VLADIMIRO POLCHI, REP. 15-03-2018, pag. 18 — IL RAP DI TOMMY KUTI PER I NUOVI ITALIANI—articolo dopo le due canzoni con i due testi, Afroitaliano e Amen // + link di u n articolo di Lorenzo Re su IL FATTO QUOTIDIANO di ieri

 

 

Tommy Kuti, Afroitaliano: testo

afroitaliano-tommy-kuti.jpg

Esulto quando segna Super Mario
Non mangio la pasta senza il Parmigiano
Ho la pelle scura, l’accento bresciano
Un cognome straniero e comunque italiano
A volte mi sembra di esser qui per sbaglio
San poco di me, son loro bersaglio
Ciò che ho passato loro non lo sanno
E il mio passato mai lo capiranno
Mi dai del negro, dell’immigrato
Il tuo pensiero è un po’ limitato
Il mondo è cambiato, non è complicato
“Afroitaliano” per te è un rompicapo
Non sanno chi siamo in questo Stato
Mi vuoi lontano, ho letto il tuo stato
Chi non ci vuole vede solo il colore
La nostra nazione sta scritta nel cuore

Sono Afroitaliano, Afroitaliano
Sono Afroitaliano, Afroitaliano

Questi che ne sanno di file in questura
Delle mille facce della mia cultura
È la melanina ciò che li cattura
Io non ho dei dubbi sulla mia natura
Quando io rappo è in italiano
E anche se parto resto un italiano
La prima volta che ho detto “ti amo”, ti giuro, l’ho fatto… in italiano
Gli 883, la Dogo Gang
I cartoni sul 6 con Cristina D’Avena
La scena rap, chi era giù con me
Quando tutta sta gente non mi conosceva
Fanculo i razzisti, quelli della Lega
Ogni 2 Giugno su quella bandiera
Mando una foto ai parenti in Nigeria
Mangiando una fetta di pizza per cena

Sono Afroitaliano, Afroitaliano
Sono Afroitaliano, Afroitaliano

[Parte parlata con Fabri Fibra e Tommy Kuti]
[Ma lei si sente più africano o si sente più italiano?
Afroitaliano, perché sono stufo di sentirmi dire cosa sono o cosa non sono
Sono troppo africano per essere solo italiano e troppo italiano per essere solo africano
Afroitaliano, perché il mondo è cambiato]

Sono Afroitaliano, Afroitaliano
Sono Afroitaliano, Afroitaliano

 

http://www.soundsblog.it/post/479180/tommy-kuti-afroitaliano-testo-video

 

 

 

 

[Intro]
Vedrai la valle degli inferi e risalirai su fino alla vetta
Le tue parole saran come armi pericolose se usate con testa
La grazia divina ti verrà concessa, farai vergognare chi ti contesta
Ogni tuo sogno sarà uno strumento e tu ne sarai il dirittore d’orchestra

[Strofa 1]
Firmato il contratto, son major league
Sto beat su cui rappo è di Medeline
Il mio conto in banca che prima era in deficit
Ora è la major che salda i miei debiti
Mi piglio i miei meriti
Sono qui per esserci
(Per) i prossimi anni ed i prossimi secoli
Nella scena rap duro come Ron Jeremy

Sulla traccia sto, col cazzo mi fermo
La mia faccia, bro, sul tuo teleschermo
Sballano e ballano quando mi vedono
Questi mi seguono come un discepolo

[Bridge]
Sto vivendo il mio sogno
So da dove vengo e chi sono
Haters col loro odio
In non ho tempo per loro

[Ritornello]
Ringrazio mia Madre per le sue preghiere
Ringrazio mia Madre per le sue preghiere
Ringrazio mia Madre per le sue preghiere
Ringrazio mia Madre per le sue preghiere

