PAOLO BERIZZI (GIORNALISTA SOTTO PROTEZIONE)—REP. 21-02-2018—LA VIOLENZA NON HA COLORE::: FERMIAMO L’ESCALATION

 

Bande nere

BOMPIANI

 

 

LA VIOLENZA NON HA COLORE FERMIAMO L’ESCALATION

Paolo Berizzi

PAOLO BERIZZI, IL GIORNALISTA DI REPUBBLICA SOTTO PROTEZIONE

C’è una sola cosa, oltre all’aria e all’acqua, che non ha colore: la violenza. Chi la usa perde sempre, a prescindere dalle mani che la esercitano. In attesa che la polizia individui il branco che ha agito ieri a Palermo, l’agguato contro Massimiliano Ursino, segretario provinciale di Forza Nuova, legato mani e piedi e pestato in pieno centro da sei uomini a volto coperto, è un nuovo e pessimo segnale.

Racconta il brutto clima che si sta diffondendo in Italia alla vigilia di queste elezioni politiche: un clima avvelenato dalla rabbia e dall’odio, anzi, “puro odio”, come ha scritto il gip nell’ordinanza di custodia cautelare per i tre antagonisti che sabato scorso a Piacenza durante un corteo antifascista hanno picchiato il carabiniere Luca Belvedere, a terra, inerme.

Il giovane che lo colpiva con uno scudo ha 23 anni, si chiama Lorenzo Canti, collettivo Crash di Modena. La furia con cui si è accanito sul militare rivela, dicono gli inquirenti, «logica da branco». La stessa che ha mosso i centri sociali che a Livorno hanno accolto Giorgia Meloni con sputi e un lancio di bottiglia.

La stessa dei giovani padani che a Busto Arsizio hanno dato fuoco al fantoccio di Laura Boldrini. Tutto ciò è inaccettabile. Ma soprattutto è molto pericoloso. C’è il rischio che s’inneschi una spirale di ulteriore violenza — violenza che segue a violenza — , e potremmo trovarci nella condizione di non sapere dove quella curva ci porta, in quale buio.

Da alcuni mesi si è acceso un falò di tensioni a cui ha contribuito anche la legna di certe scomposte dichiarazioni politiche: è un terreno incandescente, sul quale gli opposti estremismi cercano lo scontro. I “neri” da una parte, i “rossi” dall’altra. Un duello già visto, che ha lasciato ferite profonde nella pelle della democrazia.

Dal blitz squadrista del Veneto Fronte Skinhead a Como agli spari razzisti di Macerata è stato un crescendo: e non sono passati nemmeno novanta giorni. In mezzo, cortei e controcortei, attacchi, provocazioni sui social, forze dell’ordine schierate in massa anche per un semplice banchetto di CasaPound o Forza Nuova.

Non ha nessun senso ricordare la terza legge della dinamica (a ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria). Meglio fermarsi prima.

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