GUIDO VIALE, IL MANIFESTO DEL 15 AGOSTO::: IL DESERTO SOCIALE E CULTURALE DOVE TRIONFA L’INUMANO—

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IL MANIFESTO DEL 15 AGOSTO 2017

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Il deserto sociale e culturale dove trionfa l’inumano

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Bisognerebbe chiedersi perché il Governo della Libia – o quello che viene spacciato per tale – è così pronto a riprendersi, anche con azioni di forza, quei profughi che tutti i Governi degli altri Stati, sia in Europa che in Africa, cercano di allontanare in ogni modo dai propri confini.

La verità è che a volerli riprendere non è quel Governo, ma sono le due o tre Guardie costiere libiche che fanno finta di obbedirgli, ma che in realtà lo controllano; e a cui l’Italia sta dando appoggio con dovizia di mezzi militari. Ormai si sa che quelle Guardie costiere sono in mano a clan e tribù coinvolte nella tratta dei profughi e nel business degli scafisti. E che una volta a terra profughe e profughi riportati in Libia saranno imprigionati e violate di nuovo e torturati per estorcere un riscatto alle loro famiglie; oppure venduti ad altri scafisti che faranno loro le stesse cose; fino a che non li imbarcheranno di nuovo, non prima di aver fatto pagar loro, per la seconda volta, il passaggio. Per farlo meglio hanno riattivato una zona Sar fantasma, proibendo alle Ong di entrarvi. Quello che Minniti cercava e non era riuscito a fare con il suo codice di condotta. Un business così, legittimato da un Governo straniero, dall’Unione europea e dall’Onu, nessun criminale al mondo se l’era finora sognato…

DUNQUE È IL MINISTRO Minniti, e non le Ong, ad aver fatto accordi con i veri scafisti, invece di cercare di impegnare il Governo italiano, con tutte le sue carte residue, in un vero confronto con il resto dell’Unione europea per mettere al centro un programma condiviso di accoglienza (di cui, a questo punto, solo un movimento di massa di respiro europeo potrà farsi carico). E’ una grande presa in giro degli italiani ed è un crudele abbandono di migliaia e migliaia di persone in balia di veri e propri carnefici – di cui la magistratura non sembra volersi accorgere – in vista, perché di questo si tratta, delle prossime elezioni. Ma il prezzo è molto alto per tutti: della presenza di Minniti in questo governo, ma anche del suo passaggio su questa Terra, resterà per decenni non la sua effimera e cinica popolarità attuale, ma il suo sostanzioso contributo alla disumanizzazione della società. Ma che cosa rende possibile una politica simile?

Non si è riflettuto abbastanza sul rapporto tra umanità e socialità e tra perdita dell’una e perdita dell’altra. Ma quel rapporto è sotto i nostri occhi. Mentre imperversano denigrazione e criminalizzazione delle Ong impegnate a salvare decine di migliaia di profughi altrimenti condannati a una morte orrenda, martedì 8 a Bologna sono stati sgomberati con violenza due centri sociali con alle spalle straordinarie pratiche di supporto alla vita sociale dei rispettivi quartieri: attività culturali autogestite, nido per i bambini, scuole di italiano, feste di quartiere, orto urbano, mercatino, accoglienza dei profughi in forme civili e solidali che li hanno fatti accettare e apprezzare da tutto il vicinato, mensa popolare, impegno politico, responsabilità amministrative, ecc.

QUEGLI SGOMBERI SONO i più recenti episodi, ma non saranno gli ultimi, di una campagna di desertificazione culturale e sociale perseguita con pervicacia da partiti, magistratura, polizia, amministrazioni locali e speculazione edilizia, con cui in tante città si stanno chiudendo decine e decine di punti di ritrovo – cinema, teatri, palestre, ricoveri, mense, centri artistici, laboratori e altro – animati da giovani e meno giovani impegnati a dare corpo alle basi della convivenza: che è incontro, confronto, solidarietà, impegno, sicurezza, autonomia personale conquistata attraverso attività condivise: una scintilla di vita nell’oceano dell’omologazione imposta da consumismo, carrierismo, competizione, pubblicità e media di regime; ma anche, e soprattutto, da precarietà, sfruttamento, insicurezza, disperazione e solitudine. Quegli sgomberi vengono tutti effettuati in nome della «legalità»: cioè della proprietà privata; anche quando, come nel caso del Labas di Bologna, ma non è il solo, la proprietà è sì privata, ma il proprietario è pubblico; e vuole far cassa con la speculazione su edifici occupati da chi ne ha fatto uno strumento di lotta contro il degrado di città e quartieri.

QUELLA DESERTIFICAZIONE sociale e culturale è portata avanti da quasi tutte le forze politiche; i 5 Stelle non hanno esitato nemmeno a cacciare dalla sua sede storica il Forum dell’acqua che tanto aveva concorso al loro immeritato successo. Allo stesso modo vengono avvolti nel silenzio, e poi denigrati, tanti movimenti che si formano spontaneamente. Il messaggio è chiaro: riunirsi ed esprimersi in autonomia è un crimine: si fa di tutto per impedirlo. Ma una città senza socialità trasforma gli uomini in cose e i suoi abitanti perdono capacità e voglia di mettersi nei panni degli altri, che è la base della solidarietà.

