22:15 da repubblica di oggi, Alessandro Oppes (inviato) : IL PORTOGALLO HA VOTATO ” PER NON CAMBIARE ” / ” NON POTER ANCORA ” CAMBIARE

 

 

 

piazza del commercio a LISBONA, capitale del Portogallo—foto Diego Delso–

 

 

 

 

ECONOMIA
Il voto
Il Psd del premier Pedro Passos Coelho ha raggiunto circa il 40% secondo i dati parziali delle elezioni politiche
In Portogallo vince il partito dell’austerity centrodestra sfiora maggioranza assoluta
ALESSANDRO OPPES
DAL NOSTRO INVIATO
LISBONA .

Non bastano quattro anni di politica lacrime e sangue, di tagli ai salari e alle pensioni, di precarietà nel mondo del lavoro per sloggiare Pedro Passos Coelho dagli uffici del Palacete de São Bento, sede del governo portoghese sulle colline del Bairro Alto. “Vittoria, vittoria”, “Portogallo, Portogallo”, scandiscono composti gli attivisti del suo Psd, il partito socialdemocratico di centro-destra alleato dei democristiani del Cds, riuniti nel salone di un esclusivo hotel del quartiere degli affari di Lisbona. L’alunno prediletto della troika, arrivato al potere appena un mese dopo la concessione a Lisbona – nel 2011 – del “resgate”, il salvataggio da 78 miliardi di euro, vince le elezioni politiche (39-40% secondo i dati parziali) con il suo appello alla «stabilità» di fronte a quello che in campagna aveva presentato come lo spauracchio del «ritorno alla spesa dei socialisti». Fallirebbe di poco l’obiettivo della maggioranza assoluta di 116 seggi, ma l’alternativa non c’è, e il presidente della Repubblica Anibal Cavaco Silva, entrato ormai nel semestre bianco di fine mandato, probabilmente non potrà far altro che affidargli nei prossimi giorni l’incarico di formare il nuovo governo. Grande sconfitto Antonio Costa (intorno al 32%), considerato il più carismatico tra gli uomini di punta del Partito socialista quando guidava l’amministrazione comunale di Lisbona, ma vittima dei suoi stessi errori e di qualche incidente di percorso. Il più grave, l’arresto un anno fa per corruzione dell’ex premier José Socrates (di cui era stato uno dei più stretti collaboratori), poi scarcerato e trasferito agli arresti domiciliari. «Costa aveva cominciato presentando un programma molto rigoroso preparato da economisti di prestigio – dice Helena Garrido, direttore del Jornal de Negocios, il primo quotidiano economico portoghese – . Un progetto di sinistra molto moderata, addirittura di centro. Ma poi ha radicalizzato il discorso a sinistra, e a quel punto molta gente ha cominciato a spaventarsi».

Passos, che per garantirsi la vittoria ha unito il suo Partito social democratico ai democristiani del Cds di Paulo Portas sotto una stessa sigla (la poco allettante Paf, oggetto di scherno nei comizi e sui social network) appena quattro giorni prima del voto aveva incassato il significativo gesto dell’Fmi che, dopo quattro anni, ha chiuso i battenti della sua delegazione permanente sulla Avenida da República di Lisbona. Ovviamente non significa la fine della vigilanza sui conti del governo lusitano, ma il premier può far passare il messaggio che «abbiamo ripreso a camminare da soli». I dati macroeconomici gli danno ragione – il deficit al 3%, il Pil che cresce al di sopra della media Ue – la situazione sociale un po’ meno. La fuga dei giovani continua, centomila sono andati all’estero solo quest’anno, per chi resta la prospettiva è quella di diventare un “quinhenteurista”. Guadagnare 500 euro al mese. E’ il “modello call center”, come lo chiama Nicolau Santos, editorialista del settimanale Expresso: «Il 50% della popolazione occupata riceve meno di 8000 euro l’anno», come se la metà dei portoghesi facessero i telefonisti. Ma neppure questa volta è bastato per provocare uno scossone. Non c’è Podemos o Syriza, i movimenti di piazza contro l’austerità (il più organizzato era “Que se lixe a troika”, che si fotta la troika) si sono sgonfiati presto. Così le urne confermano il tradizionale panorama di un bipartitismo imperfetto, con i due grandi blocchi centrali come uniche opzioni di governo. A sinistra, sempre forte seppure in calo, un Partito comunista che si conferma come il più solido dell’Europa occidentale ma che si autoesclude dai giochi con un programma anti-Europa e anti-euro. Raddoppia i consensi – dal 5 al 10% – e si colloca come terza forza dell’arco parlamentare l’altro gruppo di sinistra, Bloco de Esquerda (visto con simpatia dagli spagnoli di Podemos). Ma l’accenno a una possibile svolta moderata fatto in chiusura di campagna dalle due giovani e combattive leader Catarina Martins e Mariana Mortágua, secondo alcuni osservatori potrebbe aver complicato le aspirazioni alla premiership del socialista Costa: «Siamo pronti ad assumerci tutte le nostre responsabilità », avevano detto lasciando intendere che non escluderebbero un’alleanza inedita allo scopo di mandare la destra all’opposizione. Lo ripetevano ancora ieri a tarda notte, quando i dati ufficiali non confermavano ancora la possibilità di Coelho di ottenere la maggioranza assoluta. Il rischio potrebbe essere una lunga
fase di ingovernabilità.
Coelho viene considerato l’alunno prediletto della troika europea che ha imposto misure lacrime e sangue al Paese
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IN PORTOGALLO VINCE IL PARTITO DELL’AUSTERITY CENTRODESTRA SFIORA MAGGIORANZA ASSOLUTA
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