SIMONETTA FIORI, REPUBBLICA DEL 18 SETTEMBRE 2018, pag. 34 ::: SE UN PREMIO ALLA SCRITTRICE FA NOTIZIA…

 

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SIMONETTA FIORI

Il Campiello a Rosella Postorino

SE LA SCRITTRICE FA NOTIZIA

Simonetta Fiori  (NOTIZIE AL FONDO)

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ELSA MORANTE VINCE LO STREGA  CON ” L’ISOLA DI ARTURO ” – AL NINFEO DI VILLA GIULIA– 4 LUGLIO 1957

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UN’IMMAGINE PANORAMICA DEL NINFEO DI VILLA GIULIA

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HELENA JANECZEK, ” LA RAGAZZA CON LA LEICA”, GUANDA

ROSELLA POSTORINO, ” LE ASSAGGIATRICI “-FELTRINELLI

 

Evviva, le donne vincono i premi letterari. A luglio  Helena Janeczek è stata insignita dello Strega. Ora Rosella Postorino arriva prima al Campiello. Non possiamo che accogliere favorevolmente l’esito della gara letteraria, anche se è inevitabile domandarsi: ma è possibile che nel 2018 — a quasi cinquant’anni dalle battaglie femministe — la palma assegnata a una scrittrice faccia ancora notizia? È ammissibile che il sorriso con cui Elsa Morante conquistava il suo primato al Ninfeo di Villa Giulia (prima donna a vincere lo Strega) riaffiori nei volti di Janeczek e Postorino con la stessa luce di comprensibile rivincita? E fino a quando i media continueranno ad accogliere i premi assegnati alle donne con la stessa trepidazione stupefatta che si riserva alle minoranze a rischio, dai panda all’airone cenerino?

La risposta va cercata nelle più recenti mappature sul mondo dei libri, che fotografano una persistente disparità. Leggere è donna. Scrivere è maschile è l’espressivo titolo dell’ultimo rapporto dell’Aie, l’associazione italiana degli editori. Se le donne leggono più degli uomini, a qualsiasi età, il numero degli autori resta decisamente superiore rispetto a quello delle scrittrici. E sono soprattutto i maschi a occupare i posti chiave del potere culturale, sono loro a decidere chi e cosa pubblicare, a consacrare la parola pubblica scegliendo chi possa officiarla (nelle cariche di responsabilità — ossia amministratrici delegate, presidenti, direttrici generali — le presenze femminili sono solo il 22,3 per cento).

Questo significa che le donne sono discriminate? No, impossibile sostenere che oggi in una casa editrice un libro viene scartato perché scritto da una donna. Sono altre le difficoltà cui ha saputo dare voce un editore dell’esperienza di Luigi Spagnol. I libri scritti dalle donne vengono accolti con la stessa attenzione generalmente rivolta ai maschi? Siamo pronti a considerare una scrittrice alla stregua di una caposcuola, ad accettare che una donna possa avere un’influenza sulla storia letteraria paragonabile a quella di eccellentissimo maestro? Spagnol ha avuto il coraggio di rendere pubblici i suoi interrogativi: sarebbe interessante se anche altri lo facessero.

Che le donne fatichino a essere riconosciute è fuor di dubbio, perfino nei libri di storia adottati dalle scuole elementari: se non totalmente oscurate, appaiono in versione di mummia o nel ruolo di matrone ingioiellate. A completare lo specchio della resistente invisibilità provvedono le cifre aggiornate dei più prestigiosi premi letterari del pianeta. Negli ultimi trent’anni, ossia dopo le crepe aperte dal fronte femminista, hanno vinto il Nobel otto donne su trenta, il Goncourt quattro su trenta, il Booker Prize dieci donne su trenta, lo Strega cinque su trenta, il Pulitzer undici su ventinove (un anno non è stato dato). E l’unico conforto può arrivare dalla vergogna condivisa con il resto dell’Europa, con un vantaggio netto dell’America.

Ecco spiegato perché ancora oggi una vittoria letteraria al femminile faccia notizia. L’importante però è uscire dall’ottica della specie protetta, dal tributo al politicamente corretto, dalla ragionieristica di genere, quella che trionfa quando nei festival si cercano disperatamente le donne in funzione di bilanciamento o quando nei concorsi universitari si manda avanti una candidata solo ” perché donna”. Che la disparità di genere non diventi né una professione dentro il teatrino pubblico né un make- up scintillante per nascondere una gerarchia imperturbabilmente maschilista. Beato il tempo in cui potremo gioire perché a vincere un premio è un buon romanzo, indipendentemente dal genere.

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SIMONETTA FIORI

Filmografia dal 2000:
2010 » doc Inge Film: soggetto, sceneggiatura, Interviste

 

Biografia:

E’ inviato speciale di Repubblica, da oltre vent’anni lavora nelle pagine culturali del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari, intrecciando l’interesse per la storia contemporanea con l’attualità culturale. Nel 2009 ha vinto il Premiolino.
Ha curato per Laterza un libro-intervista con Alberto Asor Rosa, Il grande silenzio (2009), sul tema degli intellettuali e della loro estinzione nell’Italia di oggi. Una sua intervista a Cesare Garboli compare nel volume Ricordi tristi e civili pubblicato dallo studioso nelle edizioni Einaudi (2001). Un suo profilo di Carlo Lizzani è incluso nel volume Un lungo viaggio nel cinema, pubblicato da Marsilio in occasione della quarantaseiesima Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro (2010). Laureata in Lettere alla Sapienza di Roma, ha frequentato la Scuola di perfezionamento in Scienza e Storia della letteratura all’Università di Urbino ed è autrice di saggi apparsi sulle riviste Rassegna della letteratura italiana, Ponte e più recentemente MicroMega. Nell’a.a. 2003/2004 è stata “professore a contratto” all’Università di Teramo, Facoltà di Scienza della Comunicazione, dove ha tenuto un corso sul giornalismo.
(ultima modifica: 28/10/2010)

 

NOTIZIE DA::: 

https://www.cinemaitaliano.info/pers/027117/simonetta-fiori.html

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