ore : 21:10 ZYGMUNT BAUMAN : GLI USI POSTMODERNI DEL SESSO—ed. in inglese del 2001—in iyaliano il Mulino 2013—FABRIZIO BURATTO, SCRITTORE, PIU’ CHE FARE UNA RECENSIONE CE LO RACCONTA—IN LIBRERIA 10 EURO

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da il sole 24 ore—.ilsole24ore.com

del 28 marzo 2013

Le conseguenze del sesso postmoderno

Il Mulino

Ce ne parla Fabrizio Buratto (scrittore)

"Gli usi postmoderni del sesso", Zygmunt Bauman“Gli usi postmoderni del sesso”, Zygmunt Bauman

Per il teorico della “vita liquida” e dell'”amore liquido”, come potrebbe il sesso non essersi allo stesso modo liquefatto, con l’affermarsi della società dei consumi? Nel breve saggio “Gli usi postmoderni del sesso”, edito dal Mulino, Zygmunt Bauman fa risalire alla liberazione sessuale del Sessantotto, e alla rivoluzione consumistica avviata negli stessi anni, lo scollamento dell’erotismo – e quindi del desiderio – rispetto al sesso e all’amore. Del resto le merci, i beni di consumo, non fanno che accendere il desiderio di possesso (sopito quasi all’istante una volta realizzato), per poi riaccenderlo nei confronti di un nuovo prodotto, in una coazione a ripetere all’infinito. Non si tratta di un discorso moralistico, anzi, il maggior sociologo vivente prima fa i calcoli, quindi presenta il conto del modo postmoderno di intendere e vivere il sesso, l’amore e l’erotismo. I tre termini non sono sintetizzabili in una sola parola, poiché il sesso rimanda alla sfera animale, l’amore a quella culturale, mentre l’erotismo – storicamente alleato ora con la funzione sessuale, ora con l’amore – nella sua versione postmoderna «si proclama, orgogliosamente e audacemente, unica e sufficiente ragione e scopo di se stesso». Un erotismo fine a se stesso, dunque, come se si trattasse di un autoerotismo a due; e difatti, il rapporto concepito come un continuo appagamento del desiderio, è «quello tipico fra clienti e servizi, consumatori e merci». E non si sta parlando di un rapporto di sesso a pagamento in cui, di solito, è l’uomo a comprare la prestazione. Si sta parlando di un modo di vivere l’erotismo e il rapporto d’amore attraverso la medesima logica con la quale la società dei consumi ci ha educati a relazionarci con le cose ed i servizi. Per quale motivo un rapporto di coppia dovrebbe essere a lungo termine, e non a tempo determinato come un co.co.co. o un co.co.pro., e perché dovrei continuare a tenermi lo stesso partner quando ho già cambiato tre telefonini? «Ciò che prima era considerata eresia del libertinismo, piuttosto che disturbo sessuale o perversione, ora diventa la norma culturale con l’autosufficienza dell’erotismo, ovvero con la libertà di cercare il piacere sessuale fine a se stesso», osserva Bauman. La prima vittima del rapporto “liquido” è l’amore, che vive e cresce in un contesto di prospettive a lungo termine, foriero di stabilità e sicurezza, ovvero dei bisogni primari che stanno alla base della piramide di Maslow.  Ma quella stabilità cui l’essere umano ancora oggi vorrebbe ancorarsi, ad esempio con la rivendicazione di un posto di lavoro sicuro, nella vita liquida di tutti i giorni viene a mancare sempre più, creando un senso di insicurezza spesso mascherato da senso di libertà e possibilità di scelta. È questa la promessa della società dei consumi: un altro desiderio, un “prodotto” migliore, prestazioni più elevate, da godere qui e ora. Subito. In un appagamento effimero come quello di un orgasmo. L’amore (la costruzione e il mantenimento dell’amore), richiede molti sacrifici, come la letteratura sul tema asserisce e tante persone sanno per esperienza. Le incomprensioni, i momenti di crisi, oltre ad essere inevitabili costituiscono snodi fondamentali all’interno del rapporto e, a seconda di come li si affronta, possono decretarne la fine oppure la crescita. Chi non accetta di pagare questo prezzo, dovrà accettare ed essere consapevole di dover pagare un altro conto, quello dell’insicurezza – e dell’ansia conseguente –, che recano con sé i rapporti d’amore non durevoli e concepiti fin da subito come contratti a termine in cui entrambi le parti sono libere di rescindere il patto da un momento all’altro, con o senza giusta causa. Ecco a cosa conduce l’emancipazione dell’erotismo dal sesso e dall’amore, sintetizzata nella copertina italiana del pamphlet in un’efficace idea grafica: l’assunto «Sesso, erotismo e amore non possono esistere l’uno senza gli altri, eppure la loro esistenza si consuma in una guerra perenne per l’indipendenza» è ripetuto due volte, a formare il simbolo dello yin e dello yang. Ma l’armonia fra elementi diversi graficamente suggerita, ormai è saltata a causa del primato dell’erotismo su sesso e amore, e ciascuno di noi, grazie alle riflessioni di Bauman, può dotarsi di qualche strumento in più per capire in quale misura tale disarmonia riguardi la sua vita. Zygmunt Bauman Gli usi postmoderni del sesso il Mulino, pagg. 80, €10,00 chiara: questo racconto del libro, mi è scorso addosso come acqua e non mi ha dato neesun frescore: proprio oggi (avevo ordinato il libro tempo fa) mi è arrivato e l’ho letto come ho potuto  in due ore (non tutto si capisce). Per esmpio il capitolo che tratta di genitori e figli mi è sembrato di una violenza che, a mio parere, per ora non appartiene al nostro paese (“arretrato industrialmente agricoltura compresa—con quello che ne consegue per la cultura e lo stile di vita.) . Ho 70 anni: mi auguro solo di non dover neanche vedere questo mondo—Cerchero’ di metterlo nello scanner…ma lui ci starà imbranata come sono? una cosa buffa: oggi ho comprato all’edicola un libro di Willy Pasini, un sessuologo che, per quanto sia famoso, lui stesso, credo, riconoscerebbe “di non essere Bauman, che, dalla sua postazione in Inghileterra, ragazzi e non più ragazzi: vede tutto il mondo! E il titolo del libro di Willy Pasini è “La riscoperta dell’ intimità” (Mondadori, 2009  —- 9 euro-rilegato)–“Tra sesso e computer-la rivincita dei sentimenti”

Secondo Maslow, bisogni e motivazioni hanno lo stesso significato e si strutturano in gradi:  partendo dalla basedei bisogni primari… fisiologia, sicurezza, appartenenza, stima, autorealizzazione. chiara: non so a voi, a me aiuta molto questi schema così semplice ma che dice molto  dei veri bisogni dell’uomo, ancor più oggi, in cui “la sicurezza e l’appartenenza” sembrano così vacillanti: certamente nel mondo del lavoro, ma secondo me “per tutti”: chi non vive nella paura di cosa succederà domani? Un’esigua  minoranza che puo’ controllare la propria vita. Volendo, ma credo ormai cosa piuttosto rara, uno potrebbe farsi delle domande: -a che punto sto con la salute -quali sono le mie sicurezza —e una volta scoperte “curarle come un giardino di fiori”. —dove sta la mia appartenenza, le mie radici antiche e di oggi..ma è qualcosa di più che in questo moment0 non riesco ad esprimere—forse vorrebbe dire: ho un cerchio di persone, piccolissimo o altro, in cui “mi riconosco”, mi sento amato, mi rimandano un’immagine che mi dice “che sto nel mio paese”? Vedete, non ve ne potrà fregar di meno, ma per farvi capire: la persona che diventa malata mentale, compresi quelli-tanti-che non riescono a guarire, la prima cosa che perdono è proprio “l’appartenenza”: vivono fuori, chi più chi meno, “dal mondo comune”, usano parole e “una logica precisa” che gli altri non capiscono e non tollerano perché ne hanno una terribile paura -di quello cui assistono // e in più hanno la paura di esserne contaminati (questa paura, in genere non è cosciente)–il timore è che l’altro solleciti in sé quel poco o tanto di pazzia che abbiamo tutti–per dirne una, tutti siamo stati bambini, e quella logica non potremmo mai usarla nel mondo degli altri… In parte, molto in parte, il malato mentale usa quella logica infantile –chiara si scusa per l’interferenza, ma nel suo mini-formica se uno cita un autore (noto solo ai superspecialisti) e lo lancia lì, deve fornire almeno una mini-informazione. Voi non pernsate così? Per esmpio–anche senza dire “morto nel” e senza stampatello MASLOW  :  PSICLOGO STATUNITENSE, MORTO NEL 1970)

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