++ L’AMACA DI MICHELE SERRA, REP. 08-12-2018 pag. 29 ++ una nota da wikipedia su::: RENATO ZANGHERI (1925-2015)

 

REPUBBLICA DEL  —  08 DICEMBRE 2018  pag. 29

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Michele Serra

Perché mai una ecotassa a carico delle automobili più inquinanti, e dunque degli automobilisti meno abbienti, se la propone Macron è una macchinazione delle élite e se la propone il governo gialloverde è la giusta volontà del popolo? Forse perché in politica esiste un fattore — la faziosità — che serve a formare le opinioni tanto quanto il portafogli. Non è un fattore oggettivo, è anzi molto soggettivo, assomiglia molto al tifo, a simpatia/antipatia, al piacere tribale di riconoscersi in qualcuno e odiare qualcun altro. Se una cosa la faccio io è magnifica, se la stessa cosa la fa il mio nemico è una porcheria. Se una cosa la dico io è frutto di oculata analisi, se la stessa cosa la dice il mio nemico è una scemenza fuori dal mondo… Il vecchio storico Renato Zangheri qualche anno fa, ormai arrivato in fondo al suo percorso, davanti a un piatto di tortellini mi disse di avere sempre sottovalutato, come motore della storia, l’animo umano. «Per noi marxisti la struttura economica è tutto, le sovrastrutture culturali poco più di una conseguenza della struttura. Beh, mi sono reso conto che le cose sono un po’ differenti». Aveva ragione. L’animo umano contiene ignobiltà (e magnanimità, per fortuna) in misura sorprendente. E questo produce oscillazioni ben superiori a quelle della Borsa.

In questa fase l’indice dell’ignobiltà è alle stelle, e la magnanimità forse ai suoi minimi storici. Siamo in attesa del classico rimbalzo tecnico. Questione di anni, al massimo di qualche secolo.

 

nota del blog, per propria curiosità:

 

 

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Renato Zangheri (Rimini,  1925 – Imola, 6 agosto 2015) –-è stato un politico e storico italianosindaco di Bologna dal 29 luglio 1970 al 29 aprile 1983.
Dal 1965 è professore ordinario di storia delle dottrine economiche dell’Università di Bologna. Gli studi di Renato Zangheri in ambito scientifico si concentrano sulla ricerca delle origini della società contadina in Emilia-Romagna, sulla proprietà terriera, la distribuzione del reddito e la “questione agraria” nello sviluppo precapitalistico.

Importanti i suoi scritti sulla nascita del movimento socialista, le prime forme di lotta e di rivendicazione dei lavoratori per la difesa di classe, lo studio su Andrea Costa e il suo tempo. Nel 1944 s’iscrive al Partito comunista italiano. Nei primi anni cinquanta fece parte della redazione di “Movimento operaio“, rivista di storiografia marxista nata nel 1949, in seguito fu direttore di “Emilia” e di “Studi storici“, rivista dell’Istituto Gramsci. Nel 1960, dopo il IX congresso, entra a far parte del comitato centrale e della segreteria della Federazione bolognese dove è responsabile della commissione culturale. Nel 1979 al XV congresso nazionale è nominato membro della direzione del partito. Renato Zangheri è consigliere comunale a Bologna nel 1956.

Chiamato in giunta da Giuseppe Dozza, è nominato assessore il 24 luglio 1959. La sua partecipazione alla vita amministrativa della città coincide con la volontà di approfondire e allargare l’ambito e l’attività legata alla sfera culturale del comune. Il 28 settembre 1959 viene formalmente istituito l’assessorato per le istituzioni culturali cittadine.

Bologna è forse il primo comune in Italia che alla fine degli anni cinquanta qualifica il proprio intervento in ambito culturale, già di una certa consistenza e spessore, istituendo un assessorato specifico. Renato Zangheri è assessore alle istituzioni culturali anche nel mandato successivo dal 1960 al 1964. Dal 1965 all’aprile 1970 è direttore dell’Ente bolognese manifestazioni artistiche.

