DALLA RIVOLUZIONE FRANCESE INTORNO ALL’ALBERO DELLA LIBERTA’ SI BALLAVA…E POI SI E’ CONTINUATO COME DICE LA LAPIDE- del 1849—–
——FINO A STASERA O DOMATTINA….
L’olmo, ovvero l’albero della liberta’ nei paesi della comunità montana la metina
( TOSCANA)
Le fotografie che seguono ritraggono l’olmo di Piazza Verdi di Decollatura, «Praticello», nella sua forma migliore, prima della malattia
notizie storiche:
L’albero della libertà inizialmente era un albero simbolico, senza radici, sul quale venivano fissati i simboli repubblicani, soprattutto il rosso cappello frigio, simbolo stesso della Rivoluzione (il cappello frigio come simbolo è rimasto ancora in uso nello stemma dell’Argentina e di altri paesi del Sud America, nel sigillo del Senato degli Stati Uniti, e così via).
I primi alberi della libertà vennero issati in Francia durante la Rivoluzione Francese e subito dopo si stabilì che dovevano essere alberi viventi, con forti radici idonee a sostenere la pianta che si slanciava verso l’alto. Una completa allegoria del popolo che si erge verso la conquista dei diritti e della libertà.
Degli alberi veri piantati in Francia nel 1789 rimane un solo esemplare, molto sofferente, che si trova nel comune di La Magdaleine, Dipartimento del Lot, nel sud della Francia. Ecco la sua fotografia tratta da un sito francese molto interessante (http://krapooarboricole.wordpress.com):
Ecco come si presenta oggi (2012) il nuovo olmo di Praticello che ha compiuto 14 anni:
ANCHE QUI SI BALLA (SI FA PER DIRE!) : E’ L’ALBERO DELLE IDEE DEI NOSTRI RICERCATORI ITALIANI
NOTA:
L’Albero delle Idee, ecco la nostra nuvola di pensieri
Per accompagnare il nostro Viaggio verso la prossima tappa della Notte dei Ricercatori Abruzzo dell’11 ottobre (VEDI DETTAGLI), e per ‘ricordare’ l’obiettivo della nostra iniziativa, in piazza Plebiscito ci sarà – a partire da questa mattina – l’“ALBERO DELLE IDEE”, frutto dalla intuizione, della progettazione e della direzione tecnica di Andrea Jasci Cimini e Agnese Senerchia, due giovani architetti, soci RATI
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14 LUGLIO
I NOSTRI MARTIRI PER L’UNITA’ D’ITALIA SOTTO LE IDEE RIVOLUZIONARIE PORTATE DA NAPOLEONE IN ITALIA, COMINCIANO PRESTO—
GUARDATE CHE BELLEZZE PRODUCONO I NOSTRI RICERCATORI (MA CHI NE DUBITAVA? L’HO GIA’ SCRITTO, MA LO RIPETO: LEGGO O LEGGIUCCO DUE
RIVISTE SCIENTIFICHE IN ITALIANO: “LE SCIENZE” E “MENTE E CERVELLO”: E’ QUASI IMPOSSIBILE ( FORSE ESAGERO, MA E’ PER FAR CAPIRE) TROVARE UNA RICERCA IMPORTANTE, UNA PUBBLICAZIONE, UNA SCOPERTA, TUTTI LAVORI IN EQUIPE, PIU’ O MENO GRANDI, COME SAPETE, IN CUI NON SIA PRESENTE ALMENO UN NOME ITALIANO. QUESTO VUOL DIRE CHE NONOSTANTE TUTTO LE NOSTRE SCUOLE POSSONO FORMARE GENTE IN GAMBA….POI, SUBITO DOPO LA LAUREA, C’E’ L’ABISSO…DELL’IGNORANZA DEI NOSTRI GOVERNI, DELLE AZIENDE, DI CHI BLATERA TANTO PER FAR RIPARTIRE L’ECONOMIA….)
NON SO SE QUESTA IMMAGINE SIA DELLO STESSO GRUPPO ( SOPRA.)– PAZIENZA! CE LA GODIAMO LO STESSO, NO?
Destino dei nomi ! Oltre a questo Luigi Zamboni, morto nelle carceri nel 1796, c’ è stato pure Anteo Zamboni massacrato a soli 15 anni perché indicato come l’ attentatore di Mussolini ….
come sempre caro Nemo nostro (?), da te piovono piccole perle che, pero’ sono quelle che fanno la storia come la nostra che è fatta di tanto quotidiano…fortunatamente non cosi’ eroico anche se a momenti avremmo preferito! ciao buona giornata, mi raccomando, aspetta il nostro ritorno dalle stelle, grazie e un bacio a tutti, chiara
Noooooooooooooooo………… vi avevo appena trovati e gia mi lasciate? io vi ho aggiunto ai preferiti, quando create il nuovo blog, fateci sapere il nuovo indirizzo. Notte!
CARISSSIMO FRANCO, ciao ancora mio caro “dolore dei non amati”, si vede che nel mondo ci sono tanti fratelli…immagino (devo fare velocissima perche’ mi staccano le luci!) che con questo nome del tuo blog non puoi non conoscere un vecchio libro della collana RED di Peter Schellenbaum: “La ferita dei non amati”, il marchio della mancanza d’amore. Nel caso- se sì- se no, ci dirai qualcosa al nostro ritorno che spero tra brevissimo! ciao, ben trovato, buona giornata bella bella, chiara—
E adesso, come faremo, come faremo a fare l’amor?! Sì, perché seguire il tuo blog è una cosa preziosa, che ci illumina con un po’ di amore, di verità ( non importa se si scoprono cose terribili, è sempre una gioia dell’intelletto scoprire qualcosa), di serenità, insomma un’isola benedetta nel mare di insoddisfazione e di indifferenza che sembra caratterizzare la realtà attuale. Ma allora: come faremo, come faremo, come faremo a fare l’amor?!
Auguri e bacioni, cara Chiara, e Buone Feste con Nicolò mamma e famiglia. Un saluto fraterno anche a Mario.