FRATOIANNI : ” INSIEME E’ AMBIGUA” (PISAPIA) — DOMANI DIREZIONE DI 1-MDP COME CONSUNTIVO DELLA PIAZZA SS. APOSTOLI

1

IL MANIFESTO DI IERI, 9 LUGLIO 2017

https://ilmanifesto.it/fratoianni-si-al-quarto-polo-ma-insieme-e-ambigua/

 

POLITICA

Fratoianni: «Sì al quarto polo, ma Insieme è ambigua»

L’appello alla lista unica. La chiamata: «Noi siamo unitari, ma le risposte da parte di Pisapia continuano a farsi attendere». Intanto Mdp fa i conti con il suo «amalgama». Martedì direzione sulla linea del dopo SS. Apostoli

Roma. La prima fila dell’assemblea del Teatro Brancaccio, lo scorso 18 giugno ( ASSEMBLEA MONTANARI – FALCONE )

Serve «una sola lista alla sinistra del Pd», una lista «di cittadinanza a e di sinistra che accolga tutti i partiti attuali, ma sia molto più ampia della loro somma», «radicalmente alternativa al Pd» e «che abbia come obiettivo di dare vita ad un quarto polo pienamente competitivo nello spazio politico elettorale». In un torrido sabato romano Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra italiana, riunisce la direzione del partito a porte chiuse. E lancia un nuovo appello «unitario» alla sinistra a sinistra del Pd. Ma non si nasconde le difficoltà dell’impresa, nonostante sulla carta siano molte le condizioni favorevoli. Se da un lato «emergono crescenti elementi di convergenza rispetto alla possibilità di definire una piattaforma condivisa», ammette il documento finale, dall’altro secondo il partito degli ex vendoliani «permangono ampi tratti di ambiguità sul profilo complessivo della proposta politica» e «di fronte alla nostra iniziativa, le risposte, in particolare dall’area che si è riunita a Santi Apostoli continuano a farsi attendere». Insomma, è Giuliano Pisapia a non rispondere. Almeno finora.

NON È UN PROBLEMA di poco conto. Perché se l’avvitamento di Renzi sulle questioni dei migranti scava solchi sempre più profondi fra Pd e sinistra radicale, dall’altra al quartiere generale dell’ex sindaco di Milano si spiega che la linea è quella segnata ai Santi Apostoli una settimana fa: «La lista unica c’è, si chiama Insieme, ha un profilo autonomo dal Pd e una vocazione di governo».
MA ANCHE NELLA NUOVA creatura appena nata c’è qualche problema da risolvere. Di linea e di organizzazione. Una parte dei bersaniani ancora punta a recuperare almeno Sinistra italiana alla casa comune, se non persino la platea del Brancaccio, quella che però ha fischiato Pisapia in contumacia.

FRA I PIÙ OTTIMISTI c’è Roberto Speranza: «Auspico che quest’area si allarghi il più possibile». Martedì prossimo, dopodomani, è convocata una direzione di Mdp a Roma. Saranno affrontati alcuni nodi del dopo ’Santi Apostoli’. Fra i quali c’è la costruzione di «Insieme», o come si chiamerà in seguito: Art.1 non intende sciogliersi nel nuovo percorso, almeno non per ora. Il plotoncino di bandiere rosse (rosso Art.1) che sventolavano sabato scorso in piazza stava a dimostrare anche questo. Ci sarebbe poi chi vuole mettere in guardia la nuova creatura da una certa aria di «seconda rottamazione»: dopo quella che Renzi ha abbattuto sulla «Vecchia Guardia», stavolta riguarderebbe il solo Massimo D’Alema, visto che l’altro padre nobile ex Pd Bersani è invece in prima fila, al fianco di Pisapia, nella nuova avventura: anche più del giovane coordinatore di Mdp Speranza.

DETTAGLI. Da mettere a punto. Ma l’«amalgama politico» è tema delicato, dentro e fuori «Insieme». Ed ha a che vedere con la virtuale capienza della lista: con la sinistra radicale o senza? Perché se è vero che le convergenze anti-Renzi sono ogni giorno più estese (l’elenco dei punti comuni si allunga grazie anche alle nuove sbandate a destra di Renzi), è anche vero che l’ambizioso obiettivo di ricostruire una sinistra è impegno delicato, dati i precedenti. «Se facessimo un cartello elettorale che si sfascia all’indomani del voto avremmo realizzato la castrofe definitiva per la sinistra italiana», ha avvertito D’Alema ieri in un forum con il manifesto. È il cuore del problema più serio oggi sul tavolo.

PROBLEMA CHE IL BLOCCO renziano ormai sbeffeggia. Matteo Orfini, l’ex dalemiano oggi ultrà della vocazione maggioritaria veltroniana (ormai rinnegata dallo stesso Veltroni), sfotte quelli di Art.1 («Da quando sono usciti dal Pd non fanno altro che parlare del Pd. È come quando due persone si lasciano. Vuol dire che si sono pentiti»), ma soprattutto li sfida a misurarsi con il consenso.
MA È UNA SFIDA TEMERARIA, secondo il ministro Andrea Orlando. Che ieri formalizzando la sua corrente a Messina (si chiama Dems, Democrazia&Società) ha insistito sulle alleanze, parlando al Pd ma non solo: «Aiutare Pisapia significa aiutare quella parte della sinistra che vuole allearsi con noi. Quindi significa aiutare il Pd perché se il Pd rimane da solo non gli rendiamo un grandissimo favore».