Renato Zangheri è eletto sindaco il 29 luglio 1970, a seguito dei risultati delle elezioni amministrative del 7 giugno…  Gli anni di Renato Zangheri sindaco sono ricordati per gli avvenimenti tragici che colpiscono duramente la città: la strage del treno “Italicus” del 4 agosto 1974 dove muoiono 12 persone e 44 sono ferite per l’esplosione di una bomba a San Benedetto Val di Sambro; l’uccisione di Francesco Lorusso l’11 marzo 1977 e i fatti seguenti; la strage del 2 agosto 1980, quando alla 10,25 una bomba esplode nella sala d’aspetto della seconda classe della stazione ferroviaria causando 85 morti e 200 feriti. L’amministrazione Zangheri corrisponde a momenti di profonda trasformazione dell’intervento pubblico in ambito locale.

Quegli anni coincidono con un periodo di grande attenzione al tema dei quartieri secondo il modello che rispecchia il massimo decentramento gestionale unito alla crescita dei servizi ad alto livello qualitativo, con una offerta pressoché gratuita per tutti i cittadini. Questa politica comunale, che si avvicina al welfare, avviene grazie ai cambiamenti introdotti da Armando Sarti, assessore al bilancio, che modifica le modalità che avevano garantito lo sviluppo economico negli anni sessantaricorrendo al disavanzo come l’unica strada possibile per uno sviluppo dei servizi, come di fatto è avvenuto negli anni seguenti. Fino al 1974 infatti, il disavanzo è lo strumento che consente le grandi opere e lo sviluppo di Bologna, anomalo se comparato con la realtà nazionale ed europea.

Dopo il 1977, si avvia una politica di partecipazione rivolta in prima istanza ai giovani, ma anche alle associazione e alle forme di auto-organizzazione della società civile quale espressione di una base che non trova rappresentanza nei partiti tradizionali, per rinnovare i canali di intervento della politica dell’amministrazione. Ricorda Walter Vitali che il sindaco Renato Zangheri lo incarica di organizzare una serie di eventi per riavvicinare i giovani in un momento difficile della città; un sentimento molto profondo e autentico di volontà di ricucire lo strappo, non un intento strumentale, ma la volontà di ricongiungersi con i sentimenti di un’intera generazione. Parte il “Piano giovani“, le botteghe di transizione, ma anche musica e divertimento con “Ritmicittà“, una rassegna di concerti di gruppi musicali cittadini in Piazza Maggiore, che culmina con il gruppo rock dei “Clash” che ancora oggi viene ricordato come un grande evento.

Mantiene la carica di sindaco fino al 24 aprile 1983 quando è candidato e poi eletto deputato, capogruppo del Partito Comunista in parlamento, fino al 1987. In seguito aderirà al Partito Democratico della Sinistra e ai Democratici di Sinistra. Dal 1991 torna all’insegnamento universitario, ricoprendo fra 1991 e 1994 la carica di rettore dell’Università di San Marino. Successivamente si dedica alla redazione di un’opera sulla storia del socialismo italiano. Nel 1998 il Ministero dei Beni culturali lo nomina presidente della Commissione scientifica per la nuova edizione nazionale delle opere di Antonio Gramsci, incarico da cui si è dimesso nel 2000.

Ha risieduto a Imola fino alla morte, avvenuta nel 2015 all’età di 90 anni.

 

 

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RENATO ZANGHERI E’ STATO SINDACO DI BOLOGNA DAL 29 LUGLIO 1970 AL 29 APRILE 1983

 

 

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1 risposta a ++ L’AMACA DI MICHELE SERRA, REP. 08-12-2018 pag. 29 ++ una nota da wikipedia su::: RENATO ZANGHERI (1925-2015)

  1. roberto rododendro scrive:

    che bello! Mi hai fatto ricordare Zangheri, una cara e nobile persona ….ahimè. proprio roba d’altri tempi per noi vecchietti con un piede e mezzo di là …ma quel mezzo di qua lo teniamo ancora saldo!!!

    e per il resto: se la classe non è acque l’ignobiltà si vede già dai piccoli gesti! 🙂
    Grazie a Michele Serra

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