https://conocchialtrui.wordpress.com/2012/10/29/de-sade/
de Sade
Donatien Alfonse Francois de Sade
Il Divin Marchese a circa 20 anni di età, ritratto da Charles Amédée Philippe van Loo. Si tratta dell’unico ritratto contemporaneo pervenuto.
ANNI : (Parigi, 2 giugno 1740 – Charenton-Saint-Maurice, 2 dicembre 1814),: mentre si impone dalla Francia in Europa il movimento illumista, sorgono i primi boccioli del Romanticismo —verso la fine del secolo XVIII -inizia quel noir di tombe e lune e notte e–a volte – di lamenti che viene chiamato : PREROMANTICISMO-
Voluttuosi di ogni età e sesso, dedico quest’opera a voi soli: nutritevi dei suoi principi, favoriranno le vostre passioni! E le passioni, verso le quali certi freddi e piatti moralisti v’incutono terrore, sono in realtà gli unici mezzi che la natura mette a disposizione dell’uomo per raggiungere quanto essa si attende da lui. Obbedite soltanto a queste deliziosE passioni! Vi condurranno senza dubbio alla felicità (La filosofia nel boudoir).
Quale rispetto possono meritare le religioni? Ve n’è una che non porti il marchio dell’impostura e della stupidità? Che cosa vedo in tutte? Misteri che fan fremere la ragione, dogmi che oltraggiano la natura, cerimonie grottesche che ispirano derisione e disgusto. Se una legge fra tutte merita specialmente il nostro ribrezzo e il nostro odio, questa è la legge barbara del cristianesimo. Ce n’è una più odiosa? una che ripugni altrettanto profondamente al cuore e allo spirito? Come possiamo noi, uomini ragionevoli, attribuire credito alle parole oscure e ai pretesi miracoli del vile fondatore di questo orribile culto? quale mai ciarlatano fu più degno del pubblico obbrobrio? La natura non ha alcun bisogno di un padrone che la diriga; da sola mantiene il suo perenne movimento e la sua attività. E se questo padrone esistesse veramente, cosa meriterebbe, oltre a disprezzo e a oltraggio, per aver creato un universo colmo di tante imperfezioni?
Anche se il servizio fosse stato reso da eguale a eguale, mai l’orgoglio di un’anima nobile si abbasserebbe sino a provare riconoscenza; non è forse umiliato chi riceve? E l’umiliazione che prova non compensa sufficientemente il benefattore che solo per questo si trova posto al di sopra dell’altro? Non è un godimento l’innalzarsi sopra il proprio simile? Che altro è dovuto, a chi presta servigio? Se la pietà, che umilia chi ne è affetto, si trasforma in un fardello, con quale diritto si vieta a chi lo porta di sbarazzarsene? Perché devo accettare di sentirmi umiliato ogni volta che incontro lo sguardo di chi mi ha reso un favore? L’ingratitudine non è un vizio, è anzi la virtù delle anime fiere. La generosità è invece la virtù delle anime deboli; mi si renda servigio finché si vuole se ci si prova piacere, ma non si pretenda niente da me (Justine).
Sii uomo, sii umano, senza timore né speranza; abbandona i tuoi dèi e le tue religioni; tutto ciò è buono solo per armare la mano degli uomini, e il solo nome di questi orrori ha fatto versare più sangue sulla terra di tutte le altre guerre e di tutti gli altri flagelli messi insieme. Rinuncia all’idea di un altro mondo, che non esiste, ma non rinunciare al piacere di essere felice, e di godertela in questo! (Dialogo fra un prete e un moribondo).
Questa voce è stata pubblicata con tag de Sade, Dialogo tra un prete e un moribondo, felicità, Filosofia nel boudoir, glory hole ante litteram, Justine, libertinaggio, Luoghi del piacere, Paul Gavarni. Aggiungi ilpermalink ai segnalibri.
Navigazione articolo
Lascia un commento