E’ in questo brodo di coltura che matura quel trionfo dell’inumano di cui solo ora, di fronte alla persecuzione delle Ong che salvano i naufraghi, qualcuno – persino Repubblica e una parte dei 5stelle – comincia ad accorgersi. È tre anni e più che tutti i teleschermi e le prime pagine dei giornali sono occupate giorno e notte in modo spudorato dalle infamie razziste di un Salvini e dei suoi sodali a 5 stelle. Per una ragione precisa: far passare Matteo Renzi come l’unico baluardo contro il dilagare delle destre. E ora se ne vedono i risultati, con Renzi completamente risucchiato da Salvini e da quel «aiutiamoli a casa loro» che vuol solo dire «facciamoli morire lontano da qui». Una strada peraltro percorsa da quasi tutte le maggioranze di governo europee (e anche da molte delle loro opposizioni) che sta facendoci precipitare in una notte nera che l’Europa ha già conosciuto e che l’Europa unita avrebbe dovuto evitare che si ripetesse. Per questo va rifondata alle radici: con un nuovo «manifesto di Ventotene» che metta al centro accoglienza e solidarietà, ma soprattutto socialità.

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3 risposte a GUIDO VIALE, IL MANIFESTO DEL 15 AGOSTO::: IL DESERTO SOCIALE E CULTURALE DOVE TRIONFA L’INUMANO—

  1. nemo scrive:

    Sì, lo sgombero del cortile e dei locali di via Orfeo ( strada in cui era nato il sindaco Dozza ) a Bologna aperti alla città per un mercatino rionale, per attività culturali e per testimonianze (nemo oltre a comperarvi la frutta e la verdura, nel salone dello spaccio bevande ha ascoltato un capo partigiano che aveva liberato in quel posto, sede dei repubblichini, prigionieri politici condannati a morte dai nazifascisti ), il tutto promosso e organizzato dalla comunità Labas (laggiù) è la conferma che l’ interesse privato ( il guadagno ) la fa da padrone. Odioso, poi, è che si approfitti della ‘disattenzione’ popolare estiva per compiere questi ‘colpi di mano’ (com’ è avvenuto anche con l’ambasciatore in Egitto -caso Regeni-). Che brutta figura per il Governo Gentiloni …..

  2. Donatella scrive:

    Penso che molti italiani pensino con orrore a quanti esseri umani stanno in questo momento o affogando o sopravvivendo tra innumerevoli orrori nei campi libici e sudanesi. Non è possibile che l’Italia e l’Europa siano arrivate a questi punti di vergognosa indifferenza. L’Italia si vanta in continuazione del suo ( immeritato) patrimonio culturale, ma il patrimonio culturale non è una tomba da custodire ma un fuoco di intelligenza e di saggezza che deve ardere negli eredi, pena il perdere tutto.
    In questi momenti vorrei vedere la mobilitazione che c’è stata in alcuni momenti contro la globalizzazione dissennata. Cerchiamo di fare rivivere quello spirito di collaborazione e di fraternità, altrimenti siamo dei morti viventi.
    Avete notato come i telegiornali non si aprano più con le visioni dei barconi pieni di richiedenti asilo? Ce li hanno fatti vedere in continuazione per farci credere all’invasione dei barbari, ora solo silenzio e pace nel profondo Mediterraneo.

  3. Donatella scrive:

    Il libro di Alfredo Reichlin,”Il midollo del leone.Riflessioni sulla crisi della politica”, ed.Laterza 2010 offre una serie notevole di spunti per capire come la ” sinistra” sia potuta arrivare a questo punto di degrado e di annientamento in Italia. Nessuna scusa auto-difensiva o accusatoria verso altri dirigenti del PCI, poi PDS, poi PD. C’è invece una ricerca lucida della verità e delle cause prossime e più profonde della crisi della democrazia. Il titolo curioso del saggio si rifà ad una frase di Italo Calvino che, parlando di Giaime Pintor, afferma: “L’esempio di Giaime Pintor, una delle tempre umane più estranee e opposte al decadentismo, all’evasione, all’ambiguità morale, e che pure veniva da un’educazione letteraria che era quella di tutto il decadentismo europeo, ci testimonia come in ogni poesia vera esista un midollo di leone, un nutrimento per una morale rigorosa, per una padronanza della storia. L’avara presenza del bello e del bene, questo è il midollo di leone che Pintor, traduttore di Rilke, lettore di Montale, morse dalla civiltà letteraria che l’aveva preceduto. Questa è la lezione di uno stile che si trasferì nell’azione e nella intelligenza storica”. ( pag.142 de “Il midollo del leone”).

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