Pieter Bruegel o Brueghel /pi:tər brø:ɣəl̩/[1][2] (Breda, 1525/1530 circa – Bruxelles, 5 settembre 1569) è stato un pittore olandese. È generalmente indicato come il Vecchio per distinguerlo dal figlio primogenito, Pieter Bruegel il Giovane. Anche il secondogenito Jan Bruegel il Vecchio seguì le orme paterne e così pure il nipote Jan Bruegel il Giovane
Presunto autoritratto di Pieter Bruegel con un committente
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Viaggio in Italia
Nel 1551, forse su invito dello stesso Cock, Bruegel doveva essere pronto a partire per l’Italia. Non si conoscono i tempi esatti del viaggio, ma i luoghi visitati sono registrati precisamente in una serie di disegni. Dovette passare da Lione, come ricorda l’esistenza di due tempere con vedute di tale città (oggi perduti), già inventariati alla morte di Giulio Clovio nel 1577.
Veduta alpina, disegno (Louvre)
Attraversò le Alpi (Paesaggio alpino, 1551 circa) e visitò il Lago Maggiore. Proseguì per Roma, dove si fermò certamente a lungo come ricordano un gran numero di opere, solo in parte pervenuteci: un disegno della Ripa Grande a Roma (1551–1553 circa), la menzione di un suo dipinto in un inventario romano seicentesco, due stampe derivate da disegni suoi (Psiche e Mercurio e Dedalo e Icaro, riferibili al 1553 circa), un’incisione con veduta di Tivoli sulle propaggini dei monti Tiburtini (Prospectus tyburtinus)[10]. Non ci sono indizi di contatti diretti con gli artisti dei circoli romani, né di altre città, sebbene sia difficile immaginare che il pittore non abbia ammirato i capolavori di Michelangelo, come il recente Giudizio universale, da cui peraltro non fu influenzato].
Veduta del porto di Napoli, 1556 circa
Visitò poi Napoli (dipinto con Veduta del porto di Napoli, data imprecisata) e nel 1552 circa rappresentò Reggio Calabria in un disegno (Veduta di Reggio conservato al Museo Boymans di Rotterdam) in cui la città è in fiamme per un attacco dei Turchi. Infine, in un’incisione del 1561 di Frans Huys, basata su un suo disegno perduto, è raffigurata una battaglia nello Stretto di Messina che presume una conoscenza precisa dei luoghi[10]. L’apocalittica visione di Reggio devastata dalle incursioni piratesche impressionò talmente Bruegel da costituire un tema ricorrente nei suoi dipinti successivi.[12]
Altre informazioni si ricavano da lettere successive, indirizzate dal geografo bolognese Scipio Fabus all’amico e collega Abraham Ortelius nel 1561, in cui si ricorda la visita del maestro fiammingo[10]. Echi del viaggio in Italia si colgono inoltre, oltre che nei paesaggi, in alcuni dettagli delle sue opere successive, come il Trionfo della morte, che ricorda quello di Palermo,o la Torre di Babele, la cui struttura architettonica richiama la mole del Colosseo[13].
Nel 1555 circa dovette rimettersi in viaggio per tornare ad Anversa, ritraendo durante il tragitto la valle del Ticino e passando forse da Innsbruck. Vedute alpine e prealpine si ritrovano negli sfondi di molte opere note[
Grande Torre di Babele, 1563
Trionfo della Morte, 1562 circa
TRIONFO DELLA MORTE DI PALERMO A PALAZZO ABATELLIS
DETTAGLIO DA BRUEGHEL IL VECCHIO
DETTAGLIO DA BRUEGHEL IL VECCHIO
PAESAGGI:::in paesaggi come questi, e altri che non conosciamo, si legge il ricordo dell’attraversamento delle Alpi…
PAESAGGIO CON LA PARABOLA DEL SEMINATORE
CACCIATORI NELLA NEVE
E noi che ci lamentiamo della nostra epoca! E’ eccezionale l’immensità della tragedia umana, quasi fotografata come in un film dell’orrore, e la bellezza dei paesaggi. Stupendo il quadro dei ” Cacciatori nella neve”.