima spiaggia per riprendere la battaglia, a partire da quella sulle preferenze.

 

 

 

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