RICEVIAMO E CON GRATITUDINE PUBBLICHIAMO QUESTO CONTRIBUTO DI GIOVANNI NEGRO::: ” GINO BARTALI SALVATORE DI EBREI: UN FALSO MITO? + LINK DELLA ” BOTTEGA DEI BARBIERI ” E UN ARTICOLO DI ALBERTO NEGRI—art. sg. una nota di Michele Sarfatti

 

GIOVANNI NEGRO

 

 

Tutti pronti a criticare la strumentalizzazione del Giro da parte di Israele, la scelta inopportuna, scellerata e via dicendo. Ma sul fatto che la consacrazione di Bartali quale salvatore di ebrei è un falso mito, NESSUNO VUOLE SCOTTARSI LE DITA, anche se ormai è il segreto di pulcinella che la storia di Bartali eroico postino è inventata dei sana pianta. Il mio testo è basato unicamente su testimonianze di autorevoli protagonisti di quegli eventi. L’autorità dello storico Michele Sarfatti conforta l’ipotesi (si veda “Gino Bartali e la fabbricazione di documenti falsi”.

Allego una versione ridotta e più sintetica in aggiunta a quella più dettagliata già inviata al blog.

“Gino Bartali salvatore di ebrei: un falso mito?
Israele è uno Stato fondato anche sulla mistificazione e la propaganda. La più recente operazione propagandistica è basata pretestuosamente sull’inserimento di Bartali nel Giardino dei giusti dello Yad Vashem nell’ottobre 2013 e consiste in un accordo stipulato fra governo israeliano e RCS. Tale accordo prevede la partenza del 101° Giro d’Italia da Gerusalemme con lo svolgimento anche delle successive due tappe in territorio israeliano.
Per l’operazione Israele ha versato a RCS 12 milioni di euro, cui si sono aggiunti i 4 elargiti sempre a RCS dal miliardario israelo-canadese Sylvan Adams. È l’importo più alto mai investito da Israele in un evento sportivo.
Il beneficio preventivato merita, tuttavia, l’ingente spesa: gli organizzatori hanno calcolato in oltre 100 milioni gli spettatori delle tre tappe ai quali sarà presentata la facciata di un Paese normale, ricco, felice e civile. Le immagini, accuratamente selezionate, non mostreranno il muro, i check point, la militarizzazione, insomma la realtà vissuta dai palestinesi: l’occupazione, le demolizioni, le espulsioni, le incarcerazioni, le uccisioni.
Già la figura di Bartali quale soccorritore di ebrei era stata oggetto di controversie ai tempi della sua “consacrazione”. Ora però era necessaria più che mai per creare un aggancio tra Israele e il Giro d’Italia.
Si riesuma, allora, un testo del 1978 di Alexander Ramati (tradotto in italiano nel 1981) dal titolo: Assisi clandestina. Assisi e l’occupazione nazista secondo il racconto di p. Rufino Nicacci. Ramati immagina che il frate Rufino Nicacci racconti come Bartali avesse ricoperto il ruolo di corriere tra Firenze e Assisi, occultando documenti falsi destinati agli ebrei nella sua bicicletta.
Nel 1982 interviene, però, a smentire il tutto don Aldo Brunacci, canonico della cattedrale di Assisi, incaricato dal suo vescovo Mons. Ncolini, di organizzare la rete dei soccorsi agli ebrei ivi rifugiatisi. Brunacci è stato il protagonista dell’opera di assistenza in Assisi, in quanto tale coordinava anche la fabbricazione e la distribuzione dei documenti di identità falsi; inoltre conosceva perfettamente le attività di padre Nicacci, che si era inserito nella sua organizzazione clandestina. Brunacci, Giusto fra le nazioni, è quindi la fonte più autorevole e attendibile per giudicare il racconto di Ramati e la veridicità degli eventi attribuiti a B. Nel marzo 1982, nel corso della “Giornata degli ebrei d’Italia” tenuta ad Assisi, Brunacci smentisce seccamente il racconto di Ramati e nega qualsiasi ruolo di Bartali nella vicenda della fabbricazione e distribuzione di documenti falsi
Nel 1989 Brunacci ritorna a parlare del libro di Ramati Assisi clandestina con la “Nota di don Aldo Brunacci”(in Colligere Fragmenta, Edizioni Porziuncola, Assisi, pp. 61-62) precisando vari argomenti a riprova del fatto che “sia il libro che il film di Ramati hanno falsato completamente la verità.” Questa Nota è l’ultimo chiodo piantato sul coperchio della bara della romanzesca narrazione bartaliana. L’autorevole Reader’s Digest, che aveva concordato con Ramati un contratto di molti milioni per l’inserto nella rivista del libro presentato come storico dall’autore, annullò il contratto quando constatò che si trattava invece di un racconto inverosimile e grottesco.
“In più di un’occasione”, racconta Aldo Brunacci ”ho avuto modo di far rilevare alle personalità ebraiche incontrate in questi ultimi anni che il libro nuoce alla loro causa, giacché un falso così clamoroso, perpetrato da uno scrittore ebraico a scopo di lucro, può ingenerare dubbi in ciò che invece è realmente avvenuto durante l’olocausto.”
Le “personalità ebraiche” non ascoltarono l’avvertimento: Israele non può fare a meno di falsi miti per nascondere la realtà della pulizia etnica , dell’apartheid e del genocidio in corso.”

Giovanni Negro

 

 

LA BOTTEGA DEI BARBIERI PRENDE LE CONSIDERAZIONI DI GIOVANNI NEGRO CON UNA NOTA STORICA DI DON ALDO BRUNACCI E… 9 MAGGIO 2018

Gino Bartali, la verità storica, i Giusti e il Giro d’It-raele

 

ARTICOLO DI ALBERTO NEGRI SULLA FACCENDA…

http://notizie.tiscali.it/esteri/articoli/polemiche-giro-italia-israele-bartali/

 

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