DONATELLA D’IMPORZANO CI PARLA DI UN EROE DEI NOSTRI GIORNI::: IL REGISTA IRANIANO JAFAR PANAHI (1960) E DEL SUO FILM APPENA USCITO : ” TRE VOLTI ” (2018)

 

DONATELLA D’IMPORZANO 

 

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2015

 

 

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Jafar Panahi (Mianeh, 11 luglio 1960) è un regista, attore e sceneggiatore iraniano. Viene di solito identificato con il movimento cinematografico New Wave iraniano. Ha realizzato diversi cortometraggi e ha lavorato come assistente alla regia per il collega cineasta, anche lui iraniano, Abbas Kiarostami. Panahi ha ottenuto il riconoscimento internazionale con il suo primo lungometraggio, Il palloncino bianco del 1995. In quell’anno il film ha vinto la Caméra d’Or al Festival di Cannes, il primo premio importante vinto da un film iraniano a Cannes. (WIKIPEDIA-continua…)

 

Cartina dell'Iran

MIANEH –DOVE E’ NATO IL REGISTA — E’ A NORD NELLA REGIONE DELL’AZERBAIJAN ORIENTALE IN IRANIANO  QUASI AI CONFINI CON L’AZERBAIJAN

 

Il ponte Kizil-Hauzen, disegnato da Eugène Flandin nel 1840 a MIAMEH

Il ponte nel 2013, la parte centrale crollò nel 1946–Miameh

 

Donatella::: 

 

Mi sembra giusto mettere qui, sotto un servizio che ricorda i maggiori personaggi che si sono battuti per i diritti umani, il regista iraniano Jafar Panahi ( Pardo d’oro a Locarno per ” Lo specchio”, Leone d’oro a Venezia per “Il cerchio”, Orso d’oro a Berlino per “Taxi Teheran”.

Panhi, condannato nel 2010 a sei anni di prigione e all’interdizione ventennale dalla professione, aveva appoggiato pubblicamente la protesta della cosiddetta” rivoluzione verde”. Il sostegno internazionale che aveva ricevuto ( con nomi di calibro come Spielberg, Scorsese e Coppola) e la scelta del governo iraniano di non esacerbare i rapporti internazionali ( anche per favorire l’apertura che gli Stati Uniti di Obama stavano dimostrando) hanno permesso a Panahi di scontare la pena ai domiciliari e di girare comunque dei film, a bassissimo budget e con una piccola camera digitale ( in Iran solo lo Stato può concedere l’utilizzo della pellicola).Risultati immagini per JAFAR PANAHI

 

Tutta la comunità dei professionisti del cinema (registi, produttori,distributori, tecnici,etc.) hanno scritto al Presidente della Repubblica iraniana chiedendogli di autorizzare la sua partecipazione al Festivel di Cannes. Tuttavia Panahi insiste soprattutto sull’avere finalmente l’autorizzazione per girare come vuole lui nel suo Paese e per mostrare i suoi film, chiedendo anche che gli altri registi oggetto di vessazioni siano lasciati in pace ed abbiano la possibilità di viaggiare e di filmare.
Il film “Tre volti” inizia con il video di una ragazzina che si rivolge su Istagram ad una famosa attrice iraniana: la implora di farla scappare dalla sua famiglia che non le permette di studiare recitazione.Mette anche in scena il suicidio, il che fa muovere l’attrice e il regista per andarla ad aiutare e capire se è tutto vero. Il suicidio di un’altra ragazza a cui era stato proibito di fare cinema era successo davvero e il regista immagina di come avrebbe reagito in una circostanza analoga.

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2018

Tre volti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

DAL FILM : ” I TRE VOLTI ”

 

 

Regista e attrice attraversano in macchina paesaggi desertici e strade tortuose per arrivare al villaggio in cui dovrebbe avere abitato la presunta suicida. Più che di strade si tratta di sentieri, con casolari poverissimi e greggi di pecore. Tuttavia il cinema è popolare in Iran e molti riconoscono i due personaggi. Del cinema hanno una visione poco realistica: c’è chi lo considera un prodotto del diavolo, chi invece crede che potrebbe salvarli dalla miseria, chi invidia la forza e la virilità degli attori maschi sullo schermo. Raggiunto finalmente il villaggio, si riesce finalmente a capire che la ragazza non si è suicidata, ma si è nascosta in casa di un’amica per sfuggire alla violenza del fratello.
Nella società che vive ancora di pastorizia, le donne sono vittime millenarie di discriminazione: una ragazza che vuole fare l’attrice è vista come pazza o come una poco di buono. Nel villaggio vive, praticamente in esilio, un’attrice e ballerina di prima della rivoluzione komeinista, che si dedica esclusivamente, chiusa in una barriera di silenzio, alla pittura. Con gli abitanti del villaggio non è facile capirsi: parlano turco, sono molto gentili con gli ospiti ma chiusi nelle loro opinioni. Le donne fanno da tramite e svelano agli “stranieri” dove si trova la ragazza. L’attrice parla a lungo con lei e il giorno dopo, quando l’auto riparte per Teheran, poco dopo il villaggio incontrano la ragazza. L’attrice scende e insieme camminano, affiancati dall’auto con il regista. Il finale è lasciato in sospeso, non si riesce a sentire quello che si dicono, forse c’è una speranza, forse no. Comunque i film, amati o osteggiati, invitano a non rispettare il silenzio e ad amare la creatività che c’è dentro di essi. La persecuzione della censura, che ha colpito e colpisce tre generazioni di iraniani ( I ” Tre volti” del titolo), forse sarà una spinta per conquistare una società più libera.

 

 

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2013

 

 

 

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2011

 

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L’ACCORDION (2010)

 

 

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2006

 

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2000

 

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LO SPECCHIO (1997)

 

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IL PALLONCINO BIANCO (1995)

 

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1 risposta a DONATELLA D’IMPORZANO CI PARLA DI UN EROE DEI NOSTRI GIORNI::: IL REGISTA IRANIANO JAFAR PANAHI (1960) E DEL SUO FILM APPENA USCITO : ” TRE VOLTI ” (2018)

  1. Donatella scrive:

    Il cinema è un mezzo davvero eccezionale per mostrarci come si vive in Paesi così apparentemente lontani dal nostro.

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