NEMO, grazie a ! PIERO IGNAZI, REPUBBLICA 5 AGOSTO 2018, pag. 24 :::: L’ANALISI, QUEL MONTE VERSO IL M5S

 

REPUBBLICA DI DOMENICA 5 AGOSTO 2018, pag. 24

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L’analisi

QUEL PONTE VERSO IL M5S

Piero Ignazi

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Piero Ignazi (Faenza1951) è un accademico e politologo italiano, esperto in politica comparata.

 

C’è un equivoco che andrebbe chiarito una volta per tutte: il Pd, nelle condizioni in cui si è trovato dopo le elezioni, non poteva certo accettare di fare da spalla al M5S in un governo diretto da loro; ma questa posizione non contrastava con la possibilità di aprire un canale di comunicazione. Anzi, proprio questo atteggiamento, anche se non sfociava in un accordo di governo, avrebbe quanto meno impedito ai grillini di tornare subito a rivolgersi alla Lega e, allo stesso tempo, avrebbe irritato Salvini al punto da renderlo indisponibile ad un accordo coi pentastellati. Ma questo è il passato. Il momento ora interroga il Pd su quale opposizione debba praticare. Ovvio che deve essere tranchant e senza sconti, e quindi il governo va incalzato, attaccato, e messo in difficoltà su ogni punto e in ogni momento. Se si pensa all’opposizione ideologica praticata quasi sempre dei parlamentari grillini non si può che restituir loro la pariglia. Certo, con stile, modalità e linguaggio da forza politica seria e responsabile, estranea alle offese e alle sguaiataggini degli avversari. Questo codice di comportamento “ normale” che il Pd ha peraltro già sperimentato durante i governi Berlusconi, dovrebbe prevedere anche momenti “ eccezionali”. Vale a dire, quando ci sono delle linee di frattura all’interno del governo o in uno dei partiti della coalizione, una opposizione accorta deve cercare di sfruttarle. Inserirsi nelle contraddizioni che esistono, e sono tante, nel contratto siglato tra Di Maio e Salvini è operazione di intelligenza politica, non di intelligenza con il nemico. Questa azione non va indirizzata solo laddove spiccano differenze tra i due contraenti dell’alleanza di governo. Va rivolta soprattutto al M5S, all’interno del quale emergono sempre più chiaramente diversità di toni e di posizioni. Nei confronti della Lega, invece, c’è poco da fare. Forse si potrà riconquistare qualche vecchio elettore di sinistra spaventato e convinto dagli imprenditori leghisti della paura, ma la distanza di posizioni da quel mondo è abissale in quanto la Lega è oggi il rappresentante italiano dell’internazionale nera sub-specie populista-sovranista. Ma i 5Stelle sono un’altra cosa. Al loro interno c’è di tutto un po’ e, come dimostrano tutte le ricerche, sono molti di più gli elettori pentastellati che si considerano di sinistra rispetto a quelli che si collocano al centro o a destra. Inoltre, anche qui sulla base delle analisi post- elettorali, i 5Stelle hanno beneficiato di un grande travaso di voti dal Pd. Quindi l’obiettivo del Partito democratico è chiaro: agire nei confronti del M5S per riconquistare i propri elettori e tutti quelli comunque orientati a sinistra. E per prima cosa è necessario prendere i 5Stelle sul serio e considerarli per quello che sono. Non per nulla la vice-presidente dell’Emilia-Romagna, Elisabetta Gualmini, che aveva fatto ricerche sui pentastellati prima di entrare in politica, è stata tra i pochi dirigenti Pd a sostenere l’opportunità di mantenere aperto un canale di comunicazione. Infatti i 5Stelle non sono monolite agli ordini della ditta Casaleggio&Associati. Al loro interno si sta delineando in maniera molto chiara una divaricazione tra i descamisados anti-sistema alla Di Battista che odiano Berlusconi ma abbracciano Salvini (chissà con quale razionalità?) e i rappresentanti della originaria tradizione ambientalista e progressista alla Fico. Le prese di posizione del presidente della Camera, ultima quella alla commemorazione della strage del Due Agosto, alla stazione di Bologna, dove alla fine si è fatto applaudire da un platea non simpatetica, sono distanti mille miglia da quelle non solo di Salvini ma anche di Di Maio, per non dire di Di Battista. È normale che posizioni come quelle di Fico — e pochi altri, per ora — rimangano coperte nei primi passi del governo: prevalgono spirito di corpo ed entusiasmo per aver centrato un obiettivo giudicato impossibile. Ma le divaricazioni interne esistono. E prima il Pd se ne rende conto e incomincia a giocare intelligentemente di sponda, prima il cemento giallo-verde si incrina.

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1 risposta a NEMO, grazie a ! PIERO IGNAZI, REPUBBLICA 5 AGOSTO 2018, pag. 24 :::: L’ANALISI, QUEL MONTE VERSO IL M5S

  1. angelo scrive:

    e il cemento della mafia e della P2 che avvolge i renzusconidi ? Dobbiamo ripristinarlo? Ma mi faccia il piacere! Direbbe Totò

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