Teatro La Fenice – Concerto di Capodanno 2015 Sinfonia da La gazza ladra di Gioachino Rossini Orchestra del Teatro La Fenice Direttore Daniel Harding

L’opera di Gioachino Rossini La gazza ladra è tratta dal dramma di Théodore Badouin d’Aubigny e Louis-Charles Caigniez ” La Pie Volouse ou La Servante de Palaiseau” del 1815.

Basata sul libretto di Giovanni Gherardini l’opera in due atti La Gazza Ladra fu per la prima volta rappresentata al Teatro La Scala di Milano nel Maggio del 1817.

L’Opera si rivelò un grande successo tanto che lo scrittore Stendhal, presente in prima fila, dichiarò che “Lo stesso Rossini fu prima stanco di salutare che il pubblico di applaudire”.

Ancora oggi quest’ opera è famosa soprattutto per la sua ouverture.

Dopo parecchi anni l’opera è tornata al Teatro La Scala di Milano sotto la regia di Gabriele Salvatores.

 

Trama veloce: L’azione si svolge in un villaggio non molto lontano da Parigi dove si sta festeggiando l’arrivo di Giannetto, figlio di un ricco fittavolo di nome Fabrizio Vingradito di ritorno dal servizio militare. Il fittavolo è favorevole a fare sposare il figlio con Ninetta, una ragazza che lavora in quella casa da molti anni come domestica, mentre è contraria la madre, Lucia, che accusa la ragazza di averle perso una posata d’argento.
Dopo i festeggiamenti Ninetta riceve la visita del padre Fernando, ricercato dalla polizia perché colpevole di una grave insubordinazione; egli consegna alla figlia una posata d’argento pregandola di venderla in modo da poter fuggire con il ricavato. La posata, che nel frattempo Ninetta aveva venduto al merciaio Isacco, viene rubata dalla gazza di Fabrizio la quale, a sua volta, accusa la fanciulla del furto della posata di Lucia che era del tutto simile a quella consegnata da Fernando alla figlia. Lucia denuncia il furto al podestà ben felice di far arrestare e processare Ninetta la cui colpevolezza sarebbe dimostrata dal possesso del denaro consegnatole dal mercante Isacco il quale afferma di aver pagato una posata con la sigla F. V. interpretata erroneamente come Fabrizio Vingradito, mentre si riferiva a Fernando Villabella. Nell’atto secondo al processo Ninetta è condannata a morte e subisce la stessa condanna anche il padre di lei accorso a raccontare la verità. L’opera si chiude con l’insperata salvezza di Ninetta grazie all’intervento del contadinello Pippo che scopre, seguendo la gazza, nel campanile della chiesa le due posate insieme ad altri oggetti. Così Ninetta viene liberata fra la gioia generale e lo stesso Fernando è liberato per grazia del re.

 

 

SENTIAMO STENDHAL COSA DICE DELLA PRIMA:::

 

… a cominciare dalla splendida ouverture, una delle pagine più famose della partitura, del cui successo ci informa sempre Stendhal:
L’introduzione del tamburo come parte principale le conferisce una realtà, se oso esprimermi così, di cui non ho provato la sensazione in nessun’altra musica, è quasi impossibile notarla. Sarebbe per me ugualmente impossibile descrivere gli entusiasmi e la follia della platea di Milano quando apparve questo capolavoro. Dopo aver applaudito ad oltranza, gridato e fatto tutto il frastuono immaginabile per cinque minuti, quando venne a mancare la forza necessaria per gridare notai che ciascuno parlava Rossini Es. 1col suo vicino, cosa assai contraria alla diffidenza italiana. Le persone più fredde e più anziane esclamavano nei loro palchi: «O bello! o bello»  e questa parola veniva ripetuta cento volte di seguito; non era rivolta a nessuno, una tale ripetizione sarebbe stata ridicola; gli spettatori avevano perso ogni nozione di avere dei vicini, ciascuno parlava con se stesso. Questo entusiasmo aveva tutta la vivacità, tutto l’incanto di una riconciliazione. La vanità del pubblico ricordava il Turco in Italia. Non so se il lettore ricordi ancora che quest’opera era stata fischiata per mancanza di novità. Rossini volle rimediare a questo insuccesso, e i suoi amici furono lusingati dal fatto che egli avesse voluto fare per loro qualche cosa di così nuovo. Questa situazione morale del maestro spiega perfettamente il tamburo e il frastuono alquanto tedesco della ouverture; Rossini aveva bisogno di colpire con forza sin dall’inizio. Non si erano ancora udite venti battute di quella bella sinfonia che la riconciliazione era già cosa fatta; non si era ancora alla fine del primo presto, che il pubblico sembrò ebbro di piacere; tuttiRossini Es. 2 accompagnavano l’orchestra. Da quel momento l’opera e il suo successo furono una sola scena di entusiasmo. Ad ogni brano Rossini doveva alzarsi più volte dal suo posto al piano per salutare il pubblico; e si stancò prima lui di salutare che il pubblico di applaudire[1].

 

 

[1] Stendhal, Vita di Rossini, a cura di Mariolina Bongiovanni Bertini,  EDT, Torino, 1983, p. 162.

 

 

www.gbopera.it maggio 2015

http://www.gbopera.it/2015/05/la-gazza-ladra-la-genesi-e-la-trionfale-prima-seconda-parte/

 

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1 risposta a Teatro La Fenice – Concerto di Capodanno 2015 Sinfonia da La gazza ladra di Gioachino Rossini Orchestra del Teatro La Fenice Direttore Daniel Harding

  1. Donatella scrive:

    Che bella questa cronaca e che bella la musica, pura gioia di vivere!
    Segnalo qui l’ultimo film che ho visto: ” Si muore tutti democristiani” di ” Il Terzo Segreto di Satira”, quel gruppo di giovani che, durante la campagna per eleggere Pisapia sindaco, avevano fatto delle ” scenette” spiritose a favore del futuro sindaco. La trama rappresenta la precarietà del mondo del lavoro a Milano. Tre amici, legati da tempo immemorabile agli stessi ideali, gestiscono insieme una piccola casa di produzione con la speranza di poter realizzare documentari a carattere sociale ( divertente la scena in cui si incontrano col sindacato per uno spot sul 25 aprile). Inaspettatamente una società no-profit commissiona a loro un documentario sui bambini africani, molto ben pagato. Nel frattempo sulla stampa arrivano articoli che gettano fondati sospetti sull’onestà di questa fondazione. I tre sono in ambasce: rimanere come sempre a fare piccoli spot mal pagati, oppure accettare la generosa remunerazione della fondazione, circondata da sospetti ma che paga bene? Non ci sarà una soluzione coraggiosa: in fondo siamo un po’ tutti democristiani e teniamo famiglia.
    Il film si svolge a Milano, nei quartieri fatti di nuovi grattacieli, locali alla moda e ristoranti tipici. Il racconto è agile, sovente divertente. Il finale amaro ce lo aspettavamo: non c’è speranza in questo mondo dove gli ideali sono un lusso.

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