strage di via chiarini a palermo–assassinio dei coniugi Dalla Chiesa
scritta in via chiarini–più eloquente di …
un articolo sull’assassinio dei coniugi Dalla Chiesa e della loro scorta
http://www.zerottonove.it/3-settembre-1982-assassinio-generale-dalla-chiesa/
LA COLLABORAZIONE DI TOMMASO BUSCETTA (1984)
DOPO QUESTE IMMAGINE-PREMESSE , MINO PECORELLI:
Carmine Pecorelli, meglio conosciuto come Mino Pecorelli (Sessano del Molise, 14 giugno 1928 – Roma, 20 marzo 1979), è stato un giornalista, avvocato e scrittore italiano, che nell’ambito del giornalismo si occupò d’indagine politica e sociale. Venne assassinato a Roma in circostanze ancora non del tutto chiarite. Fondò l’agenzia di stampa OP-Osservatore Politico (OP) che divenne poi anche una rivista.
Venne assassinato a Roma in circostanze ancora non del tutto chiarite. Poco più di tre anni dopo, il 3 settembre del 1982, un agguato a Palermo pose fine anche alla vita del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa (e di sua moglie). Entrambi a conoscenza di importanti segreti di Stato, erano i depositari della vicenda Moro e dei tanti intrecci tra politica, terrorismo, P2, mafia e finanza. E per questo furono uccisi. Accusato da più parti di essere al servizio del SID (i Servizi segreti italiani), Pecorelli rivendicò pubblicamente la sua autonomia e la sua professionalità nel numero 78/18 di OP: «Qualcuno ha detto che siamo l’agenzia del SID. Qualcun altro, l’agenzia di Miceli. Ognuno a tirare acqua al suo mulino, in un gran groviglio di inganni e cortine fumogene, pur di nascondere, pur di inquinare. […] La verità è che OP ha una sua propria autonoma, rete di informatori. E che è bene introdotta in certi ambienti. E che mette in circolo tutte le notizie, nessuna esclusa, che riesce a raggiungere. Lasciando alla intelligenza e alla libertà dei suoi lettori analisi e giudizi. Il nostro archivio, il nostro pubblico, fa fede di questo. Questo nostro costume è talmente originale, talmente straordinario per il giornalismo italiano, da risultare sconvolgente e pericoloso per tutti gli attuali uomini del sistema (e delle veline). Tutti possono ricordare che abbiamo riportato, per rimanere al SID, note contro Henke, note contro Miceli, contro Maletti, contro La Bruna, contro altri». In questo testo, Renzo Paternoster, da cui ho preso poche notizie, muove al giornalista una serie di accuse che non sono in grado di valutare, tra l’altro non ero in Italia. Vorrei che qualcuno volesse chiarire– http://win.storiain.net/arret/num145/artic3.asp
qui trovate un articolo che mette in relazione il giornalista con la Cupola Romana, e non dice niente di quanto affermato sopra:
L’ARTICOLO SOPRA E’ DI UN CERTO GIOVANNI BIANCONI: MA SENTITE IN QUESTO LINK COME SE NE PARLA…
Non sei solo tu, cara Chiara, a non capirci niente nei segreti di Stato italiani … comunque anche se riuscissi a capire non potresti che concludere con la inevitabile esclamazione:” Che povero Paese è mai il nostro !! “.
La stragrande maggioranza degli italiani credo che non ci capisca niente di questi misteri, anche perché se ne sono date centinaia di versioni . Se si volesse far chiarezza occorrerebbero degli storici veri, che sapessero maneggiare i documenti a disposizione e soprattutto che si desecretassero tutti documenti al riguardo. Ci vorrebbe semplicemenrte la volontà politica. Non credo che per i prossimi decenni arriveremo a tanto. Un po’ come la ricerca del sacro Graal.