Orhan Pamuk: ” Le utopie senza storia diventano dittature “
“””… < […] D. E lei come guarda il futuro: in modo ottimista o pessimista ? R. Sono una persona ottimista, non sono un buon utopista, e in mezzo c’ è una differenza grande: l’ utopista elimina tutte le differenze, le sfumature, i colori del presente e del passato. Parlo soprattutto dell’ utopismo imposto dall’ alto, quello dello Stato, sia che si tratti di utopia occidentale, secolare e modernizzante, o di utopia religiosa millenarista e messianica. Tutto questo mi fa pensare a una classe media arrabbiata, intellettuali arrabbiati, persone arrabbiate che vogliono attaccare gli altri. E anche alla disciplina militare che tende a ridurre l’ individualismo. D. E invece quando lei parla di passato, di memoria, a cosa si riferisce ? R. Al fatto che la memoria è molto più ricca di gradazioni rispetto all’ utopia. Si basa sulle linee personali di ciascun individuo. La grande storia che gli utopisti vorrebbero dirigere è per l’ appunto insensibile verso le memorie personali. Io invece ho a cuore proprio la memoria personale, perché credo che non possa esistere il presente senza la memoria. Noi siamo, prima di tutto, esseri dotati di forte memoria in quanto animali darwiniani. E come un animale che cammina di notte, nella foresta, dobbiamo ricordare ogni sfumatura, ogni minimo dettaglio che abbiamo incrociato nel nostro passato, ogni problema e ogni momento felice. Più forte è la memoria, più forte sarà la nostra intelligenza. Cancellare la memoria per il bene dell’ utopia ci rende solo stupidi. Ma, ovviamente, so bene che non possiamo vivere senza immaginare il futuro . […] >. …”””
( dall’ intervista al Nobel Pamuk, di Marco Ansaldo in R2Cultura de la Repubblica di Mercoledì 25 Marzo 2015 )
Commenti al post: Orhan Pamuk: ” Le utopie senza storia diventano dittature “
#3 chand
sicuramente uno scrittore che non passa inosservato (nella pesantezza o nella articolata complessità delle sue storie): una possente malinconia nel ritrarre il suo popolo, la gelida analisi dei sentimenti, la libertà creativa e storica di inserire mille rimandi in un testo; io ci trovo questo nei suoi libri, non mi sono tutti piaciuti ma “iL MUSEO dell’Innocenza” è un’idea prima che un’opera sublime, se capitate a Istanbul non ve lo fate sfuggire, un luogo magico ..
cancellare la memoria rende incompleti, come tessere che sbattono senza un incastro
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