Torino, così il writer Millo cambia volto alle case di Barriera
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- È lo street artist Millo, con il progetto “Habitat”, il vincitore del concorso B.Art, Arte in Barriera, che, promosso dal Comune di Torino, trasformerà tredici facciate cieche del quartiere popolare Barriera di Milano in altrettante opere di arte pubblica. La giuria di esperti, presieduta da Marianna Vecellio, curatrice del Castello di Rivoli e membro della Commissione per l’arte pubblica del Comune, ha selezionato le quattro migliori proposte tra le 85 pervenute da vari paesi. E’ stata poi una seconda giuria “di quartiere” a premiare la creatività del writer pugliese, classe 1979. La ricerca estetica di Millo, che opera in ambito internazionale e ha ricevuto numerosi riconoscimenti, verte sul rapporto a più dimensioni tra lo spazio e l’individuo, uniti da una relazione ineluttabile.
di DANIELA GIORDANENGO
NOTA DEL BLOG:::
« Barrierante non è una etichetta, è un tatuaggio che ti porti sulla pelle per tutta la vita[1] » |
(Alessandro Perissinotto, Le colpe dei padri) |
Barriera di Milano (Bariera ‘d Milan in piemontese), spesso chiamato semplicemente Barriera, è un antico quartiere di Torino appartenente alla Circoscrizione 6, situato a circa 4 km nord dal centro cittadino. È sorto come borgo proletario ed operaio.
I suoi confini sono:
- a sud col quartiere Aurora, attraverso corso Vigevano-corso Novara
- a ovest con Corso Venezia, compreso il Passante ferroviario di Torino linea Lanzo-Ceres (quartiere Borgata Vittoria),
- a nord e ad est con via Sempione-via Gottardo (quartiere Rebaudengo), compresa l’ex-ferrovia verso l’ex-stazione merci Vanchiglia fino a corso Regio Parco, ai confini col quartiere omonimo.
Antico agglomerato di case e botteghe di Torino, Barriera nasce ufficialmente soltanto nel 1853, con la prima cinta daziaria. Eretta con lo scopo di garantire ilcontrollo doganale sulle merci in entrata, separava le campagne dall’accesso nord, che proseguiva fino al ponte sul fiume Dora (quartiere Aurora). Il quartiere prende il nome da uno dei varchi che consentivano l’ingresso in città: questi varchi, detti barriere, assicuravano il pagamento del dazio, e fra tutti la barriera più nota a nord era quella di piazza Crispi, lungo l’allora strada Reale d’Italia (oggi Corso Vercelli), e chiamata – appunto – di Milano, giacché dava verso il noto capoluogo lombardo.
Episodi di micro-criminalità hanno reso il quartiere meno sicuro e vivibile, anche se nel passato la zona era diventata tristemente famosa a livello nazionale perché vi abitavano alcuni dei componenti della banda Cavallero, resasi protagonista di rapine ed altri gravi episodi di criminalità negli anni sessanta.
Penso che questi grandi murales illuminino un poco la tristezza delle periferie. Il bello offre delle consolazioni all’animo, come tutti abbiamo provato.