[Strofa 2]
“Tommy ti ho visto alla tele”
Quest’anno dio me la manda bene
Ho preso il largo ed issato le vele
Ringrazio mia madre per le sue preghiere
Son sulla strada per essere un rapper
Sto sorpassando, mo metto le frecce
So nada di moda, ma vendo magliette
Parlo per la mia gente
Il sound africano onnipotente
Il Tommy di sempre, onnipresente
Nelle storie spicciole non mi vedete
Vi lascio le briciole, Hansel e Gretel
Sono giù a parigi con i frere
Lo so bene la mia city è giù con me
Started from the bottom now we here
Ho cambiato la mia vita con il rap

[Bridge]
Sto vivendo il mio sogno
So da dove vengo e chi sono
Haters col loro odio
In non ho tempo per loro

[Ritornello]
Ringrazio mia Madre per le sue preghiere
Ringrazio mia Madre per le sue preghiere
Ringrazio mia Madre per le sue preghiere
Ringrazio mia Madre per le sue preghiere

Ringrazio mia Madre per le sue preghiere

sito delle liriche

VIDEO DEL RAP: AMEN

REPUBBLICA 15-03-2018

Il rap di Tommy Kuti che dà voce ai nuovi italiani

VLADIMIRO POLCHI

«Sono italiano anche senza lo ius soli. Ho visto il ventennio Berlusconi. Ho visto i botti di Totó Riina, Fantozzi, Bossi, ho visto la lira. Sono cresciuto tra i paesini, dove la gente la pensa come Traini.

Parlano al bar come ai comizi di Salvini…». Tommy Kuti fa il rapper. Nelle sue canzoni racconta sogni, frustrazioni e rabbia delle seconde generazioni di immigrati.

È la voce dei “nuovi italiani”: star sui social, un disco con la Universal, collaborazioni con Fabri Fibra.

«Rappo per i miei fratelli che vengono da tutto il mondo, per quei giovani che sognano un futuro migliore».

Quella di Tommy è la storia di tanti figli di immigrati.

«Ho lasciato la Nigeria a due anni con mia madre e ho raggiunto papà in Val Camonica. Quando avevo sei anni, ci siamo trasferiti a Castiglione delle Stiviere, in piena pianura padana.

Qui sono nati i miei quattro fratelli e qui siamo cresciuti, in un quartiere tanto multietnico da chiamarsi “Cinque continenti”.

Ho cominciato a sentirmi diverso al liceo, quando mi sono confrontato con studenti di altri paesi. La famiglia della mia prima fidanzata italiana mi trattava con diffidenza. Quando ho compiuto 16 anni, i miei genitori hanno ottenuto la cittadinanza italiana e me l’hanno trasmessa. Ma gran parte dei miei amici gira ancora col permesso di soggiorno, stranieri in casa propria. Per questo la mancata riforma dello ius soli è stata un’occasione persa, un tradimento».

Oggi Tommy ha 28 anni, una laurea ottenuta a Cambridge in tasca e un disco appena uscito per una delle più grandi major discografiche del mondo, la Universal: “Italiano vero”, dedicato al movimento degli “Italiani senza cittadinanza”.

Quello di Tommy è un rap impegnato: «Molti amici musicisti mi suggeriscono di alleggerire i testi, ma ho l’opportunità di parlare a tante persone e voglio dare voce a chi non ce l’ha».

Così Tommy rappa: «Mi dai del negro, dell’immigrato.

Il tuo pensiero è un po’ limitato. Il mondo è cambiato, non è complicato.

Afroitaliano per te è un rompicapo». Sui social riceve di tutto: dall’insulto “africano di merda tornatene a casa”, all’hater che cambia idea e lo ringrazia per i suoi testi.

«Questi che ne sanno di file in questura. Delle mille facce della mia cultura – canta Tommy – è la melanina ciò che li cattura. Io non ho dubbi sulla mia natura. La prima volta che ho detto “ti amo”, ti giuro, l’ho fatto in italiano».

 

SU TOMMY KUTI, NEL LINK, UN ARTICOLO DI LORENZO RE SU ” IL FATTO QUOTIDIANO ” DI IERI, 14 MARZO 2018

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