18 marzo 2014 ore 07:10 SEPARAZIONE DI STEPHEN SPENDER—AD UN VISO AMATO DEL MIO OTTOCENTO…testo inglese sotto.

 

chiara: come succede quasi sempre, chi ha tradotto non è nominato

 

 

Separazione

 

La volontà ha deciso. Ma come può il cuore
che giace molto al di sotto della superficie
delle livellate ragioni che l’occhio vede-
come può il cuore decidere
di bandire per sempre questo viso amato?

Agli occhi stellati, tra le canne del buio,
rinunciare? Alla luce dentro la cecità del corpo?
Per dimostrare che erano perduti in ogni modo
e accettare i moncherini incespicanti della consolazione?

Sotto il sonno, sotto il giorno,
sotto la terra, nella galleria del midollo,
amore immutabile giura che tutto è immutato, e sa
che ciò che non ha rimane ancora quanto possiede.

 

 

(oscar mondadori, poesia del ‘900, stephen spender, poesie, 1999)

 

presentazione su Internet di mondadori di questa raccolta: (10 euro)

“Una poesia di rivolta contro ogni forma di accettazione dell’ingiustizia. Una poesia decisa a sfidare le convenzioni della tradizione per far irrompere sulla pagina la nuda realtà. Questo il programma di Stephen Spender, compagno di strada di W. H. Auden e cantore della libertà e della dignità negli anni del totalitarismo.”

 

 

 

A SEPARATION

 

Yes. The will decided. But how can the heart decide,

Lying deep under the surface

Of the level reasons the eye sees –

How can the heart decide

To banish this loved face for ever?

 

The starry eyes on the fringe of darkness

To forgo? The light within the body’s blindness?

To prove that these were lost in any case

And accept the stumbling stumps of consolations?

 

Under sleep, under day,

Under the earth, in the tunnel of the marrow,

Unchanging love swears, all’s unchanged, and knows

That what it has not, still stays all it has.

 

 

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4 risposte a 18 marzo 2014 ore 07:10 SEPARAZIONE DI STEPHEN SPENDER—AD UN VISO AMATO DEL MIO OTTOCENTO…testo inglese sotto.

  1. Donatella D'Imporzano scrive:

    Non conoscevo per niente questo autore. La poesia è bellissima. Grazie!

  2. Stefano scrive:

    La trovo bella, profonda e vera! Parole da duri che sanno amare, la fatica.

    • Chiara Salvini scrive:

      Non ti puoi immaginare, caro Ste sempre bello (ti ho appena visto!) la mia felicità : ero rimasta molto male perché – fuori Donatella cui era piaciuta- Diletta Luna, amantissima di poesia, laureata in lettere, che tutta la vita si e’ spesa con passione a passare questo amore della poesia (non solo, anche i principi di giustizia sociale) ai suoi alunni (che, quando la incontrano ancora la ringraziano per “l’incanto delle sue lezioni di letteratura”)..insomma: mi ha detto letteralmente che “pur avendola letta almeno dieci volte, non ci ha capito niente”--Nemo, altro poeta per vera passione, non l’avrà vista, ma se l’ha vista non ha lasciato alcun commento—Forse non gli sarà piaciuta!

      “La trovo bella, profonda e vera! Parole da duri che sanno amare, la fatica. “: questo sarà l’unico “epitaffio” (si metterà solo sulle tombe?) per questa poesia! ciao grazie grazie, chiara

  3. nemo scrive:

    Cara Chiara, ahimé, non sono un ‘poeta’ -mai scritto un verso, in tutta la mia ormai lunga vita- , ma amo la poesia che mi ha molto molto aiutato, nei momenti tristi e dolorosi che ci sono riservati. Il poeta Spender non lo conosco, anche perché tra i miei limiti c’è anche quello di leggere con ‘cautela’ e quindi poco le opere letterarie di stranieri. Non parlo altre lingue oltre la mia (nostra) per cui mi dovrei ‘accontentare’ delle traduzioni ( magari più belle dell’ originale .. chissà ). Il testo che riporti mi piace molto, ha il ‘mistero’ della vera poesia che va ‘svelato’ dal lettore (che attribuisce a quel mistero il senso che deriva dalla sua -del lettore- sensibiltà e dalla sua ‘esperienza’) . Per me questa è la dichiarazione di un amore che non cessa nemmeno dopo la ‘separazione’ ( morte ?): “… e sa / che ciò che non ha rimane ancora quanto possiede “. Però la bellezza di questi versi quanto deve al traduttore ( che non sappiamo chi è ) ? Un saluto bolognese, e grazie.

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