ANTONELLO GUERRERA, REP. 09-06-2018, pag 2 SU SANZIONI E DAZI, ” L’EQUILIBRISMO ” RISCHIOSO DI ROMA

 

 

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Su sanzioni e dazi “l’equilibrismo” rischioso di Roma

ANTONELLO GUERRERA

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• Cosa e quali sono le sanzioni dell’Europa contro la Russia?

Principalmente sono le misure punitive imposte dall’Ue per «il suo ruolo destabilizzante» di Mosca in Ucraina, come l’annessione della Crimea e la battaglia dei gruppi separatisti legati a Mosca nell’Est dell’Ucraina. Tra le sanzioni europee principali, ci sono l’embargo della vendita di armi, il divieto di esportazione di beni alimentari, il congelamento di numerosi asset finanziari russi e concessione di visti, misure contro banche e settore energico. In tutto, sono 150 gli individui russi colpiti e 38 entità societarie. L’economia russa ne ha risentito, subendo il crollo del valore del rublo e una crisi finanziaria sostanziosa.

 E gli Stati Uniti? Anche loro hanno imposto sanzioni?

Sì, incrementandole più volte a causa dell’inchiesta Russiagate e delle presunte ingerenze di Mosca nel voto presidenziale del 2016. Sono stati colpiti centinaia di oligarchi e imprenditori legati a Mosca e altre decine di entità finanziarie.

Perché ora alcuni esponenti del governo italiano vogliono toglierle?

Perché secondo loro sono controproducenti per l’economia italiana ed europea. Questi “effetti collaterali” sono indubbi (si parla di danni per centinaia di miliardi per l’Europa). Secondo la Coldiretti costano all’Italia tre miliardi l’anno, soprattutto in mancate esportazioni. C’è però anche chi sospetta di un sostegno oscuro di Putin ad alcuni partiti per ottenere in cambio l’alleggerimento delle sanzioni. C’è da dire che anche alcune fette dell’economia europea, a differenza del Congresso Usa, premono per allentare la morsa delle sanzioni anti Russia.

• L’Italia può revocare da sola le sanzioni a Mosca?

In teoria sì. Introdotte nel 2014, almeno dall’Ue sono state rinnovate sinora ogni sei mesi, ma serve l’unanimità. Nel prossimo Consiglio Ue del 28 e 29 giugno, l’Italia, in teoria, potrebbe decidere un clamoroso strappo in seno all’Ue, stoppando o limitando le sanzioni anti Russia. Ma è qualcosa che nemmeno governi apertamente filorussi come l’Ungheria hanno fatto sinora.

• E che cosa succederà sui dazi^ Che ruolo avrà l’Italia?

Difficile dirlo. Come verso la Russia, Roma sembra avere una linea più morbida anche sui dazi di Trump (questi vuole che l’Ue riduca il surplus commerciale) in vari settori come acciaio e alluminio, cercando un compromesso. Altri leader occidentali, come il francese Macron e il canadese Trudeau, vorrebbero invece una opposizione più strenue verso il presidente americano per convincerlo a “risparmiare” gli alleati europei.

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