repubblica .it / esteri –21-11-2018 —
Lo scontro tra Al Shabaab e Isis-Somalia per l’egemonia della jihad nel Corno d’Africa
I due gruppi si contendono l’influenza sull’area. Gli Shabaab avevano aderito ad Al Qaeda già nel 2012, ma una parte degli integralisti ha lasciato la rete guidata da Ayman al Zawahiri per seguire al Baghdadi, attirandosi le rappresaglie dei rivali
di GIAMPAOLO CADALANU
“Sono stati sicuramente gli Shabaab”: nelle ore successive al sequestro della cooperante italiana Silvia Romano, l’ipotesi più diffusa era che il rapimento fosse opera degli integralisti somali, eredi dell’ala più oltranzista delle Corti islamiche.
Ma per il momento è un’indicazione imprecisa. In questi giorni l’universo del fondamentalismo islamico radicato in Somalia è caratterizzato da un duello: il gruppo Harakat al-Shabaab al-Mujahideen, cioè l’organizzazione jihadista che ha firmato gli attacchi al centro commerciale Westgate di Nairobi del 2013 e la strage di Mogadiscio dell’anno scorso, è in pieno scontro con l’Isis.
Ayman al Zawahiri –Kafr el
Gli Shabaab avevano aderito ad Al Qaeda già nel 2012, ma il rapporto con la leadership della rete guidata da Ayman al Zawahiri è stato difficile da subito. Il movimento sin dall’origine ospitava due anime: una di radicali, influenzata e sostenuta dall’esterno, in particolare da esponenti wahabiti legati con i sauditi, e un’altra grosso modo “nazionalista”, con capi clan e leader religiosi decisi a fondare un proprio Emirato nel Corno d’Africa.
Ahmed Abdi Godan, vittima dei Predator Usa
Lo stesso Al Zawahiri aveva discusso i progetti para-statuali con il leader shabaab Ahmed Abdi Godane, probabilmente per tenere d’occhio le spinte centrifughe del gruppo somalo.
Ma la pubblica adesione ad Al Qaeda, fra l’altro, ha dato via libera agli attacchi americani con i droni, che prima del 2012 Washington non aveva avviato perché i fondamentalisti non minacciavano interessi statunitensi.
Proprio Ahmed Abdi Godane è stato una delle prime vittime dei Predator, e al suo posto il comando è passato ad Abu Ubaydah Ahmad Umar, riconosciuto anche da Al Zawahiri.
Abu Ubaydah Ahmad Umar
Nel 2015 l’Isis ha cominciato una campagna di reclutamento fra gli Shabaab, postando on line video che invitavano il gruppo somalo a giurare fedeltà ad Abubakr al Baghdadi. L’iniziativa ha avuto modesto successo, un gruppo di miliziani del Puntland guidati da Abdul Qadir Mumin ha cambiato casacca.
Abdul Qadir Mumin, capo dell’Isis somalo, fuoriuscito da al-Schabaab
Mumin, ex- uomo propaganda nei video di reclutamento degli Shabaab, inserito dal Dipartimento di Stato Usa nella lista dei terroristi globali sin dal 2016, è considerato oggi il capo dell’Isis somalo e già dall’anno scorso i suoi uomini sono obiettivo di attacchi americani con i Predator.
La leadership Shabaab ha serrato i ranghi, minacciando l’espulsione o la morte per chi sceglie l’organizzazione rivale. L’Amniyat, la forza di sicurezza interna degli Shabaab, ha messo in pratica la minaccia con diversi comandanti e miliziani.
Conferma ulteriore della spaccatura è arrivata proprio nelle scorse settimane: la newsletter del sedicente Stato Islamico, Al Naba, minacciava rappresaglie contro gli Shabaab, accusandoli di aver cominciato una campagna fratricida per sradicare la presenza dell’Isis dal Corno d’Africa, spazzando via il progetto di un Wilayat (cioè una provincia del Califfato) in Somalia.
guerriero di al-shabaab