Condividi
Questa voce è stata pubblicata in GENERALE. Contrassegna il permalink.

3 risposte a FRATOIANNI : ” INSIEME E’ AMBIGUA” (PISAPIA) — DOMANI DIREZIONE DI 1-MDP COME CONSUNTIVO DELLA PIAZZA SS. APOSTOLI

  1. Carine scrive:

    E’ difficile dire qualcosa di sensato sul movimento a sinistra del PD. Forse varrebbe la pena di approfondire alcuni temi che stanno a cuore a molti italiani che hanno sempre votato PD : riforme dell’Europa ( scandalosa la vista del Parlamento europeo deserto quando si doveva dibattere di immigrazione), scuola, sanità, tasse, ambiente, beni culturali, un piano organico per l’immigrazione ( dalla Gabanelli è stata fatta una proposta seria e realistica, che non mi pare sia stata esaminata e presa in considerazione neppure dalla sinistra). Forse su singoli temi si potrebbe approfondire quello che ci unisce e soprattutto lavorare insieme, cosa che contribuisce ad unire. Mi pare che qualche pensatore importante dicesse che, aspettando la fede, la cosa migliore è mettersi a pregare. Che la sinistra metta in secondo piano tutte le sue differenze interne e si metta a lavorare, avendo l’obiettivo di portare al voto quei cittadini che hanno disertato le urne o che le diserteranno in mancanza di un partito-movimento che rispecchi, almeno in parte, le idee fondanti di una sinistra decente.

  2. Carine scrive:

    La Charta 77. Leggo da un articolo di Gianni Barbacetto ( Il Fatto, 9 giugno 1077, pag.13) che proprio quarant’anni fa, nel 1977, fu stilato un manifesto passato alla storia come Charta 77 da un gruppo di intellettuali, guidato da Vaclav Havel ( drammaturgo e poi primo presidente eletto della Cecoslovacchia) e dallo scrittore Pavel Kohout. La Charta era firmata da 242 personalità diverse per ideologia e fede, ma unite dalla volontà di perseguire il rispetto per i diritti umani e civili.” Oggi, quarant’anni dopo, è stata stilata una nuova ” Carta delle responsabilità” per ricordare e rinnovare l’impegno degli uomini che vogliono essere responsabili nel proprio tempo…Improvvisamente ci siamo accorti che il progresso economico non è per nulla scontato e che il periodo di pace e di conquiste democratiche può venir meno anche in Europa. Ci potremmo ritrovare da un giorno all’altro ad affrontare nuove guerre, se non si pone un argine alla cultura dell’odio…Ogni persona può fare la differenza di fronte a tanti fenomeni degenerativi che, come accaduto nel passato, raccolgono grande consenso e ai quali molti si abituano con un sentimento di impotenza e di rassegnazione”. A promuovere questa iniziativa è Gabriele Nissim, presidente di Gariwo, l’associazione che promuove “I Giardini dei Giusti”. I primi firmatari della Carta sono Andrée Ruth Shammah, direttrice del teatro Franco Parenti di Milano, Piergaetano Marchetti, presidente della Fondazione Corriere della Sera, il giornalista Ferruccio De Bortoli, il sindaco di Milano Giuseppe Sala, Romano Prodi, Giuliano Pisapia e tanti altri. “Vorremmo che la Carta fosse vivente”, conclude Nissim, ” che potesse espandersi e arricchirsi di allegati sui singoli temi”, dando visibilità alle scelte responsabili e alle esperienze dei Giusti, ” perché il loro esempio produce emulazione”.

  3. Carine scrive:

    Anglicismi al MIUR: parla come mangi.

    L’articolo è di Giovanni Pacchiano, su “Il Fatto” di venerdì 9 giugno 2017 a pag.1 e 13. Tra le altre cose l’articolo afferma:” Chi ha molto tempo e coraggio, legga le 87 pagine del ” Piano per la formazione dei docenti 2016-2019″ del Ministero dell’Istruzione ( che dai tempi della Morandi non è più pubblica, sottolineo io). E’ un piano senz’anima, un malloppo indigeribile, frutto del trionfo del pedagoghese e infarcito, come le uvette del panettone, di anglicismi. Eccoli:start up, soft skills, Continuing Professional Development, feedback, team teaching, project-based learning, peer teaching, peer tutoring, learning by doing, flipped classroom, peer observation, Bring Your Own Device, Open Educational Resources, social media policy, (open e big) data literacy, making information literacy, job shadowing, cooperative teaching, life skills, empowerment, peer education, media literacy, social learning, best practice, networking, problem-solving, peer review, agency, leadership, governance, task force, workshop, panel,checklist, fall-out, open badges, focus group, repository, follow-up,coaching, tutoring, mentoring, counselling. Viene voglia di dire agli estensori del documento” Parla come mangi”! Poi ci si lamenta che, usciti dai licei, i ragazzi non sappiano scrivere o addirittura parlare in italiano corretto. per non dire degli acronimi e delle sigle presenti nel “Piano”. Un’esultanza ,RAV, PTOF,INVALSI, OCSE-PISA, IEA-TIMSS, IEA-PIRLS (sic),PNSD, BYOD, PNSD-PTOF, OER, CLIL, STEM, INDIRE, POF, PON. Robe da capogiro: ma se fosse che sotto il vestito niente?”. Ce lo chiediamo anche noi e io personalmente scommetto che non uno di quelli che ha stilato questo divertente documento futurista ha mai insegnato un’ora nelle classi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *